Global Trends 2014 – La Tv sul Web: in Turchia e Corea del Sud la tv si consuma (tanto) online
Un sondaggio in 20 Paesi del mondo scatta un’istantanea sui consumi mediali tra tv e web.
Un’indagine sui consumi mediali rivela, una volta di più, quanto ormai tv e internet vadano a braccetto, ma i risultati raccolti da Ipsos MORI svelano scenari interessanti, e per alcuni versi inattesi, sul modo in cui diversi Paesi nel mondo accompagnano la visione della tv al commento web, sulla sostanziale scarsa propensione alla gestione contemporanea di web e tv da parte degli italiani e di come, tendenzialmente, i consumatori dello Stivale adottino i programmi tv come un ‘sottofondo’ radiofonico ad altre attività.
Partiamo da un dato di contesto: l’indagine condotta sul consumo tv e web ha abbracciato 20 Paesi (Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Italia, Polonia, Turchia, Russia, Spagna, Svezia, SudAfrica e USA), molto diversi tra loro che mostrano però comportamenti capaci di ‘smontare’ luoghi comuni e nel contempo di confermare atteggiamenti verificabili nel consumo quotidiano.
Come si vede la tv
Primo dato, per nulla scontato, è la percentuale di consumo televisivo per mezzo del televisore: alla domanda “come hai visto la tv negli ultimi 7 giorni’, circa l’80% degli intervistati ha dichiarato di averla vista su un televisore, con buona pace degli altri devices, ovvero PC, portatili, tablet e smartphone. Il dato più alto lo raccoglie il supertecnologico Giappone, che a differenza di quanto si è portati a credere, ha visto la tv per il 90% sul televisore, lasciando appena sopra lo 0,1% il tablet e intorno al 3% lo smartphone.
Il Paese che vede meno tv sul televisore è invece la Cina – che registra il dato più basso nel Panel – e nello stesso tempo vede schizzare in alto le colonnine del consumo televisivo su PC e Portatili. Una situazione per molti versi simile a quella fotografata in Turchia: seconda solo alla Cina per ‘disaffezione’ verso il tv, i turchi intervistati hanno registrato un dato sostanzialmente speculare rispetto ai cinesi per consumo su portatile (più amato in Turchia) e PC (più amato in Cina) con smartphone e tablet sostanzialmente alla pari. Un dato che si potrebbe coerentemente interpretare alla luce delle situazioni socio-politiche dei due Paesi.
Più equilibrato il dato in India, che – seppur terzo per disaffezione al televisore – distribuisce il consumo tra gli altri device con una prevalenza per il portatile e con il tablet a fare da fanalino di coda, anche se con percentuali tra le più alte rispetto agli altri Paesi e in linea solo con Svezia, GB e, con un certo distacco, alla Spagna.
Stupisce il picco di consumo tv sullo smartphone della Corea del Sud, con percentuali tra il 30 e il 40% a fronte di un dato medio che si stabilizza intorno all’8%. Picco di spettatori su smartphone in Corea del Sud, mentre la Russia sembra servirsi in egual misura di portatili e pc per guardare la tv, oltre al tradizionale televisore. Gran Bretagna e Sud Africa sembrano preferire i portatili, che risultano tra i device comunque favoriti dividendosi il ‘mercato’ con i PC.
L’Italia, invece, conferma la predilezione per il televisore: un 15% ha dichiarato di vederla sul PC, e tra il 7 e il 10% hanno dichiarato di averla vista sul portatile, sul tablet (con percentuali molto vicine) e in coda sullo smartphone. Difficile non leggere in questo dato le difficoltà – e i costi – legate alla copertura di rete.
Tv e Mobile Devices: una fruizione contemporanea?
In linea con quanto rivelato a proposito del consumo tv, è la Corea del Sud (che risultava il paese col maggior picco di visione via smartphone) a usare di più i tablet e cellulari mentre guarda la tv. Segue, coerentemente con quanto detto prima, la Turchia, mentre ‘balzano’ in avanti Argentina e Brasile. con Cina, Russia e india a tallonare. L’Italia si colloca esattamente a metà classifica, in una decima posizione che è di poco superiore al dato medio dei 20 Paesi monitorati.
