Home Detto Fatto Giovanni Ciacci a Blogo: “Sophia Loren fan di Detto Fatto, Carlo Conti nel mio destino”

Giovanni Ciacci a Blogo: “Sophia Loren fan di Detto Fatto, Carlo Conti nel mio destino”

Giovanni Ciacci si racconta a Blogo: dalle 400 puntate di Detto Fatto ai camerini della d’Urso, passando per le scarpe della Clerici, gli inizi di Conti e una curiosità sulla Loren. Intervista.

pubblicato 16 Aprile 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 16:11

Lui, Giovanni Ciacci, sa tutto sulle “divine” – e i “divini” – del mondo dello spettacolo. Merito di una lunghissima carriera passata al fianco delle dive, quelle vere. Ora, da idolo dei suoi assistiti/e, il “gigante buono” Ciacci è diventato uno dei personaggi più amati dal pubblico di Detto Fattola trasmissione-tutorial” del pomeriggio di Rai 2 che ha da poco raggiunto quota 400 puntate.

Giovanni, è un traguardo importante…

“Abbiamo festeggiato le 400 puntate con una bellissima sorpresa. All’interno della mia rubrica I Divini di Giò Giò – Chissà se chiama, è intervenuta la mia amica Ambra Angiolini. Ci tenevo in modo particolare. Anche perché questa rubrica sta andando davvero bene, è il picco di ascolto della trasmissione insieme al mio cambio look. Ne vado fiero”.

Per te 400 puntate significano anche 400 donne valorizzate. Non dev’essere semplice fare tutti questi cambi di look.

“Sono più di 400. Ho avuto anche più di una donna a puntata: mi ricordo due gemelle, una madre ed una figlia. Sono tantissime le donne che sono venute a passare un pomeriggio divertente con noi. Io, comunque, ho fatto più di 400 puntate in daytime: quando facevo La prova del cuoco e vestivo Antonella Clerici abbiamo festeggiato le 1000 puntate. Sono abbastanza abituato alla quotidiana televisiva, anche se lì stavo dietro le quinte”.

Il merito del tuo approdo televisivo è stato di Guido Brera, il marito della Balivo. Confermi?

“E’ vero, l’idea è venuta a Guido. Sai, Caterina mi vedeva come il suo costumista, non avrebbe mai pensato di mandarmi in video e neppure io ci volevo andare. Ho accettato solo perché mi avevano detto che sarei stato in video solo tre minuti, senza parlare, e con una telecamera fissa. Dovevo fare solo il cambio look – che già facevo a Bisturi, Il Brutto anatroccolo ed Il treno dei desideri. Invece, sin dal primo giorno, mi hanno dato un microfono in mano ed una telecamera accesa. Non mi chiedere come ho fatto perché io, tutt’ora, sto malissimo quando si va in onda. Per me non è una cosa naturale. Comincio a stare male dalla mattina, ho paura e mi prende il panico. Il panico da telecamera è terribile, non si può controllare. E sono 25 anni che lavoro con la televisione”.

Non lo lasci trasparire. Sei il tutor più amato della trasmissione. La tua vita è un po’ cambiata dopo quest’esposizione mediatica?

“Io faccio sempre le stesse cose, faccio un programma in radio, seguo ancora La 7 e Gazzetta Tv come stylist, ho rubriche in alcuni periodici. E’ un bel momento denso. Ma ci tengo a precisare che non amo la parola tutor, io non insegno niente, io faccio solo il cambio look. E’ più corretta la parola ‘ospite fisso’, tutor è una parola importante che non mi merito. I professionisti che vengono ad insegnare qualcosa a Detto Fatto hanno un grande mestiere. Noi costumisti vendiamo solo dei piccoli, o grandi, sogni. Io non so fare un vestito, non so pettinare e non so truccare, però so rendere divina una donna (ride, ndr)”.

Il programma era iniziato male: 3% di share, molti autori se ne sono andati, aggiustamenti in corsa. Ma oggi Detto Fatto vende libri, ha una rivista ufficiale, fa buoni ascolti e, dice la Balivo sul suo blog, ha il “pubblico più interattivo della televisione italiana”…

“E’ vero, Caterina è molto social, è la nuova conduttrice 2.0. Detto Fatto ha un pubblico vero, interattivo. Lo sai che non ha comprato neanche un follower su Twitter e neppure un mi piace su Facebook? Altre trasmissioni lo fanno. I nostri seguaci, invece, sono tutti veri. Ci scrivono sempre, noi rispondiamo a tutti, parliamo con chiunque. Certo, non rispondo alle signore chi mi chiedono di sposarle, ma agli altri sì (ride, ndr). La conduzione di Caterina è il punto di svolta della televisione, è davvero brava, moderna”.

