Marco Santin a TvBlog: “Col GialappaShow abbiamo evitato l’operazione nostalgia. Torneremo con 16 puntate. E con Maccio”
Intervista a Marco Santin: “Col GialappaShow successo impensabile. Nessuna operazione nostalgia, altrimenti avremmo accettato l’offerta di Mediaset che ci chiedeva la reunion di Mai dire Gol. Carlo ci ha scritto e ci ha detto che…”
Programma che vince non si cambia. Anzi, raddoppia. Il GialappaShow tornerà in onda anche la prossima stagione su Sky e Tv8, con otto nuove puntate previste da ottobre e altrettante da riproporre a partire dalla primavera del 2024. La prova di un successo limpido e, al contempo, inimmaginabile. “Il bilancio è stato positivo, impensabile ed è andato oltre ogni più rosea previsione – ammette Marco Santin a TvBlog – abbiamo mantenuto il 5% su Tv8, a cui va aggiunto l’1% totalizzato su Sky Uno, nessuno se lo sarebbe aspettato. Ma ancora più forte è stato tutto quello che si è mosso attorno alla trasmissione. Sui giornali e sui social hanno parlato di noi, siamo stati assolutamente entusiasti, fare meglio era impossibile”.
Un exploit che ha colto di sorpresa la stessa Tv8, che aveva puntato l’asticella ad un livello decisamente più basso: “Già col 3% sarebbero stati felici. E’ stato un grande lavoro, svolto con una squadra bellissima, a cominciare dagli autori, che è stata unita dall’inizio alla fine. Abbiamo lavorato al programma con molto anticipo, provando mille cose e cambiandone diverse, fino a quando siamo arrivati ad avere tra le mani un prodotto che ci convinceva tantissimo”.
Per la seconda stagione ci saranno nuovi innesti?
Di sicuro al timone ci sarà di ancora Forest. Per quel che riguarda il cast, potrebbe aggiungersi Maccio Capatonda.
Si temeva un programma nostalgico, invece il GialappaShow ha saputo dettare nuovi linguaggi e tormentoni. Può essere stato questo uno dei motivi del successo?
Se avessimo voluto puntare su un’operazione nostalgia, avremmo accettato l’offerta di Mediaset che ci chiedeva la reunion di Mai dire Gol. Avremmo messo in piedi una festa con la riproposizione dei personaggi storici. Al contrario, abbiamo optato per altro. Ci siamo concentrati sul ritmo e sulla rapidità, con pezzi molto più veloci del passato. Il risultato è stato che la platea di giovani e giovanissimi ha apprezzato il programma. Questo spiega che non c’è stato alcun revival rivolto esclusivamente al nostro zoccolo duro.
Tra le gag più amate c’è stata sicuramente Ester Ascione.
Sì, l’androide interpretato da Brenda Lodigiani. In tempi non sospetti affermai che avremmo voluto valorizzare comici bravissimi che per qualche motivo non avevano ancora avuto una grossa eco. Brenda e Alessandro Betti non erano volti sconosciuti, avevano già fatto mille cose in precedenza, ma grazie ad un buon lavoro sono usciti alla grandissima.
Proprio in merito ad Ester Ascione, su Mow Mag la collega Grazia Sambruna ha evidenziato la somiglianza con l’androide del Jimmy Fallon Show.
Sono contento di poterne parlare. E’ chiaro che abbiamo preso spunto da lì. Al Fallon Show avevano un vero androide, mentre il nostro era un umano vestito in maniera identica. Era un pezzo comico. Non è una scopiazzatura, abbiamo visto questa cosa, ci ha incuriosito, ne abbiamo parlato con Brenda e abbiamo messo in scena una parodia. Non è che se fai la parodia di Arisa copi Arisa. Per me il problema non sussiste.
Un’altra rivelazione sono stati i ragazzi Cin Cin di Andrea Ceccon ed Enrique Balbontin.
