Gianluigi Nuzzi a Blogo: “Soddisfatti di Segreti e delitti. Programma di inchieste? Non ci sarebbero risorse psicologiche”
“Noi siamo l’unica squadra che inizia il 4 settembre e finisce a fine luglio, siamo in onda per unici mesi all’anno. Permetteteci di mandare i nostri neuroni in spiaggia a giocare a racchettoni… magari a Ponza (d’autore)”: intervista a Nuzzi.
Un’isola. Una rassegna letteraria. Quaranta relatori e due ideatori noti al grande pubblico. Dal 18 luglio Ponza sarà “invasa” da Gianluigi Nuzzi, David Parenzo e dalla settima edizione di Ponza d’autore, la manifestazione letteraria ideata dai due giornalisti in collaborazione con Visverbi e l’albergatore Gennaro Greca. “La rassegna quest’anno è dedicata ai tabù del nostro tempo”, ci spiega il conduttore di Quarto grado e Segreti e delitti.
“I tabù sono quegli snodi che impediscono la crescita di un Paese – continua – Esistono tabù culturali, politici e sociali. Ponza d’autore raccoglie persone di estrazioni sociali differenti (Vittorio Sgarbi, Sammy Basso, Bruno Vespa, Roberto D’Agostino, Carlo Freccero e Giuseppe Cruciani solo per citarne alcuni), le mette a confronto valorizzando le contaminazioni di mondi diversi, senza preclusioni e senza barriere. Tutto era iniziato per gioco con un albergatore dell’Isola, ora siamo in piazza e proponiamo un cartellone importante. Il tutto senza finanziamenti pubblici”.
I tabù esistono anche nel mondo dell’informazione?
“Ci sono dei tabù, certo, e delle disabilità. Sono quegli argomenti che non si ha il coraggio di affrontare. Faccio un esempio su tutti: il Vaticano. Fino all’arrivo di Francesco era un tabù, si parlava solo della missione pastorale del Papa ma non si parlava di quello che succedeva in Curia. Poi quando abbiamo scoperto alcuni aspetti, si è dimesso Benedetto XVI”.
Forse anche per merito della sua inchiesta…
“Beh, quel libro ha contribuito ad accelerare un processo di cambiamento. Questo è indiscutibile”.
La rassegna è ideata assieme a David Parenzo. Nonostante questa collaborazione ed un’amicizia personale, non avete mai lavorato insieme in tv. C’avete mai pensato?
“David è un amico e provare a lavorare con un amico è difficile. Io ho fatto le mie prime comparse in televisione come opinionista proprio nella sua trasmissione su TeleLombardia, gliene sono e sarò riconoscente. Però è anche vero che siamo molto diversi per fare qualcosa insieme in televisione, la vedrei difficile”.
Tornerà anche la vostra rassegna stampa mattutina su Youtube?
“Certo, saremo presenti sui social perché è importante declinare in maniera diversa la manifestazione. E quest’anno saremo anche sul portale di TgCom e su AffariItaliani”.
Intanto continua l’impegno televisivo con Segreti e delitti, ogni venerdì su Canale 5. Possiamo fare un bilancio di questa seconda edizione?
“Il bilancio è buono. Abbiamo consolidato i risultati dello scorso anno ed è un dato importante. Canale 5, pur non essendo una rete che si contraddistingue per l’informazione in prima serata, dimostra di poterla fare con buoni risultati. L’azienda ci ha dato un mandato di fiducia, noi siamo l’unico programma di questo genere. E possiamo dire che il nostro obiettivo è stato centrato, volevamo andare sopra il 10 % di share. Poi, certo, se si vuole essere maliziosi e paragonare il nostro programma alle fiction o all’intrattenimento, la differenza si nota. Ma è inevitabile”.
Quest’anno si è parlato molto di crisi dei talk politici. La crisi sembra non esistere nei talk di cronaca…
“Quarto grado ha avuto una stagione straordinaria. Non solo abbiamo mantenuto gli ascolti dell’anno precedente ma siamo cresciuti del 30% nella media. E’ un dato di soddisfazione per la squadra. Segreti e delitti ha mantenuto e consolidato gli ascolti dello scorso anno. E’ ovvio, poi, che l’arresto di Bossetti è stato un fatto di cronaca eccezionale. Dopo anni di indagini, disperazione da parte della famiglia Gambirasio e un’attenzione fuori norma da parte del pubblico, c’è stato un arresto. Ma il successo di Quarto Grado dimostra che anche in assenza di vicende clamorose ed eclatanti si può fare un programma interessante e con buoni risultati di ascolto”.
Perché il pubblico è così attratto da questi casi? Scatta il processo di immedesimazione?
