Giancarlo Leone su Twitter: «La guerra dello share minaccia la qualità»
Il direttore dell’intrattenimento della Rai esterna sul social network.
Giancarlo Leone, direttore intrattenimento della Rai, utilizza spesso Twitter. Poco fa ha scritto un Tweet che sembra in linea con quanto sosteniamo spesso (e con i principi ispiratori di WIDG – La tv che vorrei):
«Tv e ascolti. Ripeto che la guerra dello share minaccia la qualità e porta ad allungare i programmi. La colpa è di chi comunica e enfatizza».
Un Tweet in due parti da analizzare. La prima è assolutamente ovvia, e ne abbiamo parlato spesso anche su TvBlog: per qualche punto di share in più, la prima serata si allunga a dismisura, invade, divora e annulla la seconda serata; i programmi di prime time si trasformano in serate-fiume in cui meccanismi, scalette e dinamiche si strapazzano e si diluiscono, si sformano in funzione dei “neri” pubblicitari e diventano sempre più ardui da seguire fino in fondo. A scapito della qualità.
La seconda, invece, ha una lettura altrettanto condivisibile: da quando si è cominciato ad ostentare i numeri statistici dell’Auditel attraverso il mezzo televisivo, la percezione della misurazione (che fino a quel momento era una convenzione fra network e investitori pubblicitari) è cambiata e il confronto numerico (avulso dai contesti, dalla spiegazione di cosa siano e di come siano ottenuti quei numeri e via dicendo) è diventato come il punteggio di una partita di calcio.
Una logica binaria, perfetta per alimentare il meccanismo di “tifo”. Ma in questa seconda parte bisognerebbe anche aggiungere che le colpe sono anche del servizio pubblico, incapace di trovare altre vie che non fossero quelle della rincorsa a Mediaset sul suo stesso campo; incapace di comunicare diversamente. E la colpa è anche di chi, di quei dati, ha fatto uno strumento di esaltazione a mezzo stampa. Ragion per cui la linea editoriale scelta da quasi un anno da TvBlog è diventata quella della semplice elencazione dei dati: per alcuni è stata una specie di banalizzazione o di svilimento, a noi continua a sembrare l’unico modo possibile per comunicare i dati oggi, e per uscire da questa logica binaria del tifo.