‘Stranamente’ in coda la Svezia, nonostante il consumo di tv a mezzo portatile testimoniato dal precedente quesito: il dato porta a concludere che il consumo di tv resti ‘esclusivo’ anche se fruito a mezzo laptop. Colpisce, comunque, la scarsa propensione di diversi Paesi occidentali a usare il computer o i dispositivi mobili, cellulare incluso, mentre si guarda la tv a casa: nelle ultime sei posizioni, infatti, troviamo Gran Bretagna, USA, Francia, Australia, Canada e la già citata Svezia dove evidentemente il campione intervistato usa mobile devices mentre guarda la tv meno di una volta al giorno.
Come usiamo PC, tablet e smartphone mentre guardiamo la tv?
Pochi dubbi, invece, sui motivi che spingono a usare cellulari, PC e tablet mentre si guarda la tv: in vetta ‘l’esigenza’ di messaggiare con parenti e amici su quanto si sta vedendo in tv. La curva sale progressivamente e stacca sensibilmente tutte le altre risposte, con SudAfrica e Italia massicciamente in testa alla ‘classifica’ di Paesi più ‘commentatori’, a dispetto del Giappone o della Turchia, fanalini di coda.
Ma il ventaglio delle risposte alle ragioni per cui si usano in contemporanea tv e dispositivi mobili è piuttosto ampio, con oscillazioni sulla distribuzione delle ‘motivazioni’ molto significative. Giusto per fare qualche esempio, il campione di SudAfrica, Svezia e Australia dichiara di navigare senza nessuna correlazione col programma che stanno seguendo in tv, mentre Turchia, GB e USA rispondono chiamando in causa il ‘piacere’ di essere ‘semplicemente’ multitasking. Fanalino di coda tra le motivazioni date per l’uso congiunto di tv e dispositivi mobili la ricerca di informazioni legate al programma in onda, che sembrano non interessare affatto ai telespettatori polacchi, giapponesi e brasiliani, mentre stuzzicano la curiosità di svedesi e sudafricani, il che restituisce un’immagine piuttosto variegata del campione dei due paesi, evidentemente divisi tra chi non può fare a meno di commentare con amici e parenti e chi invece utilizza piattaforme diverse senza nessuna correlazione ‘logica’ tra loro.
Entrando nel dettaglio nel campione italiano, i connazionali intervistati dalla Ipsos MORI hanno dato come prima motivazione alla navigazione ‘parallela’ all’ascolto tv il commento con amici e parenti (70% degli intervistati), cui segue con un certo distacco chi dice di servirsi dei dispositivi mobili senza alcuna correlazione con il programma tv (circa il 38%). Poco più del 30%, invece, ha risposto di farlo per il piacere del ‘multitasking’, mentre poco più del 20% dichiara di farlo per mancanza di interesse verso il programma trasmesso. In coda il desiderio di cercare informazioni riguardanti il programma in onda.
Un panorama quindi decisamente vario quello emerso con il sondaggio Ipsos MORI, che ha sì cercato di fare luce sulle dinamiche del consumo mediale, ma ha anche fornito una prima fotografia delle abitudini anche socio-culturali della condivisione dell’esperienza tv e social-web. Quel 70% di italiani che dichiara di usare dispositivi mobili mentre guarda la tv restituisce in fondo il sapore della ‘chiacchiera da bar’, del gusto per il ‘pettegolezzo’ che spopola in genere nei gruppi di ascolto che si riuniscono in occasione dei grandi eventi tv (e penso subito ai riti legati al Festival di Sanremo). La dimensione ‘fisica’ dell’incontro e del commento assume quindi le forme virtuali della messaggistica online, nelle sue varie forme – da quella più pubblica del commento aperto su Facebook o Twitter a quelle più riservate dei ‘gruppi’ in stile Wazzup o FB Messenger-, e si espande ai più vari generi e tipologie di programmi, uscendo quindi dalla logica del ‘grande evento popolare’ per assumere le forme del commento settimanale sul programma più vicino al proprio target. In fondo ci piace chiacchierare ed è curioso scoprire di essere in buona compagnia, preceduti dal SudAfrica e seguiti dall’Argentina.
Global Trends 2014 è l’elaborazione di un ampio sondaggio condotto da Ipsos MORI: oltre16mila interviste condotte fra il 1 e il 15 ottobre 2013, 20 paesi del mondo coinvolti, un “panel” statistico composto da un pubblico di cittadini e consumatori attivi sul web e fortemente connessi. Il progetto, molto ambizioso, fotografa lo stato dell’arte su una serie di comportamenti e tematiche di rilevanza mondiale (dall’ambiente alla salute, dall’attivismo politico ai brand). E si propone di lanciare il dibattito su quel che sarà in futuro.