I funerali di Gigi Proietti col commento tv e il corteo live: le esequie di un Re
I funerali di Gigi Proietti in diretta tv e il commosso omaggio di Roma a uno degli ultimi maestri del teatro italiano.
Lutto cittadino a Roma per i funerali di Gigi Proietti, trasmessi in diretta su Rai 1 con uno speciale firmato Tg1 e UnoMattina. La storica compagna di Proietti, Sagitta Alter, e le figlie Susanna e Carlotta hanno scelto un omaggio pubblico per l’amato padre e si sono dette ‘travolte’ dall’affetto ricevuto alla notizia della scomparsa dell’attore (diciamo pure maestro), avvenuta lo scorso 2 novembre, nel giorno del suo 80esimo compleanno.
Prevista una lunga diretta tv, che copre tutto il daytime della mattina di Rai 1 e va dalle 9.40 alle 13.30: il tutto per un omaggio sentito a un vero maestro dell’arte attoriale, ma anche per seguire un funerale pubblico in epoca Covid. Una circostanza che rende queste esequie un evento singolare, e non solo dal punto di vista televisivo. Il corteo che si muoverà dal Campidoglio per passare davanti al Globe Theatre di Villa Borghese, che ha fortemente voluto, difeso e che ora gli sarà intitolato, e arrivare alla Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo non è solo un tributo, ma anche una sfida per l’Amministrazione. Oltre a essere un precedente in un periodo in cui assembramenti e riunioni sono praticamente vietate.
E il pensiero però corre subito al marzo 2018, quando Piazza del Popolo si riempì per l’ultimo saluto a Fabrizio Frizzi: una folla commossa si dette appuntamento in uno dei luoghi più rappresentativi della Capitale per applaudire il conduttore, scomparso dopo una breve ma intensa malattia. Il clima questa volta è diverso, ma non meno commosso.
Un funerale ‘a tappe’ partito alle 9.54 con il corteo funebre che ha iniziato la salita di via San Pietro in Carcere, quindi un giro sotto la Lupa Capitolina quindi la cerimonia laica al Globe con gli omaggi di Walter Veltroni, Marisa Laurito ed Edoardo Leo, oltre a molti dei suoi allievi; previsto anche un collegamento Skype con la sindaca Raggi, a casa per Covid. Alle 12 la messa alla Chiesa degli Artisti. E immaginiamo Proietti schernirsi, con una risata, di tutto questo tripudio di formalità.
La diretta prosegue con i padroni di casa di UnoMattina che proprio non riescono a ricordare il nome e il cognome, alternativamente, dell’inviato al Campidoglio, che intervista anche una vigilessa, non essendoci pubblico cui chiedere un ricordo di Proietti. Le Forse dell’Ordine diventano i testimoni dell’evento tv. Un funerale con commento televisivo non proprio consueto: a ricordarlo in studio anche Alberto Angela, che lo ha vissuto sul set di Ulisse e Meraviglie e che, nel contempo, può anche raccontare la storia dei luoghi che accompagnano il percorso funebre, dai Fori Imperiali alla Piazza del Campidoglio.
Nel corso della diretta si ripropongono le parole che Proietti dedicò ad Alberto Sordi nel giorno dei suoi funerali: parole che potrebbero essere usate oggi.
Il corteo blindato, fatto di motociclisti delle varie forze dell’ordine, sa di funerali di Stato più che popolari. Uno spiegamento di forze che sembrerebbe proprio di un Capo di Stato. O meglio di un Re. E intanto il saluto della gente non manca, distanziata e con mascherina. Un’immagine a suo modo storica. Come del tutto eccezionale è la copertura: mai un corteo funebre era stato seguito live, con le motocamere, come in un Giro d’Italia. Solo che al centro dell’immagine c’è un carro funebre. Anche l’audio in presa diretta, con il rumore delle moto (e qualche volta anche qualche parola di troppo del cameraman) dà la sensazione dell’essere lì, in presenza, ad accompagnare il feretro anche per chi è a casa, collegato in diretta tv. Una cosa non vista
Gigi Proietti riesce a far aprire un teatro in questi giorni di chiusura totale: fa aprire il suo teatro, il Globe, dove viene accolto dagli amici e dagli allievi. Alberto Angela spiega, da par suo, la storia del teatro shakespeareano e il miracolo fatto in un’area degradata di Villa Borghese.
Flavio Insinna ed Enrico Brignano scelgono di non parlare alle telecamere, che invece seguono tutti i passaggi della cerimonia, dall’arrivo del carro al passaggio della compagna e delle figlie.
Un lunghissimo, davvero lunghissimo applauso all’arrivo della salma sul palco del Globe: tante lacrime e un battito di mani che non perde intensità col passare dei minuti. Dietro le mascherine si capisce tutto il dolore e la commozione di chi gli ha voluto bene. 5 minuti e 40 di applausi, nel silenzio anche del commento tv: bravi in studio a non aver toccato il momento.
