Giulia Bevilacqua – Non è facile liberarsi da Distretto. La fiction italiana come Boris
L’ex interprete di Anna Gori a ruota libera su Vanity Fair
Non c’è pace quest’estate in quanto a polemiche a mezzo stampa, come sottolinea il giornalista Mariano Sabatini su Tiscali. A sfogarsi stavolta, con un pizzico di ingratitudine dietro l’angolo, è Giulia Bevilacqua, portata al successo dal ruolo di Anna Gori in Distretto di polizia.
Il suo addio alla fiction risale a due anni fa. Ora, che sta per approdare alla Mostra del Cinema di Venezia con un corto, il lavoro continua a non mancarle anche in tv. In queste settimane sta girando Bentornato Nero Wolfe, serie tv con Francesco Pannofino. In più la vedremo nel cast di Dov’è mia figlia?, a metà settembre su Canale5.
Nonostante tutto ciò, alla domanda “riuscirà a liberarsi di Distretto”, l’attrice risponde frustrata:
“Non è facile. Ho abbandonato la serie per disintossicare il pubblico dal mio personaggio. Sono affezionata ad Anna Gori, ma girare una fiction è faticoso ed è difficile farlo bene con i tempi della tv”.
Ma come? In una vecchia intervista a Chi, da noi ripresa, la Bevilacqua aveva tutt’altra opinione. Quando era ancora sotto contratto e con meno alternative, of course. Nel 2007 dichiarava:
“La fiction è una grande scuola. Noi lavoriamo sul set dieci ore al giorno. Se siamo in esterni, registriamo le scene d’azione di molte puntate. E’ un lavoro massacrante e bellissimo”.
Nell’intervista attuale la Bevilacqua tira fuori una metafora piuttosto ingenerosa, per una che deve tutto a Valsecchi, il guru della fiction di qualità secondo lo stesso Aldo Grasso:
“Ha presente Boris? Non si è inventato niente, anzi forse gli autori si sono ispirati anche a qualcuna delle fiction che ho interpretato (ride). Ci sono i registi che ti dicono ‘Bravissima’ al primo ciak perché vogliono sbrigarsi, altri che cucinano sul set, attori poco preparati… detto questo, recitare in tv è una sfida: hai poco tempo per girare”.
Che l’attrice si riferisca soprattutto all’esperienza di Grandi Domani, la risposta made in Italy a Saranno Famosi ideata da Costanzo? Sempre in quell’intervista a Chi, però, faceva capire di avere l’imbarazzo della scelta, quando doveva decidere se fare il seguito di Grandi Domani, poi annullato, o firmare con Distretto:
“Avevo appena terminato le riprese della prima serie di Grandi Domani. Nel frattempo ho fatto il casting per Distretto e sono piaciuta al produttore Valsecchi. Per un po’ ho avuto il dubbio su che cosa scegliere”.
Tornando a oggi, l’intervistatrice le domanda che esperienza ha avuto con le raccomandazioni (delle altre).
“Ne ho incontrate tante in televisione. Ho perso parecchie occasioni perché il ruolo doveva andare alla raccomandata di turno, ma è inutile lagnarsi: il sistema non cambierà. Al cinema è lo stesso. Mi pesa la motivazione ‘Non hai un nome abbastanza cinematografico’. In quest’epoca di crisi economica, sembra che sia obbligatorio avere un cast di nomi popolari che attirino il pubblico. E’ frustrante che nessuno rischi più”.
E almeno queste sono parole sante.