Le interviste a Gerry Scotti sono diventate un appuntamento immancabile, in cui il conduttore conferma la sua schiettezza e sportività. E’ quindi da non perdere la cover story del Tv Sorrisi e Canzoni in edicola, che presenta l’ennesima, faticosissima, stagione tv del conduttore, per fortuna subito ripresosi da un malore.
Si parte da Io Canto 3, per la prima volta al giovedì dal 15 settembre (mentre Ti lascio una canzone con Antonella Clerici va al sabato sera). Così il presentatore commenta la violazione di quel fantomatico gentle agreement, ovvero la promessa dei due “concorrenti” di non pestarsi i piedi nello stesso periodo:
“Bisogna riuscire a non personalizzare le sfide. E fare il meglio che si può. In Italia siamo bravi a fare tv, ma i palinsesti non devono bistrattare il pubblico. Vorrei una tv con show che non si allungano troppo e seconde serate che non partono a notte fonda. Quante volte ho dato la linea a ‘Terra’ o a Chiambretti senza poterli poi vedere perché crollavo dal sonno?”.
La vera novità della terza edizione di Io Canto sta nell’innalzamento dell’età media dei partecipanti. Scotti, infatti, spiega la volontà di venire incontro alle richieste delle associazioni dei genitori:
“C’è una scommessa che nasce pure dagli input di chi analizza la tv pensando che sia praticamente l’unica maestra di vita, cosa su cui forse ci sarebbe da discutere. Comunque l’età media sarà più verso i 12-16 anni. I piccolini possono essere una punteggiatura di tenerezza, ma concordo che 6 anni è presto per stare davvero in gara. Però siamo chiari, in serie A arriva chi ha iniziato a giocare presto: se vuoi coltivare un talento devi farlo dai 12 anni, non dai 18”.
A questo punto, però, Scotti ci tiene a sottolineare la differenza tra Io Canto e altri format come il Grande Fratello o il talent di Maria De Filippi:
“Noi non mostriamo i rapporti affettivi che si creano dietro le quinte, perché questo non è un reality né è Amici. Tornare nelle show fa continuare su quella strada di impegno serio a cui teniamo molto io e Roberto Cenci. L’esperienza americana dei vincitori serve a migliorarsi”.
Quanto all’attesissimo nuovo quiz Money Drop, Scotti ribadisce di essersi ancora avvalso della collaborazione di suo figlio Edoardo. Il ragazzo ha seguito il papà nelle registrazioni a Colonia, dopo averlo assistito a Lo show dei record, perché “con i tedeschi si parlava l’inglese e lui lo sa come l’italiano”.
Così il presentatore commenta il test in prime time, con quattro puntate autunnali:
“Il valore della cifra di partenza, un milione di euro in contanti, fa sì che abbia un’enfasi da evento in prima serata. Ma a parte questo io credo che sia un quiz adattissimo soprattutto alla programmazione giornaliera. Infatti, già che eravamo a Colonia non ci siamo girati i pollici e abbiamo provato anche la versione pomeridiana, che sarà il mio nuovo preserale. Credo che decideranno di usarlo verso gennaio”.
Insomma, Scotti non ha nessuna intenzione di lasciare il preserale in eredità a Paolo Bonolis, che a quanto pare considera un sostituto temporaneo. Non a caso, è serafica la sua risposta, quando gli chiedono se guarderà Avanti un altro:
“Io guardo e monitoro tutto in tv. Ma a casa non arrivo mai prima del tg”.
In compenso, dice ampiamente la sua sulla faida Baila-Ballando con le stelle, facendo lo gnorri sul fatto che lo stesso Io Canto sia stato percepito come clone:
“Premetto che derivano da due format che finora nel resto del mondo sono convissuti perfettamente senza che nessuno facesse causa, a differenza che da noi. Però sarò felice se l’ennesima polemica porterà intorno a un tavolo gli addetti ai lavori per stabilire finalmente qualche ‘regola di linguaggio’. Se sono bastati dieci comandamenti per andare avanti duemila anni, dieci norme per una buona tv possono andare: ci stanno tutte le questioni, rispetto delle fasce orarie, stagione di messa in ond,a utilizzo dei bambini, sfruttamento del dolore, parolacce, bestemmie. Basta che siano regole certe. E al tavolo vorrei tutti, anche Sky e La7, che tra un po’ a furia di chiamare gente avrà il problema del sovraffollamento”.
Infine, l’ennesimo gentile appello alla “nemica” Clerici, che stavolta convoca in un appuntamento speciale della concorrenza:
“Lo dico dalle pagine di Sorrisi: se mi invitano allo Zecchino d’oro – l’anno scorso l’Antoniano lo ha fatto, ndr – ci vado, anche gratis, ma insieme con Antonella. Magari alla finale a consegnare il premio”.
Bravo lo zio Gerry, non si può dire che dica mai ovvietà ai giornalisti.