La domenica dei Premier in Tv: Gentiloni va dal rassicurante Baudo
Ai salotti politici (e non) frequentati da Renzi, Gentiloni preferisce il salottino da thè della domenica pomeriggio di Rai 1.
La scelta dei salotti tv è una cartina al tornasole per i Premier. La svolta ‘discontinuista’ di Paolo Gentiloni rispetto ai predecessori – e soprattutto AL predecessore – si consuma domenica 5 marzo nel pomeriggio di Rai 1.
Se Renzi ha preferito la più scottante (almeno all’inizio) poltroncina banca di Fazio per alcuni dei suoi interventi extra talk politici – tanto da sceglierla poi anche per l’apertura della sua campagna delle Primarie del PD -, e si è adagiato sul divano capitonné della domenica di Canale 5 durante e dopo la campagna elettorale, Gentiloni preferisce smarcarsi dalla ‘tradizione’ e rifugiarsi su terreno sì vergine ma non insidioso. In una parola rassicurante, per sé e per gli altri.
La scelta di Domenica In è perfettamente in linea con lo ‘storytelling’ gentiloniano, ovvero la rassicurazione, la necessità di calmare le acque dopo la tempesta renziana affinché la barca Italia non soccomba tra i flutti delle polemiche politiche.
“Se dovessi scegliere un aggettivo per il mio governo sceglierei ‘rassicurante’”
dice del resto il Premier, opponendo questo alle tante definizioni date al suo Esecutivo, da ‘Ponte’ a ‘Fotocopia’. E la sua presenza nell’accogliente salottino di Baudo – che potrebbe essere quello di una qualsivoglia nonnina pronta a un the con le amiche – ne è una perfetta dimostrazione.
“Un familiare e amichevole colloquio” lo definisce Baudo, con domande su tutti gli argomenti cardine, dall’uscita dalla crisi alla disoccupazione giovanile, dal Mezzogiorno all’immigrazione, dall’Europa alla ricostruzione post terremoto. Domande poste da chi non ha nessun interesse a mettere a disagio l’ospite, anzi fa di tutto per dargli il tempo e la tranquillità necessaria a sviluppare il proprio discorso. E’ quel che fa un padrone di casa. Non si chieda a Baudo di fare una cosa che non gli spetta né appartiene. “Che cos’è lo Scandalo Consip”, “Cosa bisogna fare contro il Terrorismo” chiede ad esempio Baudo al Presidente: la matrice dell’intervista è didascalica ed è, in fondo, a cifra del programma. E’ stato scelto da Palazzo Chigi per questo. Certo, qualche contrappunto si sarebbe potuto evitare quel “Per carità” lanciato alla parola “Eutanasia”. Sarebbe invece il caso che se parlasse senza paura anche nella domenica pomeriggio di Rai 1. Magari ci arriverà prima la fiction.
La rassicurazione, cara a Gentiloni, è rivolta al pubblico della sonnacchiosa domenica di Rai 1 ma anche agli interlocutori esterni: rassicurazione sull’intenzione di portare a termine la legislatura, di lavorare senza pensare alle elezioni, soprattutto di portare avanti le riforme iniziate da Renzi, ma anche di strutturare l’agenda del Governo, nato in emergenza ma ora pronto a seguire un proprio cammino. Un messaggio che si rivolge anche ai partner europei.
“Cosa fa il mio Governo? I Governi fanno quello che dice la Costituzione. Io ho raccolto il ‘campanellino’ da Matteo Renzi e abbiamo molte cose da completare del Governo precedente e molte cose nuove. La scadenza è quella della fine della Legislatura. Dico sempre ai colleghi che dobbiamo lavorare avendo in mente le nostre responsabilità, non la scadenza. Vorrei approfittare del momento dedicato alla pianificazione economica per fare un’agenda del Governo, visto che è nato in 48 ore e ha dovuto affrontare diverse emergenze. Adesso dobbiamo procedere in maniera più strutturata sulle riforme, come la riforma del processo penale, la nuova legge sulla concorrenza, quella sulla povertà. E poi abbiamo capitoli di riforme fatte in questi anni da completare, dalla PA alla Scuola. Dobbiamo dare, anche all’Europa, questo messaggio: le riforme non si sono fermate. Ho 20 anni in più del mio predecessore, non è ho forse le energie e la dinamicità, ma siamo in continuità col lavoro precedente”.
C’è un appello anche alle opposizioni, o meglio un augurio perché “si possa lavorare serenamente con tutto il Parlamento, nel rispetto delle differenze ma con meno polemiche e più concretezza” e in chiusura una domanda sulla “Moderazione, pregio o difetto?”.
“Se vuol dire rispetto è un pregio, se vuol dire non prendere decisioni è un difetto”
Amen.