Home Notizie Gli anni spezzati – Il giudice, meglio il secondo film-tv della miniserie. Ma c’è confusione su quanto peso dare alla parte storica

Gli anni spezzati – Il giudice, meglio il secondo film-tv della miniserie. Ma c’è confusione su quanto peso dare alla parte storica

Gli anni spezzati-Il giudice racconta la storia di Mario Sossi usando, prima di arrivare alla parte attinente ai fatti storici, una vicenda inventata: così la miniserie lascia il suo scopo, ed il racconto si confonde tra realtà e finzione della serie tv

pubblicato 13 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:38

“Gli anni spezzati-Il giudice” si distingue molto da “Il Commissario”, andato in onda la settimana scorsa. Se il film-tv su Luigi Calabresi è stato al centro di numerose critiche per via della scarsa cura nei dettagli e nella semplicità con cui è stata raccontata una storia che avrebbe dovuto essere più approfondita, il film-tv sul giudice Mario Sossi (Alessandro Preziosi) parte senza andare subito al punto, ma prendendosi il tempo necessario per presentare i personaggi.

Potrebbe essere un pregio, ma c’è un particolare che fa storcere il naso: il protagonista diventa centrale al racconto solo nella seconda parte della prima puntata del film-tv. Se all’inizio, infatti, Sossi è al centro del processo contro gli imputati appartenenti al gruppo “XXII Ottobre”, il resto della prima parte della miniserie si perde in un racconto che nulla ha a che fare con lo scopo iniziale del progetto, ovvero quello di proporre al pubblico un racconto che possa spiegare un evento storico poco noto ma rilevante per capire le tensioni sociali degli anni Settanta.

La storia divaga e finisce per raccontare la storia tra Roberto Nigro (Alessio Vassallo) e Claudia Maestrali (Anna Safroncik), tant’è che ci si dimentica che il protagonista è Mario Sossi, e la fiction sembra voler raccontare una vicenda totalmente fittizia. Solo nella seconda parte, con il sequestro di Sossi, si entra nel racconto vero e proprio, ed il pubblico può assistere alle fasi più difficili affrontate dal giudice.

Così, “Il giudice” prova a far affezionare il pubblico ai personaggi inventati, traghettandoli alle parti più importanti della fiction, ma il risultato confonde i telespettatori: si sta assistendo ad un film-tv tratto una vicenda realmente accaduta o ad una commedia romantica che sfocia nel drama nella seconda parte?

Nonostante questo, il secondo film-tv de “Gli anni spezzati” prova ad avere un atteggiamento diverso nei confronti della Storia rispetto al primo. La storia di Calabresi era molto più conosciuta, motivo per cui gli autori e la sceneggiatura hanno risentito di una maggiore preoccupazione in certi aspetti che hanno provocato numerose critiche. Ne “Il giudice”, invece, si assiste ad una storia sì importante per capire gli anni Settanta in Italia, ma che i media hanno trattato diversamente.

Bene, quindi, la scelta degli autori di portare in tv la storia di Sossi. Peccato, però, che “Gli anni spezzati-Il giudice” risenta di momenti confusi, di cambi di registro e scene che non permettono di capire quale sia il senso della miniserie: lo scopo principale diventa secondario, e l’attinenza storica diventa solo uno dei tanti elementi da usare per realizzare il film-tv.


Gli anni spezzati-Il giudice