Li abbiamo visionati in un filmato e lo abbiamo girato ad un po’ di gente. Ridevano tutti come pazzi e abbiamo deciso di inserirli nel programma. Su nessun pezzo ci poniamo delle aspettative, non ci chiediamo a monte se diventerà o meno un tormentone. La gag ci piaceva tantissimo e abbiamo affrontato il rischio. E’ palesemente un gioco, una stupidata. Di robe politicamente scorrette ne abbiamo fatte, anche apposta. Come limite ci poniamo solo il buon gusto. Amiamo prenderci in giro e prendere in giro gli altri. E’ la nostra cifra stilistica.
Con Primo Appuntamento e Ex on the Beach siete tornati al commento e all’irrisione dei reality.
Abbiamo un’ottima redazione, con quasi tutti i visionatori che appartengono alla squadra storica che ha lavorato con noi negli ultimi anni. Sanno quello che vogliamo. Quelle clip erano troppo divertenti, parevano costruite apposta per noi. Come spiegavo prima, cercavamo soprattutto pezzi veloci e che ci facessero ridere. In questo senso, certi filmati erano perfetti. Si sono tutti fatti un mazzo assurdo, lavorando a testa bassa sei giorni su sette. I risultati si sono visti, non ho rammarichi. Poi, ovviamente, pure la fortuna svolge un ruolo essenziale. Magari proponi un programma bellissimo e viene seguito da poca gente.
A proposito di ritmo, suppongo che anche chiudere alle 23.25 sia stato determinante nella buona riuscita dello show.
Assolutamente sì. Volevamo un ritmo forsennato, clip spendibili sui social e una grande attenzione del pubblico. Non li puoi ottenere se sei in onda per quattro ore, non ha senso. Abbiamo chiesto noi di restare sui 100-120 minuti e abbiamo accettato la proposta di una rete che ce lo consentiva. Altrove era impossibile.
Il riferimento è a Mediaset.
Ti chiedono arrivare almeno fino a mezzanotte, ma tu ben sai che per motivi d’ascolto la mezzanotte diventa automaticamente la mezzanotte e cinquanta. Non volevamo allungare il brodo. Preferisco leggere ‘cazzo, peccato che la puntata sia già terminata’, piuttosto che ‘che palle’. Il GialappaShow è stato innovativo pure per questo. So che fa ridere dirlo, ma da un po’ di anni si sono sviluppati altri parametri. Noi siamo voluti tornare alla nostra comfort zone.
La durata estenuante fu probabilmente una delle ragioni dell’insuccesso di Mai dire Talk.
Sicuramente la lunghezza non aiutò. Aggiungici inoltre la collocazione giornaliera. Penso ancora adesso che non fosse una trasmissione tutta sbagliata, c’erano situazioni fantastiche all’interno. Tuttavia risentiva di quello che non volevamo più fare. Non finiva mai.
Qualche settimana fa si era parlato di un ennesimo corteggiamento da parte di Mediaset. Quanto è stata concreta la possibilità di un ritorno?
Potremmo fare qualcosa a Mediaset, più avanti. In questa fase ci premeva continuare questo progetto. Andarcene via sarebbe stato un errore.
Il giorno di messa in onda sarà ancora la domenica?
Non è sicuro, potremmo cambiare giorno. Esiste l’eventualità del lunedì, collocazione che abbiamo già testato eccezionalmente quest’anno. In ogni caso, sappiamo bene che in qualsiasi giorno finiremo ci sarà il caos contro di noi. Inizieremo a ottobre, a stagione partita e avremo contro qualunque cosa. Ma non importa.
Porterete avanti la pratica delle co-conduttrici diverse per ogni puntata?
Sì, è stata una precisa volontà. Lo facemmo ai tempi di Mai dire Gol e nell’ultimo periodo de Le Iene. Tutte le donne che abbiamo provinato ci sono piaciute. Non sapevano cosa sarebbero andate a fare e non è stato facile per loro. Immagino che ora ci sarà la fila.
Confermerete anche i Neri per Caso?
Sicuramente. Sono stati straordinari e sempre carini, capaci di fare gruppo, presenti anche durante le prove. Sono bravissimi, ma vorrei soffermarmi soprattutto sulla loro incredibile umanità.
