Gianfranco D’Angelo è morto: addio all’attore e comico popolare negli anni ’80
Gianfranco D’Angelo, comico famoso negli anni ’80 grazie a Drive In, è morto all’età di 84 anni. Il ricordo di Ezio Greggio e Antonio Ricci.
Dopo la morte di Piera Degli Esposti, oggi, domenica 15 agosto, un altro lutto colpisce il mondo dello spettacolo. Gianfranco D’Angelo, attore, comico e cabarettista, popolare soprattutto negli anni ’80, è morto oggi, a Roma, all’età di 84 anni. Tra quattro giorni, 19 agosto, Gianfranco D’Angelo avrebbe festeggiato il suo ottantacinquesimo compleanno.
Gianfranco D’Angelo, nato a Roma nel 1936, è morto dopo una breve malattia. La notizia è stata comunicata ufficialmente dal suo ufficio stampa:
L’attore Gianfranco D’Angelo è morto nella notte fra il 14 e il 15 agosto al Policlinico Gemelli di Roma dopo una breve malattia. Avrebbe compiuto 85 anni il 19 agosto.
Per quanto riguarda il piccolo schermo, è celebre il suo sodalizio con Antonio Ricci con cui lavorò nella prima edizione di Striscia la Notizia, andata in onda nel 1988, al fianco di Ezio Greggio, nel varietà Odiens, di cui fu il conduttore insieme ad Ezio Greggio e Lorella Cuccarini e soprattutto in Drive In, programma di Italia 1 che andò in onda, dal 1983, per cinque anni, nel quale interpretò i celebri personaggi di Has Fidanken e del Tenerone e nel quale imitò Pippo Baudo, Katia Ricciarelli, Sandra Milo, Roberto Gervaso, Piero Angela e Raffaella Carrà.
Gianfranco D’Angelo: la carriera
Gianfranco D’Angelo esordì in tv nel 1971, nel programma Sottovoce ma non troppo. Successivamente, partecipò al programma Foto di gruppo, insieme a Raffaele Pisu. Sempre negli anni ’70, partecipò ad altri programmi della Rai come Milleluci (insieme a Raffaella Carrà), Dove sta Zazà e Mazzabubù.
Nel 1978 e nel 1979, commentò il Dopotappa del Giro d’Italia.
Nel 1979 fu il protagonista di La Sberla, grande successo televisivo. Dopo La Sberla, arrivarono i programmi C’era una volta Roma, Tilt, Ma ce l’avete un cuore, Signori si parte e TV 1.
Nel 1986, la Rai gli dedicò una puntata di Serata d’Onore. Nel 1989, condusse il programma di Enrico Vaime, in onda su Italia 1, Televiggiù.
Nel 1992, fu il protagonista della popolare sit-com Casa Dolce Casa, insieme ad Alida Chelli, Enzo Garinei e la figlia, Daniela D’Angelo. Nel 1993, tornò in Rai, conducendo, insieme a Gabriella Carlucci, Luna di miele. Negli anni successivi, lavorò con Raffaella Carrà in Carràmba! Che sorpresa.
Nell’estate 1996, prese parte alla trasmissione Su le mani, al Festival di Castrocaro e a Retromarsh!!!.
Nel 1999, lavorò nel programma Segreti e Bugie.
Nel 2009, insieme alle figlie Daniela e Simona, ha lavorato ad un programma di cucina, Locanda D’Angelo, andato in onda su Alice TV.
Nel 2015, partecipò a sorpresa come concorrente ad Italia’s Got Talent, rimettendosi in gioco all’età di 78 anni.
Negli ultimi anni, è stato spesso ospite dei talk show di Canale 5, condotti da Barbara D’Urso.
Nel corso della sua carriera, ha vinto 4 Telegatti.
Gianfranco D’Angelo: il ricordo di Ezio Greggio e Antonio Ricci
Attraverso il sito ufficiale di Striscia la Notizia, Ezio Greggio e Antonio Ricci hanno ricordato Gianfranco D’Angelo.
Il patron del tg satirico di Canale 5 ha soprattutto ricordato gli anni di Drive In:
Un artista grandissimo e versatilissimo. Un monologhista in grado però di imitare chiunque e, nelle parodie dei film, di interpretare i personaggi più disparati. Vitalissimo in scena, sornione e compagnone nella vita. A Drive in, lo chiamavamo “il vecchio” perché aveva 40 anni. Per cinque anni a cena insieme e a dormire (poco) nello stesso residence. Saggio e con i piedi per terra, in un successo incredibile che poteva travolgere tutto e tutti. Una complicità che è durata nel tempo con i protagonisti di quella fortunata trasmissione.
Ezio Greggio, invece, ha parlato della grande amicizia che lo legava all’attore romano:
Ciao Gianfranco, piango come quando se ne va non solo una persona cara ma una persona che è stata importante per tanti motivi nella mia vita. Con te ho girato i primi sketch in tv, da te ho imparato parecchie cose ed ammirato la professionalità e la serietà con la quale svolgevi il tuo lavoro. Ci univa il concetto che “far ridere è una cosa seria”. Contrariamente a come facevi in scena, quando uscivi tra applausi ed ovazioni, ci hai lasciato in silenzio, in punta di piedi. Il messaggio audio che mi hai mandato pochi giorni fa dal letto dell’ospedale era ancora carico di speranza, da leone e lottatore quale sei sempre stato. E quella tua voce inconfondibile che tradiva (per me che ti conosco) le sofferenze che stavi passando, è stato il tuo saluto. In questi giorni, sapendo che purtroppo non c’erano soluzioni di recupero, non ho fatto altro che pensare a te ed a un pezzo di vita trascorso insieme. Giorni, mesi, anni insieme. Magari non ci si vedeva per tanto tempo ma appena ci incontravamo era come fosse passato solo un giorno: risate, memorie, il nostro modo burlone di stare insieme.