Gaia Violo (Absentia, Axn) a Blogo: “Contenta dell’internazionalizzazione delle serie italiane. In futuro più spazio alle miniserie”
Blogo ha intervistato Gaia Violo, autrice italiana di Absentia, serie tv ordinata da Axn, per parlare del suo lavoro e dello stato della serialità italiana
L’Italia sforna da sempre eccellenze in vari campi, dalla moda all’industria, passando anche per il mondo dello spettacolo. Lo dimostrano i successi a livello internazionale di serie tv made in Italy, come I Medici (acquistata da Netflix), The Young Pope (co-prodotto da Sky con Canal + e la Hbo) e Gomorra-La serie (in onda dall’estate scorsa anche in America).
Ma il nostro Paese riesce a far sentire la propria voce anche dietro le quinte, tramite il lavoro di sceneggiatori che si stanno facendo strada ad Hollywood con ottimi risultati. Tra questi, spicca Gaia Violo, giovanissima (ha solo 26 anni) sceneggiatrice siciliana da qualche anno in pianta stabile a Los Angeles, dove -dopo aver lavorato a Csi ed a Master of Sex– ha già venduto le sceneggiature di due serie tv da lei ideate alla Sony Pictures Television, di cui una, Absentia, è già stata ordinata come serie da Axn ed avrà come protagonista Stana Katic (Castle).
Gaia (che in Italia ha mosso i suoi primi passi, collaborando a fiction come Ho sposato uno sbirro 2 e Cenerentola) è tornata in Italia in occasione di una lezione che ha tenuto agli studenti del Master in International Screenwriting and Production (MISP) dell’Università Cattolica di Milano, a cui lei stessa aveva partecipato anni fa. Il Master, ideato e diretto dal Prof. Armando Fumagalli (nella foto con la Violo), ha l’obiettivo di formare nuove personalità nel mondo della scrittura per il cinema, la tv e l’editoria, puntando a far conoscere il proprio lavoro anche a livello internazionale. Il Master si avvale della partecipazione di figure provenienti dai network e dalle case di produzione italiane, che tengono agli studenti lezioni e laboratori formativi.
Tra queste persone, come detto, c’è stata quest’anno anche Gaia Violo, che nei giorni scorsi ha tenuto una lezione in cui ha raccontato la sua esperienza scaturita dalla sua passione per la scrittura, che l’ha portata, dopo il Master della Cattolica, a frequentare un Master alla Ucla di Los Angeles ed ad entrare nell’elenco di Variety dei giovani emergenti da tenere d’occhio.
Blogo è riuscita a fermare Gaia durante questa sua permanenza in Italia, per farsi raccontare meglio il suo percorso, ma anche il suo futuro, tra il lavoro su Absentia e quello -ancora top secret- su un film live action della Disney. A lei abbiamo anche chiesto un’opinione sullo stato della serialità italiana e, più in generale, di quello delle serie tv in un panorama sempre più complesso.
Gaia, la tua storia potrebbe essere d’ispirazione per molti che, come te, sognano di poter scrivere per il cinema e per la televisione: ma come sei arrivata ad Hollywood?
“Con tanto studio, lavoro e ‘kind persistence’. Ho fatto lettere classiche in Inghilterra e mi sono poi trasferita a Los Angeles per frequentare il Master di sceneggiatura alla UCLA. Li ho scritto una sceneggiatura per la TV originale (Absentia) che mi ha portato tanta fortuna. Ha vinto un paio di premi, ottenuto l’attenzione del mio manager e agenti e da li tutto è iniziato. Detto così sembra una storia lineare, in realtà ci sono state battute d’arresto, difficoltà da superare e delusioni. Insomma bisogna avere un po’ di fiducia nel futuro anche quando sembra buio per farcela.”
Gran parte dei tuoi studi li hai conseguiti in Inghilterra ed America, ma anche in Italia: quanto è stato importante il nostro Paese nella tua formazione e quanto lo è quando scrivi?
“L’Italia per me è la mia famiglia, i miei fratelli e sorelle, i miei genitori, nonni e amici. E’ importante da un punto di vista umano. Mi rende ‘grounded’, ricordandomi cosa sia reale e cosa non lo sia”.
Hai mai avuto momenti di ripensamento o temuto di non farcela?
