Home Un medico in famiglia Gabriele Cirilli a TvBlog: “Red or Black non è stato flop. Buon periodo per me, ma ho paura del futuro”

Gabriele Cirilli a TvBlog: “Red or Black non è stato flop. Buon periodo per me, ma ho paura del futuro”

Il comico, presente nel cast di Tale e quale show 3, intervistato da TvBlog.

pubblicato 11 Settembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 14:36

Alla fine della conferenza stampa di presentazione della terza edizione di Tale e quale show abbiamo avvicinato ai nostri microfoni Gabriele Cirilli. Il comico, a sorpresa, sarà presente anche nella nuova stagione del programma di Carlo Conti e avrà il compito di affrontare ogni puntata una ‘Mission impossible’. Cioè delle imitazioni davvero molto complicate. TvBlog con Cirilli ha parlato anche di Un medico in famiglia, di Red or Black (anche Frizzi ha detto la sua su uno dei format sperimentati qualche mese fa dalla Rai) e di C Factor, il nuovo programma che sarà condotto proprio dal comico romano.

Perché non riesci a fare a meno di Tale e quale show?

Perché non riesco a fare a meno di Carlo Conti. Ormai viviamo in simbiosi. Il bianco e il nero. Stare al suo fianco è troppo bello. La sensazione che mi dà è quella che c’era tra Baudo e il trio. Con lui riesco a dire cose che con gli altri non riesco a dire. È una grande spalla, si intende di comicità. Stare al suo fianco è una sicurezza, una roba strepitosa.

Il ritorno per la terza volta a Tale e quale show è stata una sua proposta?

Io in realtà ho un po’ insistito. Gli ho detto: ‘Carlo, non posso non esserci. Ti prego’. Dopo un po’ lui si è fatto venire questa idea, secondo me geniale. Infatti da uno come me non ti aspetti l’imitazione perfetta, però credo di essere l’unico ad affrontarla in un certo modo. Lui ha pensato alla Mission impossible…

La prima puntata sarai i Ricchi e poveri. Poi, chi imiterai?

Posso anticiparti Gene Simmons dei Kiss. Ti ho detto tutto (ride, Ndr). Oppure Pavarotti e Zucchero. E poi molte donne.

Con Carlo farai anche un altro programma…

Si, C Factor. Lui è giurato ma anche capoprogetto, quindi finché lui non muove un dito non si fa niente. Di lui mi fido tantissimo. Si è messo in giuria perché ha detto ‘è giusto che lo presenti tu, perché tu fai da Caronte, conduci il comico emergente in tv’.

Tu farai anche da spalla ai giovani?

Il comico può usufruire del presentatore, quindi io mi presterò. Come faccio nei laboratori dove cerco comici.

Tra il ruolo di conduttore e quello di comico monologhista quale preferisci?

A Zelig un po’ mi sono dovuto adattare: 3 minuti di monologo. Però, esibirmi e dare me stesso a 360 gradi lo preferisco. Il fatto di poter condurre, fare da spalla, cantare, ballare per me è il massimo. È quello che mi caratterizza di più.

L’unica pecca per la tua stagione è forse l’addio a Un medico in famiglia?

Sono rimasto male non tanto perché hanno preferito altri a me, ma soprattutto perché avrei fatto un’uscita diversa. Il mio addio è stato deciso un po’ insieme perché il mio ruolo si era un po’ esaurito. È giusto quello che hanno fatto, però avrei dedicato mezza puntata per spiegare dove va Dante Piccione. Perché la gente questa estate me lo chiedeva. La scelta della Rai è stata giusta, però avrei preferito uscire in modo diverso.

Regalami un’anticipazione sui giurati di C Factor, oltre a Carlo Conti…

È dura, perché, se dico il nome, a quella persona probabilmente darà fastidio… ancora non si è chiuso nulla. Però ti posso garantire che è il massimo che noi potremmo avere. È un attore italiano a 360 gradi.


Gigi Proietti?

Magari, è il mio maestro. Se ci fosse sarebbe davvero il massimo. Se Proietti accettasse di fare il giurato a C Factor io potrei smettere di fare l’attore.

Stai vivendo un periodo d’oro dal punto di vista professionale. Hai paura per il futuro?

Io ho tanta paura, tanta tanta. Questo è un lavoro difficile: io vengo dalla provincia, non sono preparato ad affrontare questo mondo. Nonostante io lo frequenti da quasi 26 anni, ho paura. È un mestiere insicuro. Fai una cosa strepitosa però poi ne fai un’altra e potrebbe andare male. E la gente ti punisce.

Quindi dopo Red or Black hai avuto paura di…

No, Red or Black ha avuto un successo diverso. Non ha avuto quegli ascolti enormi, però noi siamo riusciti col grande Frizzi – che è stato per me fondamentale, è una colonna della Rai – a portare un altro tipo di pubblico. Prima i ragazzini di 7 anni non guardavano Rai1. Magari qualcuno più anziano lo avrà evitato, però non è stato un flop. Quel 17-18% iniziale ci ha gratificato.

Hai avuto timore che l’azienda, dopo Red or Black, potesse mettere in dubbio il tuo futuro?

No, non è stato un flop di uno show tutto mio. È un format, che può piacere o meno. Noi siamo stati bravi. Dai dimmi di sì, ti prego (ride, Ndr).

Rai 1Un medico in famiglia