Giorgia Rossi a Blogo: “A Mediaset sono cresciuta, essere credibili è difficile, fidanzata con un collega, farei l’inviata in un talent”
A Tvblog.it parla la giornalista di Premium Sport: ecco le dichiarazioni sulla carriera, sull’esperienza di cui è più orgogliosa, su una gaffe che ha commesso, sul fidanzato giornalista “in casa”.
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Prosegue su Tvblog un viaggio in 6 puntate alla scoperta delle telegiornaliste che si occupano di calcio. Quanti di voi si sono chiesti che tipo di gavetta c’è dietro il lavoro di ognuna di loro, quali sono i pregiudizi che devono affrontare in un ambiente prettamente maschilista, quali sono le gaffe più celebri che hanno commesso o i loro sogni nel cassetto, che rapporto hanno con i social network? E, poi, dulcis in fundo… ma sono single, fidanzate o sposate? Ecco tutte le curiosità soddisfatte… la terza intervistata è Giorgia Rossi.
Partiamo dalla gavetta. Quando è nata la passione per il giornalismo e quali esperienze significative hai fatto prima di approdare a Premium?
“Ho iniziato abbastanza giovane, a 17 anni, a lavorare per un giornale locale di Roma, per poi diventare pubblicista. A 20 anni mi sono trasferita al canale tematico della Roma e, mentre frequentavo Giurisprudenza, ho avuto quest’importante opportunità che è durata 4 anni ed è andata bene, anche perché ho preso confidenza con la telecamera. Poi ho girato un po’, sono stata a Dahlia Tv, poi un anno a Sky, poi a Roma in Rai fino a che ho iniziato a collaborare con Tiki Taka per Mediaset nell’ottobre 2013 e da allora la collaborazione è diventata più costante e continua. Mi sono trasferita a Milano un anno e mezzo fa e ho iniziato al ‘touch’ per poi passare alle conduzioni. Un percorso graduale prima di arrivare alla Champions League e agli studi della Serie A. Ho realizzato tutti i miei desideri e mi sento completa a livello professionale anche se sono ancora tante le esperienze che mi aspettano…”.
La tua famiglia ti ha incoraggiato a intraprendere questo mestiere o era scettica all’inizio?
“All’inizio mi ha incoraggiato, poi quando ho avuto un momento di difficoltà è stata un po’ scettica e ho dovuto combattere, loro preferivano che intraprendessi altre strade, io non ho voluto e per ora sono stata premiata”.
Quando sei approdata a Premium e come è nata la collaborazione? Hai inviato un curriculum o sei stata notata per i tuoi precedenti lavori?
“Mi hanno notata in Rai quando mi sono occupata di Confederations Cup. Poi il vecchio direttore di Videonews Claudio Brachino mi ha contattato per Tiki Taka. Il nuovo numero 1 di Premium, Alberto Brandi, mi ha dato fiducia, affidandomi la conduzione della Champions League, e io spero di ripagarlo al meglio. Dopo, in conduzione, è arrivato Sandro Sabatini e si è creato davvero un bell’ambiente”.
Descrivi il tuo primo giorno di lavoro.
“Lavoravo da Roma per Tiki Taka, ogni tanto facevo servizi ed ero inviata. Poi sono stata collaboratrice a Milano, mi sono cimentata con il ‘touch’ a Studio Sport, inizialmente ero spaesata, ogni macchina ha le sue basi, in più erano tutti colleghi nuovi ma mi hanno accolto bene, con grande disponibilità e mi hanno permesso di imparare nuove cose giorno dopo giorno”.
Il servizio o l’esperienza di cui sei più orgogliosa?
“Come conduzione sicuramente la Champions, sono cresciuta grazie all’opportunità che mi ha dato il direttore Brandi. Io, poi, sono sempre stata un’amante del calcio estero e, dunque, commentare le grandi squadre e i big match negli stadi più belli d’Europa è qualcosa che mi rimarrà sempre dentro”.
Una gaffe clamorosa che hai fatto e che vuoi citare?
“Striscia mi ha pizzicato, era una giornata particolare – il 2 novembre – ho parlato velocemente e ho detto ‘smortphone’ anziché ‘smartphone’, può capitare…”.
Qual è il rapporto con i colleghi maschi?
“È un rapporto di stima, di grande rispetto ma anche di voglia di imparare qualcosa di nuovo, partendo dal presupposto che le telecronache e le vere competenze tecnico-calcistiche sono più degli uomini”.
Hai mai avvertito nel mondo del lavoro eventuali pregiudizi sul fatto che tu sia una donna – e anche bella – che si occupa di calcio?
“Inevitabilmente sì ma è normale, ci sta, chi lavora in questo ambiente – che per certi versi ti regala grandissime soddisfazioni – sa che può andare incontro a delusioni e sofferenze. Essere credibili è la cosa più difficile, l’importante è mantenere la consapevolezza di chi sei, cosa vuoi fare e dimostrare di sapere”.
Qual è il tuo modello di riferimento nel tuo campo?
“Uno in particolare no, cerco di apprendere da ognuno, osservo molto e cerco di andare oltre i limiti”.
Come reagisci ai complimenti e alle lusinghe sui social? E a chi si spinge un po’ oltre con gli apprezzamenti?
“All’inizio ero più suscettibile, oggi i social sono diventati uno strumento fondamentale per relazionarsi, anche per farci vedere come persone un po’ più ‘normali’ di altri, vanno utilizzati con giudizio perché altrimenti si rischia di cadere in un cerchio da cui non si esce”.
In redazione sono spesso nate storie d’amore tra giornalisti. Sei stata “contagiata” da questo virus?
“Sì, un mio collega è il mio compagno. Si tratta di Alessio Conti. L’ho ammesso anche sui social, non è un segreto. Comunque della vita privata preferisco non parlare”.
Quale sogno nel cassetto hai nel futuro? E che tipo di trasmissione ti piacerebbe condurre (o già esistente o da inventare)?
“Mi sarebbe piaciuto nascere qualche anno fa per intervistare un calciatore che oggi non c’è più, Agostino Di Bartolomei. Inviata in un talent show? Perché no, se nelle mie corde volentieri… conoscendo i miei limiti e le mie duttilità”.