Home Notizie Gianni Minà a Blogo: Come nacque quell’Alta Classe con Pino Daniele. Rifarlo oggi? Non ci sono più artisti di quel livello

Gianni Minà a Blogo: Come nacque quell’Alta Classe con Pino Daniele. Rifarlo oggi? Non ci sono più artisti di quel livello

L’intervista di Blogo a Gianni Minà

di Hit
pubblicato 6 Gennaio 2015 aggiornato 21 Gennaio 2021 17:23

La scomparsa di Pino Daniele ha colpito tutti profondamente. Ieri, nel darvi l’annuncio, abbiamo ricordato un bel pezzo di televisione che lo ha visto protagonista, insieme all’amico Massimo Troisi. Ci riferiamo a quell’ Alta Classe, andato in onda su Rai1 anni fa, alla cui conduzione c’era Gianni Minà. Abbiamo contattato il giornalista piemontese per darci il suo ricordo di quella serata e della sua amicizia con il grande cantautore napoletano.

Ieri, giorno della scomparsa di Pino Daniele, sono rimbalzate sul web le immagini di quella serata di Alta Classe su Rai1, ce la racconta ?

Sono molto lieto si sia parlato di quel programma. Siamo riusciti quella volta a mettere insieme due pesi massimi dell’arte napoletana. Quando vedi due personaggi come Daniele e Troisi capaci di tenere per 24 minuti il pubblico di qualunque parte dell’Italia a sganasciarsi dal ridere -attenzione un ridere intelligente e non un ridere alla moda, come usa adesso con artisti di un presunto cabaret- allora sei sicuro di stare facendo qualcosa di davvero bello.

Come nacque quella puntata di Alta Classe ?

Sulla carta eravamo certi di mettere in piedi una serata speciale, con due grandi personaggi di quel livello e c’ero riuscito grazie all’amicizia che avevo con entrambi. In quell’occasione Troisi volle omaggiare il suo amico. La puntata era dedicata a Pino Daniele, lui disse che aveva in mente una situazione per scherzarmi ed alla fine di tutto, quell’ intervento fu una sua grande invenzione. Lui passava dalla recitazione di una poesia alla presa per i fondelli del mestiere del cantautore, o del mestiere dell’artista di teatro. Fu un momento televisivo irripetibile, dovuto molto più che a Bernardini e a me, all’invenzione, che era uno dei caratteri fondamentali dell’artista Troisi.

In quell’occasione si vide benissimo come i due erano veramente amici. Cosa li accumunava, oltre all’origine napoletana ?

I due si volevano molto bene perchè avevano sofferto una gioventù difficile. Erano entrambi due ragazzi napoletani che smentivamo i luoghi comuni su Napoli. Erano bravi a parlare di cose serie in maniera lieve, facendo anche riflettere. Questo è importante e credo che i comici attuali sbaglino, quando credono che sfuggendo alla critica della società dove vivi, fai una cosa giusta. No, si può far ridere anche parlando di cose, in teoria, serie. Far ridere la gente è molto più difficile che farla piangere.

In cosa si differenziava Pino Daniele dai suoi conterranei ?

Lui quando si metteva a fare una cosa, la faceva con un rigore e una serietà sconosciuta, non solo a Napoli, ma in quasi tutta l’Italia. Rimproverava ad alcuni suoi conterranei, di sapersi solo lamentare e di non scrollarsi di dosso il clichè del napoletano. Questa cosa lo mandava davvero in bestia.

Ci può raccontare qualche aneddoto al riguardo ?

In pratica l’ho detto, credo che vada bene così.

Quale caratteristica ricorda più volentieri di Pino Daniele ?

Aveva una voce particolare, quella di un bambino. Quella gliel’ha data la natura quando è nato, ma lui l’ha usata meravigliosamente come fosse un vero strumento. Quando cantava lui non era troppo affettuoso con la sua città e la sua gente. Guardate “Napule è” che canzone strepitosa, oppure altre canzoni inserite nell’LP “Pino Daniele”, che credo sia quello, dopo “Terra mia”, che lo abbia fatto apprezzare da tutti. Questo è quello che io vorrei sottolineare. Alcune volte, l’artista meridionale, si crogiola nelle cose dove risulti che la vita è solo tenerezza o romanzo, ma come le ha raccontate lui queste cose, pochi sono riusciti a farlo.

Pino Daniele poteva contare su molte amicizie, ce lo ricordiamo spesso in palcoscenico con un grande, di cui ingiustamente si parla poco, come James Senese

Davvero meravigliosa l’ amicizia fra lui e James Senese. Il papà di Senese era un soldato americano. Napoli gli ha dato solo la povertà ed un padre incerto. Eppure lui ha saputo diventare un musicista, per quanto possibile in Italia, di grande valore. Certo Pino Daniele è riuscito ad arrivare ai “vertici vertici”, James è rimasto un “peso medio”. Un peso medio però che in un altro paese avrebbe avuto molte più chance. Io adoro James Senese, lui e Gragnaniello, in coppia, sono un pezzo di musica popolare, che purtroppo non sempre dalla nostra critica musicale, che è modaiola, viene percepito. Da noi si sta sempre dietro alla moda del momento e si ignorano troppo spesso artisti molto bravi.

Tornando ad Alta Classe, si potrebbe rifare un programma così nella televisione di oggi ?

Assolutamente si. Ma devi avere quegli artisti. Devi trovare artisti di quel livello.

Ed oggi ci sono?

No, non ci sono. Quella generazione lì, che conta gente come Pino, Troisi, Benigni, Verdone, ancora non ha ricambi. Vedi, uno che ha fatto un film come Johnny Stecchino e poi ti legge Dante o i Dieci Comandamenti, come nemmeno il più colto e titolato professore riuscirebbe a fare, dove lo trovi oggi? Anche la generazione di quei musicisti non ha ricambio. A Napoli è arrivato Carosone, poi Murolo, i fratelli Bennato, Pino Daniele. Ogni dieci anni ne arrivava uno nuovo a modernizzare la canzone italiana. Oggi non c’è nessuno. Ci sono onesti professionisti, ma del livello di quelli che ho citato, no di sicuro. Ho l’impressione che per arrivare a quell’altezza, ci vorrà ancora un bel po’ di tempo per scoprirne di nuovi.

Eppure in televisione oggi è tutto un fiorire di programmi, anzi di talent come li chiamano, in cui si cercano -appunto- nuovi talenti

Mi permetta però di dire, io che ho fatto la televisione di qualità che abbiamo citato prima, e che ho avuto più di 1500 ospiti, di cui 500 stranieri, quando ho fatto per tre anni sulla Rete 2 la domenica pomeriggio, con Blitz, tu devi avere l’idea di quello che vuoi. Devi scegliere un metodo, devi essere rigorosissimo nella scelta degli artisti e poi devi pretendere da loro che non siano pigri. Bisognerebbe lavorare da adesso e forse tra 4 o 5 anni incomincerebbe a spuntare qualcuno.La televisione di oggi è tutta “cotta e mangiata”.

Grazie a Gianni Minà per il suo ricordo di Pino Daniele ed appuntamento a presto per approfondire di più il tema televisivo in un prossimo nostro incontro.