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Gianluca Semprini a Sottovoce: “Politics non va benissimo. Mi sento responsabile ma vado avanti”

Gianluca Semprini, ospite di Marzullo, non ha negato la partenza fallimentare di Politics. Dimostrando la sua onestà

pubblicato 13 Ottobre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 18:52

Gianluca Semprini, a domande precise (di Marzullo), ha dato risposte precise. Ospite di Sottovoce il conduttore si è raccontato più che mai alla vigilia del puntatone di Politics con Renzi, che lo ha visto risalire negli ascolti (record di più di un milione e mezzo di spettatori e uno share al 6%).

Eppure la strada da fare è ancora lunga e il giornalista va avanti tra ansia e fiducia:

“Ci sono stati momenti di grande tensione e continuo a sentire pressioni, è normale che ci siano e adesso un po’ mi sono abituato. Nonostante l’agitazione riesco anche a farmi il riposino del pomeriggio…In realtà sono meno teso quando sto davanti alla telecamere che nei minuti precedenti. In questo momento mi sento responsabile che il programma non stia andando benissimo, sono il primo a volere il successo per tutti. In redazione ultimamente ci si scontra molto, soprattutto con le donne, ma io sono molto franco, molto diretto, mi metto sempre in prima linea in tutte le situazioni. Devo dire che all’interno dell’azienda ho trovato moltissima vicinanza in questi momenti. Devo farmi una domanda e darmi una risposta? Allora… Andare avanti con queste tensioni e questa sfida così importante? Sì, ne sono convinto”.

Certo, il problema degli ascolti resta strutturale nel Dna del programma:

“Avere una durata corta è una scelta rischiosissima, per lo share è un disastro perché hai risultati dimezzati. Spesso mettono a confronto il nostro programma con un altro, noi corriamo i 400 metri e loro gli 800, anche se negli 800 ci stanno superando e bisogna essere onesti. Il martedì è la sera più difficile, dove ti misuri con l’altro talk show, la fiction, spesso la partita della Champions…”.

Politics resta comunque il treno che Semprini non ha potuto perdere:

“Per un attimo ci ho pensato a dire di no alla Rai, ‘è un’avventura troppo grande, lascia perdere’, ma era la classica sfida alla quale non si poteva dire di no. La scorsa primavera mi arrivò un messaggio sul telefonino di un numero sconosciuto. Era Daria Bignardi che voleva incontrarmi, all’inizio pensavo fosse uno scherzo. Poi ci siamo incontrati e dopo cinque minuti mi ha detto ‘la rete vuole innovare, ha pensato a te per il talk della prima serata’. Io ho pensato, magari avete pensato a me per condurre Elisir al posto di Mirabella (ride, ndr). Su Sky avevano visto i Confronti, quella era stata una grossa sfida, all’epoca il Direttore Carelli mi aveva proposto i primi Confronti per le amministrative del 2011 e poi quello che ebbe molto successo è quello tra i cinque del Pd, con un ancora giovane Matteo Renzi sindaco di Firenze. Qua la mia carriera è cambiata, è stato un evento importante e molto seguito, ci furono begli elogi nei miei confronti”.

Peccato, che col passaggio da Sky alla Rai, siano subito piovute le critiche:

“Molti giornalisti si sono scatenati. Mi ha divertito che un giornale molto famoso a metà giugno mi chiamava il Signor No della politica e mi elogiava, appena ho firmato con la Rai sono diventato filogovernativo. Dal momento in cui sono stato preso ho avuto subito critiche, anche molto pesanti. Devo dire che ho cominciato a pararle, leggo e ascolto le critiche che vengono da persone intelligenti e competente. Altre a livello politico mi fanno sorridere, arrivano da persone che facevano il nostro mestiere per riviste di terza serie e poi sono entrate in politica. Queste persone dovrebbero pensare a quello che hanno fatto nella loro carriera e poi giudicare le carriere degli altri. Io ho condotto una carriera a testa alta e continuo a farlo pur nella difficoltà del momento”.