Qualcuno l’ha definita la “maestra Manzi del 2015”. Hanno esagerato?

“(ride, ndr) Caterina è Caterina. Io l’avevo conosciuta a Miss Italia, quando arrivò terza. Avevo capito che aveva una marcia in più rispetto alle altre, sono cose che noi addetti ai lavori percepiamo. E’ l’astro nascente della televisione italiana. La mia amica Barbara d’Urso ha un tipo di conduzione, è riconoscibile. Così la mia amica Mara Venier, così la Marcuzzi. E così Caterina Balivo, è diversa da tutte. E l’essere diversa la fa diventare unica”.

Non la pensa così il critico Riccardo Bocca de L’espresso che, sui social della trasmissione TvTalk, ha detto: “È la tv maestrina di un Paese che non si adegua a crescere e vuole sempre l’aiutino. Caterina Balivo può fare danni molto rilevanti alla televisione italiana. È la futura Barbara d’Urso: faccette, ammiccamenti, piccoli passi di danza…”. Che ne pensi?

“Erede di Barbara d’Urso? Ma magari. Non è certo un’offesa. Barbara d’Urso è una grande signora della televisione”.

Però dice che “può fare danni rilevanti”…

“Eeeh, danni rilevanti. Questo critico cosa ha fatto in televisione? Ha scritto qualche programma che è andato male? Mi sembra di sì, controllate bene il suo curriculum. I critici parlano tanto, ma hanno sempre dei programmi falliti alle spalle o hanno provato a fare gli autori e non ci sono riusciti. A Siena (lui è nato a Siena, come me, ndr) si dice: ‘Quando la volpe non arriva all’uva, dice che non è matura’”.

A proposito di Barbara d’Urso. Non hai mai negato la vostra amicizia, addirittura andate la domenica sera in balera insieme. Ma è vero che ha 8 camerini?

“Guarda che la d’Urso ne ha 8, ma la Balivo ne ha 6 (ride, ndr)”.

Allora punta veramente ad essere la sua erede!

“L’hai detto tu. Sono entrambe mie amiche, hanno due stili di conduzione molto diversi. La storia dei camerini è vera. Ma, sai, è un classico delle grandi conduttrici, fa star. Quando ho fatto Sanremo nel 2005 con Antonella Clerici avevamo un camerino solo per le scarpe e ne avevamo 110 paia. Tutt’ora ci ridiamo su e continuiamo a chiederci a cosa ci servivano tutte quelle scarpe. Ma non siamo ancora riusciti a darci una risposta. Ogni tanto perdiamo il senso della realtà”.

E’ vero, poi, che da adolescente frequentavi la discoteca Papillon di Monteroni d’Arbia quando Carlo Conti faceva il deejay?

“E’ vero. Io conosciuto Carlo Conti proprio lì, quando ancora faceva il deejay nelle discoteche. Poi, vent’anni dopo, ho firmato il mio programma serale proprio con lui e, guarda caso, la mia assistente e collega era Francesca Vaccaro, sua moglie. La mia vita si è sempre intrecciata con Carlo Conti, era nel mio destino. Ah, l’ha fatta pure lui la telefonata a Detto Fatto. Ha chiamato anche Mara Venier, chiameranno presto Simona Ventura, Milly Carlucci, Antonella Clerici, non può chiamare Barbara d’Urso perché va in onda dall’altra parte. Ha chiamato tutto il gotha della televisione”.

C’è qualcuno che non ha ancora chiamato?

“Io aspetto due chiamate. Quella di Sophia Loren. Lo sai che ci guarda? Lei me lo dice sempre, è una fan scatenata di Detto Fatto. Ogni volta mi racconta tutte le puntate e mi chiede il dopo, come sono finiti i tutorial. Poi aspetto la chiamata di Maria de Filippi, ho una stima infinita della televisione che fa lei. Mi piace veramente tanto”.

Non hai mai lavorato con lei? Ti manca?

“Ho lavorato ad un programma con lei, ma era autrice, non era in video. Non l’ho mai vestita”.

C’è qualche personaggio che, secondo te, avrebbe bisogno di un nuovo look? Voglio dei nomi…

“Tanti. Troppi. Ma non ti dirò mai chi sono”.

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