La drammatica vicenda della signora Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria ‘Le Vignole’ di Sant’Angelo Lodigiano, trovata morta nel tardo pomeriggio di ieri nel Lambro, ci riporta, ancora una volta, alla domanda delle domande: giornalismo o gogna?
Gogna o giornalismo, le parole di Selvaggia Lucarelli oggi e nel 2022
Ce lo eravamo chiesti già nel 2022 quando il caso del suicidio di Roberto Zaccaria scosse il mondo della tv. Il 64enne aveva ricevuto un decreto di condanna per sostituzione di persona (una multa di 825 euro), per aver intrapreso una relazione virtuale con il 24enne Daniele (che poi si tolse la vita impiccandosi) fingendosi una tale Irene. All’epoca Selvaggia Lucarelli sul quotidiano Domani paragonò l’inviato de Le Iene Matteo Viviani al “Dexter della serie americana che fa a pezzi con la motosega i criminali che se la sono scampata con la giustizia“. Sotto accusa finì il programma di Italia 1 per un servizio nel quale Roberto (con la faccia oscurata) veniva raggiunto dalla Iena nel suo paese:
Aspettare un uomo che ha pagato il suo debito con la giustizia sotto casa. Un uomo che sta spingendo l’anziana madre che grida ‘aiuto’ su una carrozzina. Rendere riconoscibile lui, la sua casa. Il suicidio. Il metodo Iene, ancora una volta, senza pietà.
https://twitter.com/cinguettavideo/status/1746849988460577260
Parole molto distanti da quelle che oggi la stessa Selvaggia Lucarelli sta utilizzando per commentare la vicenda della signora Pedretti, nella quale è “coinvolto” (come ha detto Antonella Clerici giustificando la sua assenza odierna a È Sempre mezzogiorno) il compagno, lo chef e blogger Lorenzo Biagiarelli. La penna de Il Fatto Quotidiano sostiene che scrivere cose false “è pericoloso“, possono accadere “tragedie” e non si deve dare la responsabilità a chi ristabilisce la verità.
Nessuno si pone mai il problema a monte e cioè che scrivere cose non vere può essere pericoloso, poi accade una tragedia (in cui nessuno ovviamente pensa che contino anche il contesto, la vita, i pregressi) ed è colpa di chi ristabilisce la verità. In pratica, siamo arrivati al punto che dare una notizia non è più una responsabilità. Correggerla sì. Altro che black mirror.
Di chi è la colpa?
Al netto dei casi singoli e delle specifiche implicazioni, la sensazione è di trovarsi di fronte a situazioni senza soluzioni definitive, in cui l’assegnazione delle responsabilità è potenzialmente infinita.
È colpa dei media tradizionali e delle istituzioni (è intervenuto addirittura il ministero per le Disabilità) che hanno trasformato in notizia qualcosa che non lo era e in eroina nazionale una signora che non aveva probabilmente strumenti e forza per gestire un’attenzione mediatica di quel livello? È colpa di chi al telegiornale o sui social – con l’obiettivo di raggiungere la verità o magari di aumentare follower e interazioni – ha indagato sulla faccenda mettendo in evidenza incongruenze e chiedendo spiegazioni alla diretta interessata?
E la gogna social/mediatica nei confronti della signora Pedretti c’è stata per davvero? E come si quantifica?
Diaco contro la Lucarelli?
Pierluigi Diaco, che da tempo ha lasciato i social in quanto “sono una inutile fiera della vanità“, all’Adnkronos si è esposto tirando in ballo, anche se indirettamente, Selvaggia Lucarelli, con la quale i rapporti non sono ottimi (eufemismo): “Gli elementi a disposizione suggeriscono che la signora Giovanna Pedretti è rimasta vittima di un cortocircuito mediatico alimentato da quella che io da anni definisco la ‘dittatura social’. I media tradizionali da anni si fanno dettare l’agenda degli argomenti dal traffico di opinioni espresse da gente senza arte né parte che si erige a giudice della vita altrui. È un allarme sociale e sarebbe il caso che si aprisse una vera e profonda riflessione pubblica“.