Gad Lerner: “Salvini è sempre a caccia di prede”. E la Rai precisa i costi de L’Approdo
Ospite di Tv Talk, Gad Lerner delinea il profilo della comunicazione di Salvini e del suo spin-doctor, Luca Morisi.
Gad Lerner è stato ospite dell’ultima puntata di Tv Talk per parlare de L’Approdo, il suo nuovo programma in onda da lunedì 3 giugno in seconda serata su Rai 3, ma non può rispondere direttamente agli strali che il Vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini gli ha rivolto via FB qualche giorno fa. In mancanza di un contraddittorio, Bernardini si limita a chiedere a lui e Giletti cosa prova un giornalista inserito nella lista dei ‘cattivi’ (o dei ‘buoni’, vista la presenza in collega di La7) da parte della politica. Un modo per affrontare la questione tangenzialmente, senza entrare nel cuore dell’ennesimo attacco rivolto dal Vicepremier a quella che è ormai la sua ‘trinità’, Fazio-Lerner-Saviano, utile anche a colpire di rimando gli attuali vertici Rai, come l’AD Salini evocato nella sua citata diretta al fulmicotone.
Lerner si limita a un’analisi asciutta del modello della comunicazione salviniana, nei suoi topoi storici:
“La potentissima relazione che Salvini ha con il suo pubblico è fondata sull’idea della caccia. Lui è un giustiziere, un portavoce del popolo che è sempre in caccia contro un nemico che impersona il privilegio, i poteri forti… C’è sempre bisogno di una preda da additare. Nel caso specifico, è una preda di scarsa portata, un conduttore di seconda serata che da sempre lavora senza appalti per la sede Rai di Milano…”
si schermisce Lerner, minimizzando – o meglio relativizzando – il suo ‘minaccioso potenziale’ anti-Capitano. Ma il richiamo alla caccia e alla preda mi ricorda subito il discorso di Mattarella per la Festa della Repubblica, in cui ha sottolineato come “libertà e democrazia non sono compatibili con chi alimenta i conflitti, con la continua ricerca di un nemico da individuare, con chi limita il pluralismo“…
Dal canto suo Giletti, verso cui il Vicepremier leghista non nasconde una certa stima e predilezione – e che sarà ancora suo ospite nella puntata di questa sera di Non è l’Arena -, fa capire di apprezzare lo stile diretto del Ministro dell’Interno, opponendolo a quello più subdolo di chi invece ha operato ‘segretamente’ per farlo fuori dalla Rai. E il fantasma dell’ex premier e segretario PD aleggia.
Il sistema politico non cambia, concordano i due, dalle nomine dei direttori in quota parlamentare all’atteggiamento di chi cerca di liberarsi dei nomi ingombranti. In ogni caso Giletti sottolinea come i nemici incrementino il consenso: “Berlusconi è andato al massimo del suo potere con Santoro, che ogni settimana gli faceva una puntata contro“. Un po’ quello che ha sostenuto lo stesso Salvini che ha cercato così di ‘ammorbidire’ il suo ‘editto’, che poi attinge a piene mani dal ‘pantheon’ berlusconiano. Da lì sembra non ci si smuova.
L’approdo, la Rai precisa i costi e il compenso di Lerner
Se l’opposizione può essere un’ottima arma per rinsaldare il consenso, può essere anche un ottimo strumento di promozione per il nuovo programma di Lerner, che intanto – prima ancora di andare in onda – è chiamato a difendersi. Lo fa la Rai con una nota stampa diffusa nella domenica pomeriggio della Festa della Repubblica:
“La Rai precisa che si tratta di una nuova serie, in linea con le precedenti già realizzate da Gad Lerner sulla stessa rete. Il compenso complessivo riconosciuto a Gad Lerner è di 69.000 euro lordi per l’intero programma. Lerner è autore, conduttore di studio del programma (una produzione interna Rai) e realizza interviste sul campo. Il suo compenso totale è comprensivo di un periodo di preparazione e ideazione della trasmissione. Detto valore è rimasto invariato dal suo rientro in Rai nel 2016″.
La nota aggiunge che:
“Tutti gli altri costi sono relativi all’utilizzazione di maestranze e scenografie del Centro di produzione televisivo di Torino, dove “L’approdo” viene realizzato, al fine di avere il contributo di dipendenti e squadre di lavoro interne in un centro di eccellenza Rai che andrà sempre più valorizzato: in tal senso, i costi delle squadre di lavoro sono dipendenti dal limitato numero di puntate del programma”.
Siamo quindi lontani dai 250.000 euro evocati da Salvini come compenso di Lerner a fronte di 800.000 euro di costi complessivi per la trasmissione. Numeri al bancolotto, quindi. Il fatto poi che la produzione sia a Torino, accolta in un centro che sta soffrendo non poco per non disperdere la sua storia e le sue professionalità. Un patrimonio ‘tutto italiano’ da tutelare.