Home Giancarlo Magalli a TvBlog: “Il massimo che posso fare per il Ministro Brunetta è mettere la mia altezza nei titoli di coda” [Prima parte]

Giancarlo Magalli a TvBlog: “Il massimo che posso fare per il Ministro Brunetta è mettere la mia altezza nei titoli di coda” [Prima parte]

” />Nei camerini vicino al mitico studio 1 di via Teulada a Roma abbiamo incontrato il padrone di casa dei “Fatti vostri” Giancaro Magalli. In quest’incontro abbiamo parlato della longevità della trasmissione di Michele Guardì, ma anche della televisione del giorno d’oggi, del mestiere di autore televisivo, sminuito ormai dalla pioggia di format belli e

di Hit
pubblicato 12 Ottobre 2010 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:10

” />Nei camerini vicino al mitico studio 1 di via Teulada a Roma abbiamo incontrato il padrone di casa dei “Fatti vostri” Giancaro Magalli. In quest’incontro abbiamo parlato della longevità della trasmissione di Michele Guardì, ma anche della televisione del giorno d’oggi, del mestiere di autore televisivo, sminuito ormai dalla pioggia di format belli e pronti che piovono sui palinsesti televisivi, dello strapotere di alcuni agenti, dei numeri zero, della proposta sui compensi ai conduttori con un’ironica risposta al Ministro Brunetta e di tanto altro. Oggi vi proponiamo la prima parte di questa lunga e crediamo interessante chiaccherata. Buona lettura.

Conduce i Fatti Vostri da molti anni, quali stimoli trova per continuare per così tanto tampo?

“Ancora oggi mi diverto a fare questo programma. Ho iniziato con la prima edizione nel 1991 quando è partito il programma, venivo da una televisione di giochi, giochini, tutti programmi divertenti ed anche di successo, però erano dei programmi un po’ futili. Questo è stato il primo programma in cui mi sono accostato in interviste e dove ho affrontato temi anche più seri. Mi ha aiutato a crescere professionalmente e mi ha dato anche molte soddisfazioni. Mi ha fatto piacere come il pubblico ha apprezzato il mio approccio anche in caasi drammatici dopo avermi visto appunto in programmi di puro divertimento.”

Non teme che il programma sia sempre uguale a se stesso?

“E’ un programma uguale si, ma quando si parla di “uguale” poi si parla solo dell’impaginazione perchè in realtà ogni giorno ci sono storie nuove e tematiche diverse, un po’ come nei quotidiani.”

Ha voglia di fare qualcosa di diverso ?

“Quello si, per fortuna. Mi piacerebbe affiancare ai Fatti vostri qualche altro programma, per esempio un game. L’eredità, per fare un titolo, è un tipo di game che mi sarebbe piaciuto fare, mi piacerebbe anche che la Rai ci facesse fare questo access che abbiamo provato di recente con Costanzo e Lippi. E’ venuto molto bene, ci siamo divertiti molto anche noi a farlo e non farebbe del male a nessuno, anzi farebbe del bene perché andrebbe a sostituire “Soliti ignoti” nel weekend e lo farebbe cosi respirare. Se Frizzi al sabato dovesse fare solo il prime time senza andare in onda anche nell’access lo aiuterebbe di sicuro. Oggi andando in onda dalle 20:30 fino a mezzanotte si logora il format. Costanzo, con cui ho fatto questo numero zero, era molto entusiasta ed io speravo che il suo entusiasmo fosse un buon carburante per la realizzazione della trasmissione. Per ora non ci hanno detto ancora niente, però sembra davvero che ci siano buone possibilità perché venga prodotto in futuro. Il numero zero è davvero venuto benissimo, tra l’altro non avevamo neppure provato niente, siamo entrati in studio ci siamo seduti l’abbiamo fatto e poi ce ne siamo andati. E’ un programma che non richiede prove, serve solo che gli autori ti forniscano le tracce, poi il resto è basato tutto sull’improvvisazione.”

E’ stato autore di varietà celebri in Rai anche con Gianni Boncompagni, le piacerebbe proporre un nuovo varietà ?

E’ stato autore di varietà celebri in Rai anche con Gianni Boncompagni, le piacerebbe proporre un nuovo varietà ?

“Come autore non faccio varietà da anni perché nessuno li vuole i varietà d’autore, vogliono solo format belli e pronti. Il vantaggio del format, non per il pubblico e nemmeno per chi ci mette la faccia ma per chi lo produce e per chi lo compera, è di affidarsi ad un prodotto che è già stato testato che da l’alibi al dirigente Rai che un domani è convocato per rispondere di un eventuale flop della trasmissione, di dire per esempio che in Olanda il medesimo programma ha fatto il 35% o in Belgio il 31%. Il pubblico delle altre nazioni è però diverso, per esempio gli stessi francesi che noi consideriamo, sbagliando, nostri cugini hanno gusti completamente diversi dai nostri. Ecco quindi che si continua a pescare in questo mercato, che sembra ormai imprescindibile per fare televisione.”

Qual è l’ultimo programma che ha presentato come autore ?

“L’ultimo programma che ho presentato e da lì poi non ne ho presentati più, era un varietà carino che si basava su una cosa molto divertente che coinvolgeva giovani e meno giovani dove si metteva alla prova dei ragazzi su cose che nel passato si erano cimentati i più grandi: sketch, canzoni, balletti. La cosa per cui la Rai avrebbe dovuto fare il salto sulla sedia è che ero riuscito, data l’amicizia e la stima che bontà sua mi ha sempre dimostrato, a coinvolgere Raimondo Vianello, avevo infatti ottenuto che lui tornasse in Rai a condurlo con me.”

