Home Tv Talk Gad Lerner: «Inviterei Monti per un’intervista vera. Eviterei i collegamenti retorici con la piazza»

Gad Lerner: «Inviterei Monti per un’intervista vera. Eviterei i collegamenti retorici con la piazza»

Il giornalista a tutto campo, sulla politica, i talk, lo sberleffo e Mario Monti.

pubblicato 21 Aprile 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 05:17


Il punto di vista di Gad Lerner a Tv Talk sull’evoluzione che hanno avuto i talk show e sulla politica in televisione merita uno spazio a parte, rispetto alla questione Beppe Grillo e antipolitica. Tanto per cominciare, c’è la questione di Mario Monti, che ha fatto il suo tour televisivo, che da Lerner era andato ospite in “tempi non sospetti” e poi non si è più visto.

«Lo inviterei, per un’intervista vera, ma non per celebrazioni».

Poi ammette che lo vorrebbe in studio, com’è naturale. Fatto sta che Gad Lerner e Michele Santoro sono i due che, al momento, non possono segnare la tacca “Mario Monti” sul curriculum del loro talk. Il dubbio che sia per una questione di “interviste vere”, appunto, ci rimane. Si parla, quindi, del ruolo della “piazza” nei talk show politici. E Lerner è molto duro rispetto all’atteggiamento nei confronti della “piazza” che mostrano alcuni suoi colleghi con i loro collegamenti da varie piazze (prima del commento, viene mostrato un montage che include, per esempio, l’episodio che riguardò La Versione di Banfi o quello dell’operaio che fece arrabbiare Castelli a Servizio Pubblico. Lerner non ha dubbi:

«Io eviterei certi collegamenti retorici. Stanno al freddo all’aperto per delle ore ad aspettare che finalmente gli venga data la linea perché in studio ci siano le stesse facce a dialogare con loro. E perché quell’operaio sardo non deve essere seduto in studio con pari dignità? Perché quelli devono stare in piedi sotto la pioggia per tre ore e non possono stare in studio su una poltrona bianca come me?»

Sulla “svolta” di certi talk, sui cambiamenti dei talk politici, sul “coraggio” di certa comicità nella critica, Lerner dice chiaramente che

»In televisione è emersa l’impresentabilità di quelle maschere sempre presenti (per puro caso si è visto La Russa [nelle immagini sugli schermi in studio, ndr] ma possiamo metterne anche uno di un altro schieramento politico). Quanto lo sberleffo: lo potevi fare, per esempio, all’epoca di Tangentopoli. Non c’è nessun eroismo: è un segno di debolezza della politica».

Poi risponde a una domanda (ahinoi, un po’ sgrammaticata, fatto puntualmente rilevato in studio) di uno dei lettori di TvBlog.

Cinzia Bancone

Tv Talk