Glee nel preserale di Italia 1. Sarà un successo o una debacle?
[Scopri tutti i personaggi di “Glee”]“Ma come, è la serie più chiacchierata di questi due anni, fa ascolti incredibili in America, ha fan in tutto il mondo, e me la mettono alle sette e mezza?” In tanti, in questo mese, si sono chiesti come mai Italia 1 abbia deciso di trasmettere la prima stagione di
[Scopri tutti i personaggi di “Glee”]
“Ma come, è la serie più chiacchierata di questi due anni, fa ascolti incredibili in America, ha fan in tutto il mondo, e me la mettono alle sette e mezza?” In tanti, in questo mese, si sono chiesti come mai Italia 1 abbia deciso di trasmettere la prima stagione di “Glee” nella fascia preserale e non in prima serata (l’appuntamento è da stasera alle 19:30). Una scelta ingiusta o ben pensata?
Bisogna ammettere che “Glee” è un fenomeno: lo dicono gli ascolti (la prima stagione è stata vista, sulla Fox, da 9,7 milioni di telespettatori, con l’esordio dell’episodio pilota a maggio visto da 9,6 milioni di persone), lo dicono le vendite dei cd con le cover cantate dai protagonisti (e sono tante: ci sono quelle standard e quelle speciali, dedicate a Natale o ad episodi particolari, come “The Power of Madonna”), e lo dice la lunga lista di star della musica e non che ha ammesso di seguire la serie e di volerne farne parte come guest star.
Con queste premesse, la prima serata sarebbe sembrata ovvia. E invece non è così. “Glee” è il primo vero fenomeno tv del dopo-“Lost”, e come tale deve vedersela con una frammentazione della sua fruizione senza precedenti. Il riferimento, ovviamente, va ad internet, ai download illegali ed allo streaming, ma anche alla presenza di Sky che ha trasmesso la serie un anno fa. Mandare in onda un prodotto già potenzialmente molto visto anche in Italia, quindi, sarebbe stato un rischio troppo grosso per una rete commerciale che deve inevitabilmente fare i conti con l’auditel (e lo ha dimostrato anche l’insuccesso di “The Vampire Diaries”). E, come ci ha spiegato Pier Carlo Gugliemi, la scelta delle 19:30 sembra essere ideale:
“Questa scelta è un mix tra esigenze di palinsesto e miglioramento dell’offerta. Il palinsesto di Italia 1 ha uno slot strategico di un’ora fra le 19:30 e le 20:30, posto fra le edizioni serali dei Tg ed il Game dell’access prime time. Storicamente abbiamo presidiato questa fascia con i prodotti da 30’, sia di animazione che sit-com. E’ proprio la crisi del mercato sitcom statunitense e la conseguente carenza di prodotto di valore che ci ha spinto a ragionare anche su alternative drama (quindi da 60’) per questo slot. Da un’esigenza quindi di palinsesto abbiamo provato a innovare con qualcosa che potesse diventare anche un miglioramento della nostra offerta: Italia 1 ha una serie di prodotti cult oggi come oggi spesso rischiosi per la prima serata, tipo “Gossip Girl“ (…).
La scelta della fascia preserale va in direzione di una stabilità di programmazione per serie che riteniamo importanti, ma a rischio per il prime time. Questo delle 19:30 è uno slot molto importante ma che ci consente maggior margine di manovra rispetto vincoli commerciali della prima serata: come avvenuto con “The Big Bang Theory” per esempio, ci potremo permettere di mantenere in onda una serie anche se dovesse fare il 4% nel rispetto della continuità del prodotto e del telespettatore. E quella di vedere il proprio telefilm preferito quotidianamente alle 19:30 potrebbe diventare un’abitudine anche per loro.
Si tratta di un cambio innovativo, sperimentale, e quindi abbiamo scelto il prodotto di punta per accendere questo nuovo slot: mi riferisco proprio a “Glee“, che comunque –non va dimenticato- si andrà a collocare in una fascia che per quanto riguarda gli individui va dai 17.500.000 ai 22.500.000 di spettatori, l’equivalente di una prima serata di giugno e non di certo paragonabile ai 7-8 milioni del pomeriggio. Anche da ciò si intuisce che non è casuale lo sforzo promozionale della Rete”.
“Glee” come pioniere di un nuovo spazio telefilm: un compito non da poco per una serie che, in questo modo, cerca di ritagliarsi il suo piccolo spazio all’interno della televisione generalista, senza strafare o pretendere ascolti esorbitanti. Quella fascia, attualmente raggiunge circa il 4-5% (i dati si riferiscono alla messa in onda di “The Big Bang Theory”) e già superare il 6% potrebbe essere un buon segnale. Ad ogni modo, una collocazione come questa consentirà alla rete di trasmettere tutte le puntate, anche nel caso gli ascolti fossero sotto le aspettative.
Non dimentichiamo che un orario simile era stato sperimentato dalla stessa rete proprio qualche anno fa, quando dalle 20 alle 21 veniva trasmesso “Una mamma per amica”, i cui numeri avevano sorpreso in tanti: picchi di 2,5-3 milioni in una fascia oraria dominata già da altre reti. Certo, ora lo scenario è cambiato (ed i numeri che “Glee” farà difficilmente saranno quelli), ma si cerca un nuovo colpaccio. E la rete ci crede, tanto da mobilitare i volti noti per i promo e da realizzare una campagna pubblicitaria tutt’altro che poco visibile.
Gli ingredienti per catturare un pubblico diverso dai quiz e dai tg ci sono: una bella storia (un professore di spagnolo, ex componente del coro scolastico, decide, nonostante le difficoltà, di crearne uno nuovo, formato dai ragazzi meno popolari del liceo ma anche i più talentuosi), un buon cast (Lea Michele e Chris Colfer hanno collezionato nomination a raffica, mentre Jane Lynch, con la sua Sue, è riuscita anche a vincere un Emmy) e tanta bella musica, per tutti i gusti. Il tutto grazie ad un’idea di Ryan Murphy, inizialmente pensata come film per il cinema e poi realizzata per la televisione.
“Glee” in preserale potrebbe davvero essere una sorpresa, così come rivelarsi un autentico flop. Sarà un salto nel buio, ma con tanta voglia di provare a trovare uno spazio fisso per i telefilm che ormai manca da troppo tempo nella nostra televisione.