Milly Carlucci: “Stavo lavorando con Giorgio Albertazzi: un programma di tre puntate per Rai Cultura”
Milly Carlucci e Giorgio Albertazzi stavano lavorando ad un progetto tv insieme.
Giorgio Albertazzi se n’è andato all’età di 92 anni. Fra i tanti ricordi e messaggi di cordoglio c’è quello di Milly Carlucci. “La morte? La chiamava ‘la bella signora’. Ma non con un pensiero triste. La considerava quasi da filosofo, come un passaggio di vita”, racconta la conduttrice all’Ansa. Insieme avevano fatto la decima edizione di Ballando con le stelle e, sempre insieme, stavano lavorando ad un nuovo progetto televisivo.
Ballando, ricorda, “nacque per caso durante una convention. Dal podio gli chiesi sfacciatamente ‘maestro perché non viene a Ballando?’. Lui rispose di si, di getto. Fu difficile incastrare le sue tournée, ma poi non mancò a una lezione, si impegnò al massimo. Era uno che ti conquistava subito con il suo fascino e la grande intelligenza. Ma lanciarsi in un’avventura del genere, per un uomo della sua levatura e della sua età racconta anche quanto fosse uno spirito libero, privo di pregiudizi”.
Quindi il nuovo progetto, ovvero “tre puntate per Rai Cultura, realizzate insieme a Maddalena De Panfilis, che lui stesso ha voluto intitolare ‘Vita, morte e miracoli di Giorgio Albertazzi’. E’ il racconto di tutta la sua vita, privata e professionale, girata negli ultimi due mesi nella sua casa in Maremma e arricchito con interviste ai tanti che lo hanno incrociato. Ora dovremo aggiungere qualcosa post, ma è il romanzo della sua vita. Ci sono materiali d’archivio, spettacoli, foto, scritti, bozzetti da architetto: perché lui era così, chi più ne ha più ne metta”.
Una puntata “l’ha voluta dedicare alla bellezza e all’amore. Ma c’è spazio anche per gli anni della guerra e l’impegno politico. Come i figli della sua generazione aveva creduto in certe cose, perché appartenevano alla sua epoca. Con il tempo, però, le aveva elaborate fino ad avvicinarsi ai Radicali e a stringere amicizia con Pannella e la Bonino. L’ultimo testo che aveva portato in scena, fino all’inizio di quest’anno, era il suo celebre Memorie di Adriano. E ne citava spesso una battuta: ‘bisogna entrare nella morte a occhi aperti. Guardando sempre la strada che si sta percorrendo'”.