Home Tv Talk Giorgio Montanini a Tv Talk risponde a Blogo: “Vorrei lavorare con Valentina Nappi…”

Giorgio Montanini a Tv Talk risponde a Blogo: “Vorrei lavorare con Valentina Nappi…”

Il ‘nemico pubblico’ non delude, neanche a Tv Talk, e smonta la liturgia anche quando risponde alla domanda scelta tra quelle proposte dai lettori di Blogo.

pubblicato 23 Maggio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 14:36

Giorgio Montanini in studio a Tv Talk – Ore 9 sembra un alieno sbarcato su un pianeta lontano anni luce dal suo. Non da solo però, visto che al suo fianco si ritrova Rocco Tanica. Una puntata ‘diversa’ per l’approfondimento tv di Rai Cultura condotto da Massimo Bernardini, che ancora per una settimana andrà in onda il sabato alle 9 del mattino.

Due alieni quindi, che contaminano il tradizionale ‘salotto’ degli analisti tv e ne sovvertono il linguaggio. Si cerca, però, un dialogo che passa anche attraverso la domanda posta da Cinzia Bancone e selezionata tra quelle proposte dalla community di Blogo.
Se ne sceglie una di Dragone189: “Tu conduci in solitaria. Ma se fossi costretto a scegliere un partner con cui condurre, chi vorresti?”.

Montanini non ha dubbi:

“Valentina Nappi, la pornostar napoletana. Dico sul serio. L’ho anche proposta, ma incredibilmente mi hanno detto no…”.

La risposta fa capire quanto la canonica liturgia tv vada ‘sotto stress’ con Montanini. L’occasione è gradita per parlare di satira, un ‘oggetto sconosciuto’ anche per chi mastica tv in tv, peraltro rappresentato da due artisti che sfuggono alle tipiche etichette all’italiana, su cui aleggia anche l’addio di David Letterman, un modello astrale per la comicità italiana. Un esempio?

“Si pensi al monologo iniziale di Letterman, che poi monologo non era, ma era una sequela di battute, scritte magari da 15 persone, ma scritte bene…. Poi guardate il monologo di Ezio Greggio e vedete la differenza…”.

La sua una comicità di denuncia?

“No, io non faccio denuncia. Chi fa satira non fa denuncia. Ma neanche Striscia è denuncia…”.

Lui un talent vip un giorno, magari come Si può Fare?

“No, quelli li fanno i vip che sono in declino totale”.

Lui ad Amici di Maria De Filippi?

“Secondo te?”

risponde a un analista. Fa capire che lui e quel genere di programmi sono mondi lontanissimi. Ma ha chiara la sua identità:

“Io dico quello che penso. A parlar male di tutti finisco per sembrare snob? Non c’è snobismo se ci metti la faccia. Però mettiamoci d’accordo: siamo tutti Charlie e poi quando uno dice quello che pensa non va bene? Dovete essere coerenti. Io non ho le verità in tasca, faccio il comico esprimo il mio punto di vista. Quel punto di vista è totalmente opinabile. Non durante il mio spettacolo. Nel mio spettacolo comando io”.

Per un comico è più importante capire il momento giusto per farsi da parte? Se Tanica, che consiglia sull’argomento un celebre articolo di Mad Magazine, suggerisce che “quando un comico deve spiegare una battuta forse è il caso di cambiare mestiere”, Montanini punta in maniera ancora più netta sull’autocritica:

“Il comico è feroce sempre contro se stesso, altrimenti non è comico. Se si prende troppo sul serio fondi un partito”.

Ogni riferimento è puramente voluto. Fa nomi e cognomi nei suoi show, una cosa in cui in Italia non si è abituati:

“Il fatto che non si possa parlar male di un collega è di una tale stupidità! Ma è un fatto tutto italiano. Io sono stato mandato via dalla mia agenzia perché ho parlato male di Brignano…”

come avemmo già modo di raccontare.

Siamo in un paese fatto così, in cui non solo la comicità è difficile e la satira poco praticata, ma pieno di tabù.

TvTalk_Montanini-Tanica

Chi è il peggior nemico della satira italiana?

“Chi manca completamente di sense of humor, che reagisce pavlovianamente a parole chiave. E’ diventato impossibile, ad esempio, fare battute sul tema dell’omosessualità. Quando si fa si hanno delle reazioni tali… come se entrassi a casa della gente e gli si bruci i mobili. Sogno un mondo in cui non debba far notizia in un articolo la parola ‘omosessuale'”.

analizza Tanica. Una soluzione?

“Il modo migliore di sdoganare le cose è quelle di nominarle in continuazione, come diceva Lenny Bruce. Sostituiamo la parola ‘lesbica’ con ‘acqua’ e usiamola in continuazione e perderà tutta la sua ‘violenza’, la sua connotazione”

dice Montanini.

La parola come strumento di civilizzazione, insomma; il segno (linguistico e narrativo) come mezzo per diventare adulti e esercitare il pensiero. Un passaggio difficile da fare in Italia. Non solo in tv.

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