Gomorra – La serie, polemiche sul trailer a Scampia: “La tv come la criminalità”
“Scampia viene descritta come il luogo del male (…) Queste produzioni televisive lucrano su Scampia esattamente come la criminalità” tuona il prete anticamorra Don Manganiello. Sky e Cattleya non avrebbero mantenuto le promesse fatte durante al realizzazione.
Ancora polemiche su Gomorra – La serie, produzione Sky e Cattleya che debutterà su Sky Atlantic il prossimo 6 maggio e che si trova di fronte ancora l’indignazione delle associazioni anticamorra che operano nei quartieri di Napoli protagonisti della serie. Quegli stessi luoghi, da Scampia a Secondigliano, con le Vele location d’elezione, raccontati da Roberto Saviano nel romanzo cui è tratta la serie.
Dopo la difficile realizzazione – col blocco del set e la trattativa che ha portato alla produzione di un ciclo di documentari che mostri il lato virtuoso dei quartieri e l’impegno quotidiano per costruire un’altra Scampia – adesso scatena polemiche anche il trailer pubblicato su YouTube (che vediamo in alto).
“Ci sono luoghi dove il male ha un nome antico come la Bibbia. Le colpe dei padri ricadono sui figli. Sangue chiama sangue. Il male è tra noi”
gli ‘highlights’ intorno cui ruotano le immagini del promo, che non è piaciuto agli operatori sociali della zona, dalla Cooperativa (R)esistenza Anticamorra all’associazione Mammut, passando per Don Manganiello, ‘istituzione’ anticamorra dell’area. Sono loro ad affidare alla stampa e ai social network attacchi e ‘speranze’.
“La verità è che queste produzioni televisive lucrano su Scampia esattamente come la criminalità. La camorra però almeno sappiamo che è il nemico da combattere mentre queste realtà televisive si presentano con le facce belle del cinema, offrono prospettive di riscatto ai giovani del territorio, fanno fare la comparsa a qualche disoccupato e poi scompaiono nel nulla lasciando il quartiere in uno stato di degrado sempre peggiore. Inoltre promuovono in Italia e all’estero una immagine mostruosa di un territorio che invece ha voglia di riscatto e non merita di essere rappresentato solo come il centro di ogni attività criminale a Napoli”
dice Don Manganiello, come si legge su Il Mattino.
La questione ruota tutto intorno all’immagine che di Napoli e della zona viene data in tv (e che affascina gli USA, che hanno confermato l’acquisto della serie): proprio per questo si era arrivati a una sorta di ‘accordo’, che racconta Repubblica Napoli attraverso la voce di Ciro Corona, della cooperativa Resistenza:
“Nonostante Sky sia arrivata sul territorio a contrattare, il risultato resta un obbrobrio con scene inverosimili da film di gangster. La produzione all’epoca ci disse che il copione non poteva essere stravolto perché già venduto, trovammo dei compromessi sull’eliminazione di numerose canzoni neomelodiche, sull’uso di comparse filtrate dalle associazioni e sul ricorso a catering e servizi ‘puliti’. A nostro avviso però resta la mitizzazione del camorrista e una spettacolarizzazione della criminalità legata al territorio. Per controbilanciare il danno Sky, tuttavia, ha realmente investito sul territorio con la realizzazione di un laboratorio cinematografico e trasmetterà cinque cortometraggi positivi su Gelsomina Verde, la squadra AfroNapoli, le realtà contro il biocidio e altre forze positive del quartiere come il comitato per l’abbattimento delle Vele”.
I corti dovrebbero essere presentati contestualmente alla serie, il 26 aprile. Ma l’affondo di Don Manganiello è notevole:
“Avevano promesso di mettere in evidenza nella fiction anche personaggi positivi. Speriamo che non abbiano ingannato il quartiere proprio come fanno da sempre i peggiori delinquenti”.
Certo è che il trailer (e l’annessa serie) di un prodotto tv tratto da Gomorra non poteva raccontare il riscatto della città. Altrimenti staremmo parlando di un altro prodotto. Ma ogni occasione è buona per parlare delle proprie attività.