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Giuseppe Fiorello: “Gli Orologi del Diavolo è una serie crime che non ha nulla da invidiare alle serie internazionali”

Le dichiarazioni di Giuseppe Fiorello, protagonista de Gli Orologi del Diavolo, durante l’incontro stampa al quale era presente anche TvBlog.

pubblicato 1 Novembre 2020 aggiornato 1 Novembre 2020 22:48

Giuseppe Fiorello tornerà su Rai 1 con una nuova serie in 4 puntate, dal titolo Gli Orologi del Diavolo, un action crime tratto dall’omonimo libro di Gianfranco Franciosi e Federico Ruffo, a partire da lunedì 2 novembre 2020.

Gli Orologi del Diavolo racconterà la difficile storia, realmente accaduta, di un uomo comune diventato, per caso, un infiltrato in un’organizzazione criminale di narcotrafficanti, che perde tutto per fare la cosa più giusta.

Marco Merani, il personaggio interpretato dall’attore siciliano, è ispirato, appunto, a Gianfranco Franciosi.

Nell’incontro con la stampa, al quale era presente anche TvBlog, Giuseppe Fiorello ha esordito, complimentandosi con il collega Luca Argentero, protagonista della serie di successo, DOC – Nelle tue mani, e, successivamente, parlando de Gli Orologi del Diavolo, ha manifestato la propria soddisfazione per essersi cimentato in un genere, per lui, nuovo:

Sono contento che la serie di Luca Argentero stia andando bene perché una serie che va bene illumina l’intera rete. Quindi, sono grato a Luca Argentero perché sta tenendo Rai 1 bella viva. Rai 1, in questo periodo, si sta nutrendo molto bene di fiction, piacciono e Rai 1 sta variando i generi. Noi arriviamo con un genere un po’ anche insolito per la rete, un genere “narcos”, un genere cosiddetto “crime”. Era una mia volontà quella di cambiare genere. Mi sono imbattuto in questo bellissimo libro di Federico Ruffo, scritto con lo stesso Franciosi, un libro con il quale si potrebbero fare almeno due stagioni. Questo libro mi ha appassionato da morire e, quindi, ho trovato la chiave per sviluppare questo desiderio.

Secondo Giuseppe Fiorello, Gli Orologi del Diavolo è una serie che potrebbe tranquillamente competere anche a livelli internazionali:

Ho lavorato con la stessa squadra de I Fantasmi di Portopalo. È un progetto che ha richiesto parecchio tempo, circa un annetto. C’è una matrice molto cinematografica in questa serie grazie soprattutto a Fabio Grassadonia e Antonio Piazza che hanno firmato il soggetto. Ho vissuto molto da vicino la scrittura per capire meglio il film e per non perdere tempo sul set con il regista. Sono orgoglioso di questa serie che non ha nulla da invidiare alle serie internazionali più blasonate. Questa serie si farà rispettare. Non siamo secondi a nessuno.

L’attore, quindi, ha concluso, parlando a fondo del suo personaggio, Marco Merani:

Il personaggio si chiama Marco Merani. C’è qualche differenza caratteriale tra il mio personaggio e Gianfranco Franciosi e anche l’età è diversa. Franciosi, nella vita reale, fu coinvolto in questa collaborazione con la Polizia a 25 anni. Io, purtroppo, non li ho più. Questo ha leggermente modificato il personaggio: Marco è un uomo più razionale, più riflessivo, con i piedi più per terra. Gianni, così viene chiamato Gianfranco, all’epoca, era mosso dall’eccitazione della giovinezza, dall’incoscienza che l’ha fatto agire d’istinto. Lui non ne parlò con nessuno di questa proposta della Polizia. L’operazione doveva durare al massimo una settimana, 10 giorni. Questo ingranaggio, invece, andò avanti e passarono degli anni. Questo meccanismo lo stritolò. È la storia di un granello di sabbia che cadde in un ingranaggio molto grande dal quale non riuscì ad uscire. Moralmente, Gianni non si pente di nulla. Ha capito di aver fatto un gesto civile importante. È diventato un testimone di giustizia a tutti gli effetti. Quello dei testimoni di giustizia sarà un tema che tratteremo. Spesso, i testimoni di giustizia rimangono in un limbo che non è più vita: non hanno più un lavoro, non hanno più una famiglia, non hanno più un luogo. A Gianni, gli furono sequestrati i cantieri perché aveva perso di vista anche i suoi affari. E lo Stato e la burocrazia, poi, ti mandano il conto. Alle persone che hanno fatto una cosa importante per noi, spesso, succedono cose paradossali. Gianni ha contribuito al più grande sequestro di droga di narcotraffico al largo dell’Oceano Atlantico.