E va detto che il dispiegamento di forze della Rai è notevole: almeno tre camere fisse e un paio che si muovono tra platea e palco. A occhio. Una nel palco della famiglia che segue tutto quello che succede nella famiglia.
Virginia Raggi annuncia omaggi ancora maggiori quando la Pandemia finirà: alla fine del suo breve – e diciamoci la verità, insignificante discorso – non c’è stato nessun applauso. Il ghiaccio.
La prima a parlare è Marisa Laurito, in lacrime. “Quando entrava in camerino dopo uno spettacolo non entrava un amico, entrava il Teatro… Non volevo vivere questo giorno, qui nel tuo regno… Ciao Gigi, ci vediamo presto”: un discorso commovente, toccante, dal finale straziante.
Segue Pino Quartullo in voce dei 100 allievi del Laboratorio: è stato uno dei primi.
Dopo una delle sue prime allieve al Globe tocca a Edoardo Leo, a nome di Unita. E quando uno sa scrivere si vede, e si sente subito. Gli legge la lettera che avevano scritto per i suoi 80 anni “e non contiene né la parola ‘auguri’ né la parola ‘addio’, ma ‘grazie'”. Che bella lettera. Che bravo è lui.
Paola Cortellesi sceglie un altro taglio, da vera attrice: si rivolge alle sue donne e ripercorre la sua ‘storia’ attraverso le opere di Gigi. Le canta e racconta con ironia, con la voce allegra: la leggerezza, con arte. E sul finale non trattiene la commozione. Bellissimo. E bravissima lei.
C’è anche Brignano a ricordarlo. E fa davvero fatica a prendere fiato. Si rivolge a lui, guardando il feretro, tenta un sonetto, ma chiude in prosa. E con un bacio sulla bara. E lasciamo perdere per un momento le procedure anti-contagio…
Chiude Walter Veltroni. Per fortuna. “[Se non ci fosse stato questo virus] sarebbero venute qui persone da tutta Roma, i vetturini e i musicisti più colti e raffinati, le signore e Manzotin..”. Riesce a far ridere tutto il teatro raccontando un aneddoto tipicamente romano e l’amico Gigi ne sarebbe stato fiero. E fa bene a ricordare quel giorno del 2003 in cui aprirono, dopo comuni sforzi e impegno, il Globe. E gli dà forse il miglior titolo, er Sor Maestro.
“Odiavi, e io con te, la parola ‘Narrazione’, che ora viene applicata a ogni anfratto della vita umana, perché a te piaceva raccontare. E tutti noi, per decenni, come bambini che ne abbiamo bisogno per non avere incubi abbiamo goduto dei tuoi meravigliosi racconti. E per questo semplicemente ti ringraziamo. […] Nel Decamerino hai scritto, a proposito del romanzo della tua vita che avevi raccontato come se fosse uno spettacolo teatrale, “Nel camerino tutti dissero ‘Ma è vero? E’ vero che ve l’ho raccontato’.
Ciao Gigi. Ci vediamo presto”.
Dopo un altro lunghissimo applauso, il feretro si allontana dal Globe per raggiungere la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Ma questo omaggio di allievi e amici è stato davvero bellissimo.
Davvero disorientante, invece, la scelta di dividere lo schermo tra feretro in viaggio e vita sul palcoscenico: una scelta di regia talmente iperrealistica dall’essere disturbante.
Un picchetto d’onore dei Carabinieri per il Maresciallo Rocca. Ma schierata davanti alla Chiesa c’è anche la Polizia.
Alle 12.10 l’ingresso in chiesa, per una cerimonia privata con parenti e amici. Piazza vuota, tante telecamere e c’è comunque un po’ di gente assiepata fuori.
Per restare a considerazioni televisive, tante anche le camere sistemate dentro e fuori la chiesa e in piazza. E cambia anche il commento: l’accompagnamento laico di Alberto Angela lascia ora il posto al commento di un sacerdote.
L’affetto va bene, ma gli assembramenti no: non si possono allontanare le persone, non solo dalla piazza (a favore di telecamere) ma proprio dalle strade? Non è una situazione sicura…
A conferma di quella percezione di ‘regalità dettata da questi lunghi e articolati funerali e per il modo stesso in cui sono stati costruiti, un’immagine affissa a un muro all’esterno della Chiesa degli Artisti, immortalato dalle telecamere della Rai.
E una delle telecamere in chiesa coglie Fiorello con la moglie Susanna. Tra i banchi anche Laganà, Steno, Valentina Lodovini e molti dei suoi allievi. Ma quanto non riesce ad arrivare questa omelia. E quanto ancora ci risuona nelle orecchie quella di Edoardo Leo.
La cerimonia finisce alle 13.20. Un applauso accompagna la salma all’uscita, mentre in chiesa gli amici si salutano. Buon viaggio, Cavaliere Nero.