Gabriella del Gf7 su Clandestinoweb: “Il reality come fuga dal precariato”
Il reality, più che un format, è diventato l’ennesimo dejavù. In mancanza di risvolti a casa Mediaset sul genere più congelato della tv, si intavolano discussioni trite e ritrite che sanno di ‘dove eravamo rimasti’, con gli ultimi aggiornamenti sulle vite personali e professionali degli ex-concorrenti. Ma, se a Buona Domenica parlano dei soliti noti
Il reality, più che un format, è diventato l’ennesimo dejavù. In mancanza di risvolti a casa Mediaset sul genere più congelato della tv, si intavolano discussioni trite e ritrite che sanno di ‘dove eravamo rimasti’, con gli ultimi aggiornamenti sulle vite personali e professionali degli ex-concorrenti.
Ma, se a Buona Domenica parlano dei soliti noti dagli aneddoti torbidi e scontati, le confessioni più interessanti sono quelle dei reduci spariti dalle scene, per scarsa fortuna ma soprattutto per scelta visto che le loro motivazioni erano “altre”.
A tal proposito mi ha molto colpito un articolo, pescato sul sito ClandestinoWeb, di Gabriella Malavasi, che cura una rubrica dal nome L’angolo dell’AntiGossip. Citato così, il suo nome rischia di dire ben poco, ma si tratta della prima eliminata del Gf 7. Ve la ricordate, la giunonica e autoironica bolognese che l’anno scorso fu fatta fuori nel ballottaggio con Michele Morsuillo, peraltro piuttosto provato da una coreografia in coppia con lei?
Personalmente, ho un piacevole ricordo della sua permanenza nella casa, che affrontò con un apporto autentico e genuino. Poi, salvo qualche ospitata di rito nel salotto di Paola Perego, di lei si è persa ogni traccia. Forse perché non aveva le physique du role, forse perchè le sue ambizioni erano decisamente altre:
“I sogni dei ragazzi che prendono parte ai reality sono molto più semplici e comuni di quello che si pensi e spessissimo non hanno nulla a che vedere con il mondo dello spettacolo. Partecipare al Grande Fratello è come tentare la fortuna con un biglietto della lotteria: speri di assestarti, accendere un mutuo, conoscere qualcuno che ti proponga qualcosa di diverso del troppo diffuso stage pressochè gratuito, o almeno qualcosa di più stimolante. In conclusione la vanità è una spinta necessaria ma non sufficiente”.
Al quinto co.co.co e all’ennesimo contratto a progetto le prospettive lavorative di Gabriella iniziavano lentamente ad offuscarsi.
Se ha scelto la strada del reality è, quindi, non per diventare famosa ma per fuggire dal precariato, turbando il suo equilibrio psico-fisico pur di mettere qualche soldino da parte e rilanciarsi sul mercato (del lavoro).
Ovviamente, il doppio rischio dell’illusione e del pregiudizio era da mettere in conto, ma la Malavasi è stata subito pronta a ritornare alla realtà e rimboccarsi le maniche.
Fino a qualche anno fa non avrebbe mai pensato di mettersi in vetrina davanti a tutta Italia, vista anche l’educazione ricevuta e i suoi saldi principi. Ma il suo percorso insegna che nella vita, come in televisione, esistono i compromessi e uno di questi ha a che fare con la casa più spiata d’Italia (o se preferite con l’isola degli aspiranti famosi). Dovremmo imparare a ricordarcelo, prima di puntare il dito contro tutti i volti del reality senza alcuna distinzione.