Home Notizie Gazebo, puntata del martedì corta e Zoro pare l’arrotino. Ma la conferenza show paga al debutto

Gazebo, puntata del martedì corta e Zoro pare l’arrotino. Ma la conferenza show paga al debutto

La recensione della prima puntata al martedì di Gazebo, con la conferenza stampa invasa da Beppe Grillo

pubblicato 2 Ottobre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 13:44

Gazebo non ha decisamente cambiato collocazione con la disinvoltura di un cambio di mutande. La prima puntata di ieri sera è apparsa decisamente “stravolta”, come stravolto era il conduttore che ha passato venticinque minuti a dirigere il traffico. Della serie è arrivato l’arrotino, Zoro ha coinvolto a stento, con fare gesticolante e urlante, la copiosa compagnia di giro. E, super elettrizzato, ha subito messo le mani avanti:

“Succedono troppe cose. Il tempo della puntata del martedì è poco, le altre saranno leggermente più lunghe. Stiamo sintetizzando. Questa è la presentazione. Ci siamo rivisti. Visto? Metabolizzato? Andiamo avanti”.

Ce ne siamo accorti. Sembrava di rivivere la lotta contro il tempo di Geppi Cucciari, costretta a barcamenarsi a G’ Day con tanti ospiti e contenuti in meno di mezz’ora. Se al preserale, però, ci stava il ritmo sostenuto, in seconda serata mette un po’ d’ansia. Siamo passati da un programma di clima, fondato sul cazzeggio lento, a un programma di pronto soccorso satirico (che, però, vuole fare il salto di immagine dell’appuntamento cult di seconda serata).

D’altro canto, Zoro ha avuto la prima puntata col botto servita sul piatto d’argento. A partire dalla conferenza show (Zoro stesso l’ha definito, con autoironia, “un momento autoreferenziale al massimo”), che ha visto l’irruzione di Beppe Grillo a Viale Mazzini tramutarlo nella special guest star (aggratis).Con lui anche il giovane e aitante Alessandro Di Battista, ribattezzato il nuovo Rutelli da Marco Damilano. Per non parlare di Rocco Casalino addetto stampa del Movimento 5 Stelle. Insomma, grande ilarità piovuta dal cielo.

In uno studio che già inneggiava a “la notte che precede la fine di Berlusconi”, il presidio sull’attualità ha preso un tale sopravvento che “a sto punto niente tweet” ieri sera. Anche se, va detto, il modo irresistibile di lanciare hashtag (#stalkingcicchitto) o di parlare di Twitter (“tipo Alfano che dice solo Buongiorno e ti blocca se gli dici Buongiorno anche a te”) rende Gazebo, di per sé, a una spanna social sopra.

E comunque l’ascolto al debutto di 1.102.000 spettatori e l’8.11% di share, per un programma che l’anno scorso era di stranicchia, lascia ben sperare. Certo, bisogna sempre appurare se il martedì è tutto merito del traino di Ballarò.