Giovanni Toti non si dimette e replica a Mentana: “Lo farò solo se scenderò in politica”
Le redazioni dei telegiornali non si sentono a disagio a lavorare con un uomo che a giorni potrebbe svolgere un ruolo attivo e di primissimo piano in politica?
UPDATE 17 GENNAIO 2014 – Giovanni Toti ha replicato a Enrico Mentana, che due giorni fa lo aveva criticato in apertura del TgLa7 (e poco dopo anche sulla sua pagina Facebook). Al direttore di Studio Aperto e Tg4 il collega aveva rimproverato di non essersi dimesso nonostante il suo imminente ingresso in politica.
La sensazione è che alla fine Toti potrebbe non assumere alcun ruolo formale e attivo in Forza Italia. Tuttavia la replica che vi proponiamo di seguito non può essere considerata soddisfacente perché non obietta nulla sul fatto che l’incompatibilità di ruoli possa essere ravvisata già oggi, quando cioè Toti – che dovrebbe essere un giornalista del tutto autonomo e indipendente – non ha assunto ufficialmente alcun incarico di partito.
Se il direttore Mentana leggesse i giornali, capirebbe che ancora non rivesto alcuna carica all’interno di alcun partito politico, né so che mai la ricoprirò in futuro (qui probabilmente c’è un refuso riportato da tutti i siti e giornali, probabilmente la frase corretta è “né so se mai la ricoprirò in futuro”, Ndr). Quanto ai rapporti tra giornalismo e politica chiedesse a Santoro, Gruber e Ruotolo: due di questi tre sono stati politici, uno no solo perché non ce l’ha fatta. Quando deciderò di scendere in politica certamente mi dimetterò dai tg che dirigo. Mentana stia tranquillo: sarà il primo a saperlo.
Giovanni Toti ad un passo dall’entrata in politica, ma continua a dirigere Studio Aperto e il Tg4
Da mesi si vocifera della sua entrata in politica, su espressa richiesta del Cavaliere che lo vorrebbe coordinatore unico di Forza Italia; interpellato sul tema, il diretto interessato non ha mai smentito il fatto che Silvio Berlusconi insista – creando non poche polemiche – affinché sia lui a svolgere un qualche ruolo, di primo livello, nel principale partito di centrodestra italiano. Anzi, conferma l’indiscrezione e prende tempo. Giovanni Toti, nonostante tutto questo, e questa è la notizia, resta ben saldo sulla poltrona di direttore di Studio Aperto e del Tg4.
E tale situazione sembra non stupire l’opinione pubblica. Anche se la presa di posizione di Enrico Mentana nell’edizione serale del TgLa7 di ieri potrebbe aver smosso qualcosa. Il direttore del notiziario di La7 in diretta, presentando le notizie del giorno, ha detto in maniera molto chiara che Toti dovrebbe dimettersi, a prescindere dal fatto che accetti o meno le proposte del Cavaliere. Insomma, l’incompatibilità non ci paleserebbe solo in caso di nomina politica, ma è evidente già in questo momento.
In effetti la vicenda è paradossale e il silenzio finora registrato è l’emblema di come e quanto sia malato il sistema dell’informazione italiana, al punto da non accorgersi dell’anomalia in essere da mesi.
Insomma, come si può ritenere – per non dire imparziale – ma quantomeno credibile un telegiornale se il suo direttore è in trattative con il leader di un partito – peraltro proprietario dell’azienda televisiva in questione – per ricoprire un ruolo di responsabilità politica? E se il direttore non sente autonomamente il bisogno di fare un passo indietro, cosa pensa la redazione dei due telegiornali? I giornalisti sono rassegnati a lavorare per un notiziario di partito o – magari in silenzio, per ovvi motivi – chiedono di preservare credibilità e autonomia? E l’azienda, Mediaset, non prova un minimo di imbarazzo nel non essere in grado di garantire un’informazione non di parte? O, peggio, pretende di far credere ai telespettatori che il Tg4 e Studio Aperto siano del tutto indipendenti e per nulla influenzati dalle vicende personali di Toti, così legate al futuro del centrodestra italiano?
Ci rendiamo conto della banalità – ingenuità, forse – sottesa alle nostre domande, ma francamente risposte convincenti latitano. A meno che non si ritenga che l’informazione Mediaset sia completamente asservita al grande capo e che sia giusto che sia così.
Quando Toti fu nominato direttore del Tg4 al posto di Emilio Fede, in molti (non moltissimi a dire il vero) pensarono che il telegiornale avrebbe potuto riacquisire equilibrio tornando ad essere un servizio per i telespettatori e non un ostentato mezzo di propaganda politica. Non è stato così, anzi la situazione sembra essere peggiorata con l’aggiunta – ancor più deprimente – che nessuno lo fa notare.
P.S. Da segnalare che Toti, quasi due anni fa, all’Ansa disse che “non posso dirigere due tg per tanto tempo”. Ignoriamo quale sia la concezione temporale del direttore, ma forse queste sue parole rappresentano un altro buon motivo per prendere decisioni importanti nelle prossime ore.