“Penso di sì, c’è molta attenzione e curiosità nei confronti di alcuni casi, oggi ancor più di ieri. Durante un periodo così precario dovuto alla crisi economica, si tende a salvaguardare la propria famiglia, la prima polis. E qualsiasi segnale che possa metterla a rischio, diventa un allarme. Molte di queste vicende accadono proprio in famiglia ed è per questo che le persone vogliono capire cosa è successo per non rischiare che possa accadere di nuovo”.
Quarto grado e Segreti e delitti, le differenze sono minime…
“Quarto grado analizza l’aspetto scientifico mentre Segreti e delitti valorizza l’aspetto della ricostruzione e del confronto fra gli opinionisti. Qui è la docu-fiction, come ci ha insegnato Santoro, ad aiutarci a capire meglio vicende e aspetti”.
Qualcuno ha ritenuto superflua la presenza di Eleonoire Casalegno fra Massimo Picozzi ed Alessandro Meluzzi…
“Elenoire Casalegno è un’attenta osservatrice dei fatti, dà interpretazioni deduttive in maniera puntuale, pungente ed interessante. Qualche volta è capitato che sue domande mettessero in difficoltà avvocati e difensori. Lei sa ben interpretare l’opinione del pubblico. Io, comunque, trovo avvilente che in questo Paese una bella donna debba ritenersi non degna di un’opinione. Se fosse brutta, nessuno avrebbe nulla da ridere. Ed è una forma di maschilismo becero e rivoltante”.
Intanto pure Quarto grado è sbarcato in edicola. Soddisfatto?
“L’espressione del settimanale è potente. E’ stata una conferma dell’affetto, dell’attenzione e della costanza del nostro pubblico. I telespettatori intrattengono con noi un rapporto che va aldilà della semplice visione della puntata. Il nostro è un pubblico che ci scrive, segnala casi, ci aiuta a risolverli e ci stimola. Il 30% dei servizi che noi mandiamo in onda hanno origine grazie alle segnalazioni del pubblico. C’è interattività”.
Su Twitter si è formato un vero fan club, i #quartograders. Non so se legge mai i loro commenti, sempre pungenti ed ironici…
“I #quartograders sono un gruppo indispensabile. E’ un gruppo motivato ma anche molto critico. Spesso esprimono con sarcasmo ed ironia opinioni che hanno buona sostanza e verità. Alleggeriscono anche l’approccio a questi argomenti, loro si possono permettere ironia. Ma attenzione, chi fa una battuta non è stupido, è modo particolarmente attento per sottolineare un aspetto di una storia. Io ringrazio sempre i #quartograders, mi fa piacere che partecipino con le loro osservazioni”.
Lo scorso anno Aldo Grasso la definì “molto bravo, ha il piglio d’inchiesta del mastino”. Non le mancano le inchieste tipo Gli Intoccabili?
“Il fatto che Cairo non ha voluto proseguire la mia esperienza a La7, dimostra che le inchieste sono difficili da fare in un momento di conti economici stretti. Tant’è che La7 ha rinunciato ad avere un programma di questo genere, noi siamo stati gli ultimi. Le inchieste che noi facciamo a Quarto grado hanno un’efficacia ancora più potente. Mi viene in mente il caso di Valentina Salomone: abbiamo fatto partire un’inchiesta come suicidio ma grazie ai nostri esperti siamo riusciti a capire che si tratta di omicidio. Abbiamo dato una verità a dei genitori e questo lo ritengo un risultato straordinari per un cronista. Le inchieste a Gli intoccabili hanno fatto anche scalpore, scandalo. Penso a quella sul Vaticano ma anche al senatore Razzi ed il suo ‘fatti li cazzi tua’ che è diventato un tormentone grazie a Maurizio Crozza. Noi pensavamo che si sarebbe dimesso ed invece è diventato una star, questo Paese è bizzarro”.
Si è parlato spesso di un programma d’inchieste per Rete 4 ma non ha mai visto la luce. C’è ancora questo progetto?
“E’ un progetto ancora allo studio perché bisogna trovare le inchieste, declinarle per il grande pubblico, trovare il format giusto. Non è così facile. Poi sono sopraggiunti altri impegni come Segreti e delitti che hanno assorbito le nostre risorse e quelle della squadra. Noi siamo l’unica squadra che inizia il 4 settembre e finisce a fine luglio, siamo in onda per unici mesi all’anno. Non ci sarebbero le risorse psicologiche per fare un nuovo programma, permetteteci di mandare i nostri neuroni in spiaggia a giocare a racchettoni… magari a Ponza (d’autore)”.