Su quale tavolo è finito questo progetto ?

“E’ finito prima su un tavolo di un dirigente che per la verità ne è rimasto molto contento dicendo che era una idea straordinaria, lo voleva fare subito, io dissi siamo subito a marzo non potevamo farlo, lo avremmo preparato per l’autunno. Mi diede ragione, chiamò i capistruttura e diede ordine di preparare la redazione per il programma. Lui è morto poco tempo dopo e quello che prese il suo posto non l’ha capito, guardava questo foglietto, se lo rigirava fra le mani e diceva: “ma non c’è una cassetta per vedere qualcosa?” Io gli dicevo “ma leggi: Magalli, Vianello, l’idea…” Gli dissi di cercare di capire, come era sempre stato fatto. A Giovanni Salvi, storico direttore del varietà televisivo Rai, davi mezza pagina e lui ti diceva se era una boiata oppure un successo. Uno che fa quel lavoro deve avere queste capacità altrimenti che ci sta a fare lì. Sta di fatto che non si fece e da allora ho capito che è inutile portare proposte di programmi nuovi d’autore. Sono convinto che sarebbe stato un bel programma con il ritorno in Rai di Vianello con me. Eravamo molto amici e ci stimavamo moltissimo, avremmo sicuramente funzionato bene in coppia e l’idea era secondo me molto carina, ma vabbè pazienza. Progetti nuovi non ne porto più, se me ne propongono di carini, come è stato quello di questo access, io lo faccio volentieri.”

In passato ha fatto altri numeri zero, come quando le fecero un provino per Affari tuoi

“Si e ti dirò che certe volte è anche offensivo quando ti chiedono di fare un numero zero. Perché finchè ti chiedono di farne uno per un programma nuovo, allora vabbè ci può stare, ma quando ti chiedono di andare a fare una puntata dei pacchi e poi scopri che insieme a me l’hanno chiesto ad altri 10, allora m’incavolo pure. Però anche quello fa parte del gioco, tra l’altro i pacchi hanno avuto per anni un autore il cui unico e solo desiderio era di condurli lui, quindi lui sui conduttori aveva strane preferenze, perché in realtà sperava sempre che alla fine decidessero di farli condurre a lui.”

Che ne pensa della proposta di legare i compensi dei conduttori allo share o al mercato pubblicitario che muovono ?

“L’ho detto tanti anni fa, quando ci fu una polemica su Celentano. In quell’occasione dissi, rapportiamo i compensi a qualcosa, non si può pagare una persona con quelle cifre cosi alte solo perché le ha chieste. Rapportiamoli agli ascolti, allo share che però non è una cosa cosi facile. Lo share, per esempio, può darti delle cifre molto alte con valori assoluti bassi, dipende ovviamente dal bacino di ascolto di quel dato momento. Forse alla fine il parametro più giusto è quello degli introiti pubblicitari, cioè se fai guadagnare all’azienda allora è giusto che tu sei pagato di più. In realtà poi alla fine si fanno trattative “ad personam” oppure ad “agentem”. “

E il ruolo degli agenti in tutto questo qual è ?

“L’agente ha un potere che è direttamente proporzionale al suo parco artisti. Se uno ha un artista fondamentale, può chiedere un buon compenso. Se ha poi una serie di artisti, di cui due fondamentali, intanto riesce a farli lavorare tutti e riesce anche a spuntare dei bei soldi per quelli che gli stanno più a cuore. Anche le concessionarie di pubblicità sui giornali quando gli vai a chiedere una pagina sull’Espresso ti obbligano a prendere pure l’eco del mobilificio o macelleria moderna perché fanno parte del pacchetto.”

Ma chi fa uscire le cifre di questi compensi ?

“I compensi escono sempre perché alla fine c’è sempre qualcuno che ha interesse a farli sapere. A volte è l’artista stesso a farlo sapere, perché ritiene che il compenso sia un po’ come il cartellino del prezzo, allora far sapere che io valgo un milione e ottocentomila euro è come dire: “avete capito con chi state parlando e quanto valgo?”. Tante volte invece lo fa sapere chi non prende quelle grosse cifre e arrabbiandosi mette in giro la voce sapendo bene che il pubblico poi si arrabbia a leggere queste cifre cosi alte. Poi tutto questo stranamente esce solo per gli artisti Rai, mentre di quelli Mediaset non si sa niente. In Mediaset ci sono artisti, di cui non faccio i nomi, che ogni volta che si siedono davanti ad una telecamera si mettono in tasca 50.000 euro, però nessuno ne parla e nessuno fa i nomi. “

E che ne pensa della famosa proposta del Ministro Brunetta di far uscire i compensi dei conduttori Rai nei titoli di coda ?

“Quella proposta neanche sotto allucinogeni uno la dovrebbe pensare. Io ho sempre detto che quella cosa era una stupidaggine, il massimo che posso fare, per venire incontro al ministro, capendo anche i suoi problemi, è mettere nei titoli di coda la mia altezza.”

Domani su TvBlog proseguirà la chiacchierata con Giancarlo Magalli pronto ad affrontare nuove tematiche legate alla televisione ed ai suoi personaggi…

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