Gabriele Muccino contro la Rai: “Colpa sua se l’Italia è in declino. Il peccato originale? Inseguire l’Auditel”
Gelli, P2, Berlusconi: Muccino chiama in causa oltre trent’anni di storia italiana per attaccare la Rai, ‘rea’ di aver fatto degli italiani un popolo di ignoranti. “In Rai hanno bandito musica, cinema d’autore, storia hanno lasciato tutto a History, Nat Geo, Sky che hanno catturato il pubblico che è giustamente scappato dalla spazzatura”. Ma perché nessuno ricorda Rai Storia o Rai 5?
Settimana di Ferragosto: tempo di ferie, di ozio, di pensieri, di riflessioni amare e di sfoghi. Ne sa qualcosa Gabriele Muccino che nel giro di poche ore ha postato su FB una serie di considerazioni, non proprio diplomatiche, sulle colpe della Rai, sul tradimento del suo ruolo di servizio pubblico.
Muccino attribuisce alla Rai
“ogni responsabilità della decadenza culturale e di conseguenza politica, sociale ecc del nostro Paese per come si è comportata dall’avvento delle TV commerciali in poi perdendo la sua identità, il suo prestigio culturale, il suo coraggio, la sua forza e il suo dovere di restare neutrale e servizio pubblico senza dover rincorrersi al ribasso con logiche competitive e commerciali con i programmi dell’allora nascente Biscione”.
Piuttosto chiaro il pensiero del regista, che individua l’origine di tutti i mali nell’Auditel, o meglio nella decisione della Rai di comportarsi da tv commerciale, inseguendo il Biscione nella corsa agli ascolti fin dagli anni ’80, al debutto delle tv private. Lo dice chiaramente, ‘gridando in maiuscolo’ (i grassetti nelle citazioni sono nostri, siete avvisati):
“Il peccato originale della Rai è stato quello di inseguire le leggi dell’Auditel e quindi abbassare il livello dei suoi programmi per competere con Mediaset. Una tv pubblica aveva il dovere di servire chi pagava il canone e continuare a dispensare teatro, cultura, cinema, intrattenimento ma soprattutto informazione neutrale”.
Già, l’informazione. In fondo tutto il lungo sfogo di Muccino Sr, uscito su FB a puntate – e neanche troppo corte, diciamo che ci troviamo di fronte a una miniserie – parte da una considerazione sullo stato dell’informazione tv che prende spunto da una clip, postata il 10 agosto, in cui commenta le parole di chi difende Berlusconi anche dopo la sentenza della Cassazione.
“E’ l’ignoranza che va presa a mazzate. Quella teorizzata da Gelli e messa in opera attraverso la disinformazione e il controllo totale delle TV per 20 anni. Ecco che gente siamo diventati. Voglio solo sperare si tratti di 500 disperati non rappresentativi di nulla. Voglio andare a dormire con questo pensiero. Con questo sogno, con questa illusione”.
Ignoranza figlia della disinformazione, dunque. Da qui la ‘seconda puntata’, che contiene una filippica contro lo stato dell’informazione in Italia:
“Bisogna ripartire da dove tutto questo è iniziato. e non a caso. Dalla corretta, semplice, lineare, oggettiva, INFORMAZIONE. La nostra gente nuota nell’ignoranza. Ci saranno sempre politici truffatori se questi saranno gli italiani chiamati a votarli.
Si riprenda il controllo della televisione pubblica e la si conduca come fosse la BBC spiegando agli italiani come stanno le cose. Le forze dell’ordine o il popolo rimuovano chi ostacola questo processo prima che si arrivi a qualcosa di grave e più serio. La gente è esausta e il governo immobile”.
La colpa è dunque della Rai, che non ha saputo/voluto fare ‘Informazione’, lasciando gli italiani nell’ignoranza. Addirittura Muccino chiede l’intervento del Presidente della Repubblica per un nuovo CDA Rai (mossa non propriamente democratica, a dire il vero, ma magari, nella foga…):
“Il Presidente della Repubblica nomini immediatamente un vero consiglio di amministrazione Rai che riporti le lancette indietro di 30 anni e si ricostruisca la coscienza con la conoscenza. Ora tutto il piano di Gelli e della P2 di controllare il popolo attraverso il controllo dell’informazione è tragicamente compiuto e nessuno in 20 anni di governo come all’opposizione per non parlare del governo D’Alema, ha fatto nulla per fermarlo. Si è demonizzato Berlusconi per 20 anni quando bastava staccargli la spina. Tutto ciò ora sarebbe diverso. La spina l’aveva inserita Craxi con la concessione delle Tv Mediaset e la loro diffusione su scala nazionale. Ora qualcuno riattacchi almeno la spina alla TV pubblica e si interrompa questo piano che è peggio di un cancro. E’ la conoscenza l’arma più forte”.
Insomma, si poteva evitare il cancro della disinformazione “staccando la spina alla tv privata”. La politica non l’ha fatto e quindi ora Muccino ‘spera’ che almeno venga “riattaccata la spina alla tv pubblica” che deve
“offrire quello che è all’altezza del ruolo che ricopre, non deve assecondare i telespettatori. Quello lo lascino fare alle Reti come Mediaset che hanno bisogno di audience per vendere pubblicità. Questa differenza è chiara e fondamentale eppure non sembra esserlo mai stata abbastanza, seppur il Canone serva proprio a questo: ad essere indipendenti dalle logiche competitive. Alla TV pubblica se un programma di approfondimento culturale in prima serata non va bene ma arricchisce culturalmente la rete (e gli spettatori e dunque il paese), dovrebbe bastare! Anzi il vanto di fare cose che elevano culturalmente il nostro Paese contro porcate degli avversari che si svendono per vendere pubblicità dovrebbe essere il prestigio del servizio pubblico che ha un nome tra l’altro chiarissimo: SERVIZIO PER IL PUBBLICO”.
