Gabriella Scalise spiega in esclusiva a TvBlog il suo metodo Voicecraft
Mentre tutti i giornalisti facevano a gara per contendersi i pilastri della scuola di Amici, da Luca Jurman ad Alessandra Celentano, il vostro portavoce di TvBlog ha scelto di concentrarsi su una new-entry ancora tutta da scoprire, per raccontarvi tutto ciò che ancora non sapete di lei. Sto parlando della nuova insegnante di canto Gabriella
Mentre tutti i giornalisti facevano a gara per contendersi i pilastri della scuola di Amici, da Luca Jurman ad Alessandra Celentano, il vostro portavoce di TvBlog ha scelto di concentrarsi su una new-entry ancora tutta da scoprire, per raccontarvi tutto ciò che ancora non sapete di lei. Sto parlando della nuova insegnante di canto Gabriella Scalise, che mi ha confessato di sentirsi già “anziana” per Internet e di non conoscere per scarsa padronanza del mezzo tutto quello che scrivete sul suo conto. L’ho convinta a “convertirsi” (assieme a Luca Zanforlin che “vi” legge assiduamente) dicendole che il suo metodo voicecraft ha trovato un fan sfegatato nel sotoscritto e potrebbe illuminare sempre più aspiranti cantanti del domani.
Ovviamente l’ho preavvisata del pretestuoso boicottaggio mossole dalle fans di Marco Carta, pro Luca Jurman a tutti i costi e dunque contro Grazia di Michele e chiunque simpatizzi per lei (in cima alla lista nera assieme alla Scalise è Martina Stavolo, per qualcuno erede della nemica numero uno di Marco, Roberta Bonanno).
Da parte di uno che l’anno scorso ha tifato per il fenomeno sardo e il suo vocal coach, ma quest’anno trova quest’ultimo troppo supponente con gli altri colleghi, giunge un appello: basta bipolarismi ad Amici. Non a caso ho avuto la conferma dalla stessa Maria De Filippi, in un breve confronto in sala relax, che Gabriella Scalise è la soluzione alle lotte intestine della scorsa edizione. Per sedare i personalismi dell’annata passata, a colpi di minacce di querele e presunte diffide, è stata appositamente chiamata lei, una docente con un’abilitazione specifica in voicecraft e una personalità aperta al confronto. Conosciamola meglio senza pregiudizi: potrebbe davvero stupirvi!
Amici di Maria De Filippi 2009 – La Fase Finale
Gabriella, il metodo voicecraft è già diventato un caso su TvBlog. Ti va di spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta, in sintesi?
Innanzitutto il voicecraft è un metodo che si basa sulla fisiologia: l’obiettivo principale è rendere l’allievo consapevole dei propri mezzi. Quindi facciamo uno studio dell’apparato vocale in maniera molto approfondita, il che non ha niente a che vedere con la medicina però si basa su dei fondamenti scientifici, quindi sull’anatomia. Prima del serale i ragazzi che seguo io hanno fatto un test, attraverso una laringoscopia, per verificare che le condizioni che abbiamo studiato trovino una corrispondenza da un punto di vista meccanico. Il risultato è stato ottimo: c’è un riscontro concreto del lavoro che si è fatto, nel momento in cui io do indicazioni su una determinata qualità vocale, se voglio un suono particolarmente tonico o un suono con aria, devono capire qual è la differenza, come posso passare da un suono all’altro. E’ un fatto puramente meccanico.
E le doti vocali del singolo allievo dove le mettiamo?
L’artisticità, il talento sono cose a parte che non riguardano la tecnica. Ovviamente la tecnica dev’essere funzionale al canto, perché di per sè è puro esercizio ginnico che con il canto non ha familiarità. Una mia preoccupazione è mettere questo lavoro meccanico a disposizione dell’aspetto estetico, che riguarda l’arte, l’espressione, la comunicazione. E’un lavoro di equilibrio tra le parti.
Come nasce questa nuova frontiera della didattica canora a cui sei abilitata?
Va detto che da noi non è ancora un modo usuale. E’un metodo che in Italia esiste da una decina d’anni ma ha validità internazionale, esiste da trent’anni e nasce in America. Per i ragazzi è stata una novità e mi hanno seguito tutti, incuriositi, al principio. Le scelte legate agli insegnanti sono legate, poi, a varie dinamiche del serale, ma chi non sto seguendo in questa fase ha seguito con me i primi tre mesi, perciò penso di aver lasciato un bagaglio a tutti, a prescindere dalla distinzione fittizia tra i miei o non miei.
Ti va di svelarci, a questo punto, l’arcano per cui con la Di Michele ti trovi così bene?
Il segreto del nostro buon lavoro di gruppo sta nel buonsenso e nella voglia di mettersi in discussione ogni giorno. Io e Grazia siamo totalmente diverse, lei lavora molto sull’interpretazione, è laureata in musicoterapia. Ha dei precedenti completamente diversi dai miei. Nonostante tutto siamo riuscite a trovare un equilibrio, il che non vuole dire andare d’accordo sempre. Spesso ci scontriamo, ma è uno scontro costruttivo. Le collaborazioni possono andare bene anche nello scontro, perché si cresce comunque. Il lavorare da soli, forse, ha il limite di non dare mai la disponibilità di interfacciarsi con l’altro. Più teste insieme, invece, possono produrre qualcos’altro. E’ un fatto di scelta collaborativa, io amo sempre le collaborazioni, l’imparare l’uno dall’altro anche se non si è sulla stessa linea e non si ha la stessa idea sulla musica o sul modo di affrontare la didattica. Altrimenti sarebbe una noia.
Prima di entrare nella commissione seguivi il programma e avevi un tuo preferito?
Degli ex-allievi avevo seguito Federico (Angelucci ndr), aveva già un trascorso con me prima di entrare ad Amici. Ci tenevo molto e per fortuna ha anche vinto. E’ uno degli elementi più completi: per il musical secondo me lui è perfetto. Anche se, a volte, non riuscivo a seguire perché ero fuori per lavoro, trovo Amici un programma da seguire dagli addetti ai lavori, una realtà davanti alla quale non si può scappare.
E l’idea di avere ragazzi di tutta Italia come potenziali allievi ti ha spaventato all’inizio? Hai mai temuto di non essere capita?
Io sono come la goccia cinese, faccio ogni giorno un passetto. Ero convinta che se iniziavo questo percorso poi mi avrebbero seguito. Dopo le difficoltà iniziali, viene compreso, è fuori da regole classiche ma il risultato finale si vede. E’ molto bello, tra l’altro, che chi non ha la possibilità e non vive nelle grandi città, non può insomma avere grandi certezze dalla sua scuola di canto, viene messo nelle condizioni di capire se cantare è quello che vuol fare. Trovo sia molto utile far vedere le lezioni aperte su Sky, anche quella noiosa può attrarre chi ama i tecnicismi. Personalmente penso di essere una molto concreta, che mira alla sostanza. Secondo me le cose vanno fatte con calma e con intelligenza, ci vuole un po’ di tempo per far passare le cose nuove.
Speriamo, nel nostro piccolo, di aver fatto “passare” meglio al pubblico, senza schieramenti di parte, la novità Scalise.