A proposito di chi gli ha dato del voltagabbana, per aver firmato con la Rai dopo averla massacrata in passato, ha detto:

“Quando sono entrato per la prima volta a Via Teulada leggere la scritta sullo sfondo arancione che avevo visto da piccolo mi ha emozionato. Ero stato molto critico nei confronti della Rai, un post era rimasto famoso sul blog, ho avuto il sindacato della Rai contro. E’ un po’ come quando giochi nella Roma e critichi la Juventus, poi quando arrivi alla Juventus cambi maglietta e diventi il primo titolo. Comunque, se ci fosse stato un Semprini X al mio posto, anch’io avrei pensato male e avrei scritto un commento su Twitter”.

Semprini ha anche motivato la sua scelta di entrare in Rai con un contratto a tempo indeterminato, dovendone lasciare uno in Sky per la grande occasione:

“Quando è arrivata questa scelta inaspettata in famiglia è nato un dibattito, io ho quattro figli, mi sento molto responsabile. Sono una persona molto semplice, quando finisco di lavorare per me ci sono solo mia moglie e i miei figli. Ho pensato, è una sfida molto difficile, grandi manager mi avevano chiesto di essere nella loro scuderia, io ho voluto trattare da solo il contratto da giornalista. Ho detto, oggi faccio il talk, domani un’altra cosa, non ho intenzione di bruciarmi, a Sky sono considerato molto, ho un contratto a tempo indeterminato, non vengo a rischiare il futuro della mia famiglia per un talk in prima serata, prima ci sono i valori, poi il lavoro. E quindi non avrei messo a repentaglio loro per una vanagloria personale. Non mi sono pentito”.

L’onestà intellettuale di Semprini continuerà ad essere la cifra di Politics, insieme al presidio sul prossimo Referendum:

“Il criterio di scelta degli ospiti? Assolutamente trasversale, si cerca equilibrio tra le forze politiche: ci sta la guerra tra i talk show per prendere l’ospite migliore, a volte bisogna aspettarlo altre soffiarlo. Certo, prepari un programma la settimana prima ma poi ‘attualità fa la differenza. Noi all’interno del nostro talk avevamo già previsto momenti di confronto nelle prime puntate ,ma il dibattito ancora non si era scaldato. Li proporremo al centro del nuovo ciclo di Tribune con una formula particolare, con il nostro orologio. Tutti devono avere lo stesso tempo, non c’è niente di più democratico. Il Direttore di SkyTg24, Sara Varetto, mi diceva sempre ‘ho scelto un non moderato per moderare i confronti’. Forse ero bravino in diretta e comunque ero equidistante, lo sono sempre stato, tento di non favorire né l’uno né l’altro”.

Ecco i modelli giornalistici dell’ex anchorman Sky :

“Quando mi è arrivata questa proposta a sorpresa ho cominciato a rivedere le vecchie interviste di Enzo Biagi, della Fallaci, Enzo Tortora. Ritrovare quei punti essenziali del giornalismo nel passato è fondamentale. La domanda precisa nasce da quella televisione che non cercava troppo l’alambicco e il conduttore personale, ma quello preparato e moderato che doveva fare una domanda e si aspettava una risposta. Santoro e Vespa? Due esempi entrambi e il secondo lo è anche di correttezza. E’ venuto ospite da noi ed è stato squisito”.

Come si può fare, oggi, informazione di qualità?

“Secondo me la buona televisione è quella che non cerca per forza la rissa tra i due politici,ma un dibattito animato e sorprendente, è quella informativa ma non pedagogica, che deve avere la memoria lunga in quest’epoca di social dove bruciamo tutto e subito: bisogna tornare su quell’argomento e replicare (per questo mi piace molto Gazebo, condotto dal mio amico Diego Bianchi). Infine le occorre un giusto livello di inchieste e reportage che siano taglienti e non abbiano paura di nessun tipo di potere. Io qua non sono arrivato perché amico del potente di turno, non sono mai stato neanche schierato politicamente e penso di poter continuare così la mia attività da giornalista”.

E, se la nave di Politics non dovesse riassestarsi, Semprini ha già pronto il piano B da contratto:

“Il mio desiderio è rimanere qua perché io penso che sto facendo il talk, ma posso essere utile o magari più bravo in altri settori, in altri programmi, al telegiornale. Io nasco lì, nell’al news. Penso di poter mettere a disposizione la mia professionalità in Rai”.

Bignardi avvisata…