“La miglior cura per lo scoraggiamento è il lavoro. Ho avuto momenti più duri, in cui sembrava che nulla si muovesse, ma continuare a fare il proprio lavoro ed essere ‘pro-active’ trovo sia la soluzione migliore. Gli unici ripensamenti crescendo erano solo la mattina della partenza all’aeroporto di Catania – li pesa sempre un po’ lasciare casa e l’Italia.”
Essere straniera in America, ed in particolare nello showbusiness, ti ha favorito o è stata ragione di discriminazioni?
“Non mi sono mai sentita discriminata nè mi sono sentita favorita. E’ un mondo competitivo per tutti e a loro interessa solo che tu sappia consegnare un prodotto per cui valga la pena spendere energie, denaro e tempo. Posso dire però che forse da straniera combatti un pochino in più perché senti di aver qualcosa in più da dimostrare. Nel mondo del lavoro essere o sentirsi l’underdog non è necessariamente un male.”
Se avessi l’opportunità di lavorare in Italia lo faresti, o consideri ormai l’America la tua “sede” definitiva?
“Se l’opportunità fosse buona, perchè no?”
Nei mesi scorsi, la Sony Television ha acquistato due progetti da te ideati per svilupparli in serie tv. Uno è Absentia, di cui Axn ha acquistato i diritti per farne una stagione da dieci episodi. Puoi dirci in cosa consiste?
“E’ un thriller su un agente FBI che viene ritrovata dopo sei anni dalla sua scomparsa. Il suo mondo è cambiato e ciò’ che le è successo in quei sei anni torna a perseguitarla. Di più non posso dire…”
La serie sarà scritta da Matt Cirulnick ed avrà come protagonista Stana Katic: il tuo ruolo quale sarà?
“I contratti non sono ancora formalmente chiusi, fammi questa domanda di nuovo tra un paio di mesi!”
Ci puoi parlare del secondo progetto acquistato dalla Sony?
“E’ un thriller che si svolge a Chicago ed è una storia di vendetta e redenzione di due criminali, che sviluppano un rapporto padre/figlio. Mi spiace, ma non posso dire di più.”
Ed il “progetto segreto” a cui stai lavorando per la Disney… Cosa puoi dirci a proposito?
“Sto scrivendo il sequel di una popolare franchise Disney, diversa ovviamente nel genere e nel tono dai thriller televisivi che ho scritto fino ad ora. Posso dire che è un bellissimo progetto e sfida, non solo creativa ma anche umana.”
Hai avuto l’occasione di lavorare sia per la tv italiana (scrivendo per Ho sposato uno sbirro e Cenerentola) che per la tv americana, in particolare su Csi. Cos’ha la serialità italiana rispetto a quella americana che non ha e viceversa?
“Una piccola premessa, nelle serie menzionate ho lavorato come tirocinante con gli scrittori. Penso che la serialità americana sia più specifica verso una determinata audience e stia diventando sempre più simile al cinema. Serie come Il Trono di Spade e Westworld dimostrano quanto si stia avvicinando in termini di budget a produzioni impegnative. In generale, l’Italia è più orientata verso la famiglia nei toni e nei contenuti.”
Cosa ne pensi del boom di alcune serie italiane nel mondo, come Gomorra-La serie, I Medici e The Young Pope?
“Mi fa piacere vedere come la produzione di serie si stia internazionalizzando. E’ una bella sfida fare serie che trascendono un modello ‘nazionalistico’ e acquistano un respiro universale. Penso sia un trend non perfetto ancora ma capace di evolvere in fretta.”
La lunga serialità spesso deve scontrarsi con alcuni ostacoli, come i budget difficili da recuperare (soprattutto quando si tratta di serie nuove ed audaci) e l’individuazione di un pubblico sempre più difficile da convincere: secondo te, come evolverà il panorama televisivo rispetto a questo scenario?
“Non penso onestamente la lunga serialità (serie da 22 puntate annuali) esisterà ancora con lo stesso livello di richiesta. Le mini serie stanno appassionando sempre di più. Il modello Netflix e Amazon è il nuovo modo di consumare tv, più immediato e con target specifici. Penso che il numero di streaming services aumenterà. E’ un bel momento per essere uno scrittore televisivo, soprattutto negli Stati Uniti.”
Sei giovanissima, eppure hai già fatto tanta strada ed altrettanta ne farai. Quali sono gli altri obiettivi che vuoi raggiungere?
“Sono ancora agli inizi! Spero di migliorare sempre di più, continuare a lavorare su progetti che hanno un bel significato e vederli sullo schermo.”