Una menzione speciale la merita Giancarlo Magalli, con cui l’intesa è stata perfetta.
Ho un affetto sconfinato per lui, gli voglio proprio bene. Durante il difficile periodo della malattia gli promisi che avrebbe fatto qualcosa insieme e così è andata. Non ha tradito le aspettative, ci siamo divertiti come dei matti. Il siparietto con Forest nel finto salotto dei Fatti Vostri è stato bellissimo.
Lo richiamerete?
Può darsi. Giancarlo con noi è sempre perfetto. Ricordo un eccezionale Milano-Roma con lui, ma anche l’intervento su Twitch a commento degli Europei del 2021. Da settembre cominceremo a lavorare e siamo aperti a tutto. Ci sono tanti bei nomi in mente.
Non posso non chiedere un giudizio sulla performance del Mago Forest. Al GialappaShow ha brillato più di altre volte.
Non ha sbagliato una virgola e gliel’ho detto personalmente. Credo che non sia mai stato così in forma. Racconto un retroscena per far capire la sua bravura: saremmo dovuti partire una settimana prima, ma per vari problemi c’è stato uno slittamento. Noi però la puntata l’avevamo già registrata e la seconda la realizzammo quando ancora non era andata in onda quella d’esordio. Non ci era mai successo e puoi immaginare quanto fosse complesso registrare un programma nuovo, su una rete nuova, senza sapere se la gente avrebbe riso e come avrebbe reagito. Forest è stato magnifico e non solo lui. Tutti hanno remato dalla stessa parte, c’è sempre stato un clima meraviglioso.
Col passare delle puntate si è notata una maggiore ‘densità’ in studio. Nel senso che Forest è parso meno solo.
Torniamo al discorso di poco fa. Le prime due puntate le abbiamo realizzate senza possedere un termometro e non avevamo la piena consapevolezza della grandezza degli spazi. Col passare del tempo lo studio si è riempito, abbiamo cominciato a far vivere Il Baratro, il locale di fianco al nostro che in origine veniva solo evocato.
L’imitazione di Francesca Fagnani è forse stata l’idea meno riuscita.
Valentina Barbieri è molto brava, l’abbiamo voluta a tutti i costi. Ha compiuto il classico salto dai social alla televisione e, come sai, non è un meccanismo automatico. E’ difficile, bisogna stare attenti ed andarci coi piedi di piombo. Un Belve con la Fagnani che intervista i personaggi storici ci divertiva, non sono pentito. Valentina è brava, ma va sgrezzata, come un diamante. Bisogna lavorarci con calma. Molte cose le realizzava a Roma, stiamo pensando di portarla di più a Milano. E’ un percorso che deve svolgere, lei lo sa. Chi spopola sui social non è detto che sfondi pure in tv e viceversa.
Il fachiro delle prove impossibili interpretato da Alessandro Betti a qualcuno ha ricordato il Guido Cimurro di Ugo Dighero. Vi siete ispirati a lui?
Non ci siamo ispirati a lui e non voleva essere un omaggio, ma successivamente abbiamo rivisto i video di Cimurro e ce lo ha ricordato. Siamo partiti senza l’intenzione di farne il verso, ma le analogie e il concetto di un personaggio fumettistico che non muore mai ci hanno fatto ridere.
Il programma ha sancito la nuova formazione a due della Gialappa’s. Sembra un punto di non ritorno.
Non è la prima volta che io e Giorgio lavoriamo senza Carlo. Il miracolo del GialappaShow è stato quello di essere riconosciuti come un duo. Carlo ha visto tutte le puntate e ci ha fatto i complimenti. Mi ha scritto un messaggio fantastico alla fine della stagione e io gli ho detto che si sarebbe divertito, qualora ci fosse stato.
E cosa ha risposto?
Che si è divertito molto di più vedendoci da casa. Questo significa che ha abdicato (sorride, ndr), che non ha più voglia di muoversi dalla Liguria. Questa è la verità, non ci sono state liti. Con lui abbiamo scritto il libro e svolto le presentazioni in giro per l’Italia, ma in entrambi i casi era collegato da remoto.