Gentiloni, le bestemmie e la tv di qualità
Nel corso di un Forum online organizzato ieri da Il Sole 24 Ore, il ministro Gentiloni ha chiarito quali sono i punti irrinunciabili del proprio disegno di legge (sostanzialmente due: passaggio di una rete RAI e una rete Mediaset sul digitale entro 15 mesi, limitazione della raccolta pubblicitaria al 45%), ma non si è limitato
Nel corso di un Forum online organizzato ieri da Il Sole 24 Ore, il ministro Gentiloni ha chiarito quali sono i punti irrinunciabili del proprio disegno di legge (sostanzialmente due: passaggio di una rete RAI e una rete Mediaset sul digitale entro 15 mesi, limitazione della raccolta pubblicitaria al 45%), ma non si è limitato a questo. Ha parlato di qualità, Gentiloni. Ha dichiarato, per la precisione:
Oggi nel sistema della tv pubblica si individua un elenco di generi tv e si dice alla Rai di dedicare una certa percentuale, il 60% per Raiuno e Raidue l’80% per Raitre, a questo elenco di generi. Ho l’impressione che questa impostazione non sia più sufficiente, e sto lavorando perché nel Contratto di servizio se ne associ un’altra per misurare gradimento e qualità. Il nodo è liberare il servizio pubblico dai meccanismi tipici della tv commerciale.
Il ministro centra il punto, anche se non si sa come si possa attuare questa “liberazione”: il peggioramento – se così vogliamo chiamarlo – degli standard della nostra televisione, un peggioramento che alcuni identificheranno con le bestemmie in diretta, magari, ha radici profonde e deve molto alla rincorsa degli ascolti e della raccolta pubblicitaria da parte della RAI.
E va bene. Ma ormai il meccanismo è ben consolidato, la guerra aperta, la bestemmia dietro l’angolo. E allora come si fa? Ci viene in soccorso il Gentiloni Ministro con una proposta:
Vorrei associare al responso degli ascolti quello di un indice di valore pubblico in cui si considera anche la qualità. Chiederemo alla Rai di inserirlo nel prossimo contratto di servizio. Perché il rischio è che nei prossimi dieci anni si arrivi ad una tv di qualità a pagamento e una tv pubblica gratuita di scarsa qualità.
Come dar torto a questo intento? Chi potrebbe, sulla carta? Nessuno, diciamo a gran voce noi tutti, addetti, spettatori, critici e lettori.
Ma anche qui, prima di vederlo, questo metro magico per la presunta televisione di qualità – sulla quale ognuno, anche voi, avrà ben le sue idee soggettive – occorrerà sedersi e aspettare di vedere il cadavere del proprio nemico passare trascinato dalla corrente del fiume.
Il nemico, qui, è una certa televisione. Quella che, paradossalmente e contradditoriamente, porta TvBlog a avere quei 2 milioni di pagine viste in un mese che rappresentano una crescita straordinaria. Giusto per chiarire che la contraddizione sta lì, in attesa, e che qualità e ascolti non vanno necessariamente a braccetto.