Giancarlo Magalli a Verissimo: “Sono guarito da un linfoma. Rai? Ho scritto a Coletta” (video)
Giancarlo Magalli, ospite di Verissimo di domenica 22 gennaio 2023, ha raccontato la lotta contro un linfoma alla milza: come sta oggi?
Ospite della puntata di oggi di ‘Verissimo’, in onda domenica 22 gennaio 2023, Giancarlo Magalli è tornato in tv, per la prima volta, dopo aver sconfitto un tumore. Il presentatore tv è dimagrito di 24 chili. Ed ora, che sta bene, ha deciso di raccontare, nel salotto di Silvia Toffanin, la propria battaglia durata un anno. Tutto è iniziato da alcuni controlli, conseguenza di un dolore alla milza prima di andare a dormire:
I medici hanno visto qualcosa che non li ha convinti. Avevamo messo in preventivo degli ulteriori accertamenti. E’ successo che ho preso un’infezione, di colpo, abbastanza seria. Febbre alta, delirio. Meno male che ero a casa e, con me, c’era una mia figlia. Lei ha capito, da subito, la gravità della situazione Sono stato portato in ospedale, al pronto soccorso, in autoambulanza. E, poi, ricoverato con farmici. Avevo delle visioni. Facevo cose, probabilmente sotto effetto di questi farmaci, che non avrei dovuto fare. Una sera mi sono strappato i cateteri che avevo addosso.
Gli affetti di sempre non gli hanno fatto mancare la propria vicinanza durante tutta la fase della malattia:
Le mie famiglie si sono mobilitate. Hanno fatto dei turni di sentinella tutta la notte. dopo questa dimostrazione di affetto che avevano nei miei confronti. Abbiamo proseguito quelle analisi che avevo interrotto ed è venuto fuori che avevo un linfoma attorno alla milza. Appartiene alla categoria dei tumori che si posso curare. Ora non ce l’ho più, sono guarito. Ho ripreso le mie attività. Adesso sto facendo una terapia leggera, molto blanda, una rifinitura. Mi è costato sette mesi di ricoveri, fuori casa. Devi fare la fisioterapia. Non è stato facile. Persone che ti devono stare vicine per le iniezioni e le pasticche. Alle mie figlie hanno detto appena diagnosticato: “Se si cura guarisce se non si cura tra due mesi muore”. Tutti terrorizzati, a me non l’hanno detto. Hanno fatto sì, però, che mi accudissero con maggiore affetto e attenzione. Oggi, sto bene. Non ho più problemi a camminare, a mangiare, a dormire. Non prendo più nessun farmaco. Non mi aspettavo di arrivare ad una conclusione così rapida.
Magalli, dopo lo stop forzato, spera, nel breve tempo, di tornare a lavorare in Rai:
Aspetto che si facciano vivi. La Rai è la Rai. Ci lavoro da più di 50 anni. La conosco bene. So bene quali sono i limiti della Rai. Quando tempo fa, dissi che la riconoscenza non era il punto forte della Rai ero un po’ arrabbiato. E’ anche abbastanza vero. La Rai non è una persona, non è un capo con cui hai un rapporto buono o cattivo. Cambia in continuazione. Ti trovi a parlare con persone diverse. Ci sono quelle che ti stimano, quelle che non ti stimano, quelle che non vedo l’ora di farti lavorare e quelle che non vedono l’ora di far lavorare un altro. Questo lo devi tenere presente come devi tenere presente, però, che è l’azienda in cui ho passato tutto la mia vita. Ho scritto a Coletta, il nostro direttore tanto per fargli sapere che ero vivo e vegeto, che stavo bene. Nella speranza che si riesca a ricostruire qualcosa. Gli converrebbe. Tutti i programmi che ho lasciato per la malattia e che hanno dato ad altri sono andati così così.