E continua:
“Invece negli anni in Rai per anni hanno tolto, bandito musica, cinema, quello d’autore, approfondimento storico e hanno lasciato tutto ciò ai canali tematici come History Channel piuttosto che National Geografic o Sky che hanno catturato il pubblico che è giustamente scappato dalla spazzatura”.
Se mi è concessa un’osservazione, quelli che cita sono tutti canali a pagamento. Possibile che nessuno renda merito alla programmazione del DTT Rai, che con Rai 5 e Rai Storia offre un palinsesto davvero invidiabile, decisamente più variegato di molti altri ‘blasonati’ (e talvolta sopravvalutati) canali pay?
Ma andiamo avanti, o meglio torniamo all’informazione,
“un nodo irrisolto, su cui Berlusconi ha sempre saputo di poter trascinare il nemico e trafiggerlo col consenso di quegli italiani che lo seguono perché parlano la sua lingua, ovvero quella che lui in trent’anni, attraverso le sue TV e quelle pubbliche al suo personale servizio, gli ha insegnato a comprendere e ripetere a pappagallo”.
Se gli italiani sono pappagalli (“… come ai politici qui si da la colpa ai telespettatori. I politici li votano gli italiani. Quindi gli italiani imparino a non votare certi partiti o certi incriminati, o certe ventenni se vogliono che il paese produca…), gli inglesi sembrano non farsi capaci di quanto avviene da noi. E Muccino si vergogna:
“Ecco come vedo la situazione e come in Inghilterra vanno fuori di testa per cercare di comprenderla. Perché per loro che hanno la miglior TV pubblica al mondo ovvero la BBC, la nostra situazione di sudditanza, passività e conseguente apatia e ignoranza davanti ai diktat ventennali di un ormai ex premier che davanti ad una sentenza DEFINITIVA ancora oggi dice IO NON MOLLO (e dove tutti ancora tacciono ma anzi negoziano su come tenerlo dentro), non possono capirla. Io invece capisco gli inglesi che non capiscono e da italiano, posso solo dire che mi vergogno tanto”.
Arriviamo dunque al climax, di cui vi abbiamo anche accennato in apertura:
“Per chi ha letto male o frainteso quanto ho scritto (o semplicemente forse non mi sono espresso chiaramente), io attribuisco ogni responsabilità della decadenza culturale e di conseguenza politica, sociale ecc del nostro Paese a come la Rai si è comportata dall’avvento delle TV commerciali (…)”.
La colpa originaria non è del Cavaliere:
“In quel caso Berlusconi, seppur aiutato da Craxi per avere la concessione ad estendere le sue sue TV locali sul territorio nazionale e quindi di fatto creare un secondo polio, fece e bene il suo lavoro di imprenditore e che avrebbe dovuto continuare a fare”.
Il problema è tutto nella gestione politica di Viale Mazzini:
“Il problema nasce e muore con la Rai e la politica che l’ha lottizzata facendone prima uno strumento diviso tra i 3 maggiori partiti: Rai uno alla DC, Rai due al PSI e Rai 3 al PCI. Tutte cose che sappiamo tutti fin troppo bene. A quel punto la Rai aveva gia’ smesso di essere una TV pubblica neutrale poiché, per accontentare tutto il parlamento, aveva tre riferimenti e referenti politici diversi e precisi. Dunque era il parlamento ad informare i cittadini piuttosto che i giornalisti ad informarci sul nostro paese. A chi non sembra già questa un’anomalia grave?”
Cosa è successo, quindi, con Berlusconi al potere?
“L’informazione in Rai si è genuflessa o costretta a genuflettersi diventando una costola politica Berlusconiana con tutti sugli attenti deragliando fuori dei binari della democrazia dove chi governa non può per definizione, controllare in nessun modo l’informazione, a meno non ci si trovi in un regime quale il nostro dunque in una sua forma ibrida e all’italiana, è o è stato. Un regime “democratico”, morbido, ingessato dal controllo dell’EU ma di fatto abbiamo una democrazia che si è ammalata e di cui non vedo purtroppo segnali di miglioramento”.
Visto il riscontro, Muccino invita a condividere e a ‘dissentire’. Il dissenso come risveglio delle coscienze:
“Se apprezzate i miei sfoghi come quello sulla Rai, condivideteli, condivideteli e condivideteli ancora. Mandateli ai vostri amici e conoscenti. Se la pensate allo stesso modo, dal momento che siamo tutti collegati e l’unico strumento da cittadini che abbiamo per risvegliare il nostro paese, è la conoscenza di chi siamo e potremmo essere per realizzare che non siamo un paese normale e dobbiamo invece diventarlo in fretta. Usiamo anche il dissenso. Io dissento. Ditelo in faccia a chiunque faccia davanti ai vostri occhi qualcosa che non considerate onesto e per il bene comune (…) Abbiamo il sacro dovere di risvegliare gli italiani dalla privazione che hanno subito della conoscenza, della reale informazione neutrale e del rispetto di se’ stessi come cittadini. I criminali vanno in galera. Punto. Non ci sono negoziazioni possibili per tenere ancora Berlusconi in parlamento nonostante una condanna definitiva”.
Beh, questa volta la sua bacheca non viene usata per ‘litigare’ con il fratello Silvio. Ma dal dissenso verrà fuori prima o poi un film? O magari una fiction? Perfetta per Sky…