Furore, Massimiliano Morra a TvBlog: “Da napoletano vi dico che il razzismo c’è ancora oggi” (VIDEO)
L’attore racconta a TvBlog il suo personaggio e ammette che la bellezza ha aiutato la sua carriera
Dopo avervi proposto le parole di Francesco Testi, è la volta dell’altro protagonista di Furore – Il vento della speranza, la nuova fiction di Canale 5 prodotta da Ares Film e in onda a partire dal 14 maggio in prima serata. TvBlog, a margine della conferenza stampa di presentazione, ha rivolto alcune domande a Massimiliano Morra, messa in scena da Giuliana De Sio. Ecco cosa ci ha raccontato l’attore che si è fatto notare già in Pupetta, al fianco di Manuela Arcuri.
Raccontaci il tuo personaggio.
Saruzzo Licata è un personaggio completamente diverso da me stesso, lo voglio sottolineare. È estremamente impulsivo, mentre io sono una persona riflessiva. Saro è il personaggio che soffre di più lo spostamento dal Sud al Nord, anche perché in Sicilia lascia una fidanzata. In Liguria inizia a lavorare con il fratello nel cantiere dello zio. Qui incontra la donna di cui si innamora e che gli cambia la vita; una donna tenace e forte, Irma Voglino, interpretata da Giuliana De Sio. Poi succedono una serie di vicissitudini, che però non ti dico (ride, Ndr).
Tu hai origini napoletane; come ti sei preparato per recitare in dialetto siciliano?
Ho studiato il dialetto con un coach e ho perfezionato l’accento. Spero sia credibile. Mi sono impegnato tanto. Il dialetto siciliano ha una melodia simile a quella del napoletano. Non ho trovato grandissime difficoltà.
Visto che sei napoletano ti chiedo: il razzismo nei confronti dei meridionali è un tema attuale?
Sì, il razzismo è tuttora tangibile. Nella mia vita mi è capitato due volte di esserne vittima. Quando ero bambino ero al campeggio con i miei genitori e un settentrionale disse che i napoletani erano peggio dei siciliani e dei romani. E mi è capitato più di recente a Milano, quando lavoravo nella moda. Mi dissero ‘tu sei di Napoli, che sei venuto a fare il modello, resta a Napoli a studiare medicina’. Queste dichiarazioni recenti vengono praticamente raccontate nella fiction, che però è ambientata negli anni Cinquanta. E poi basta vedere alcuni partiti politici…
La bellezza ti ha aiutato o penalizzato nella carriera da attore? (nel 2010 ha vinto il Premio ‘il più bello d’Italia’)
Obiettivamente aiuta, e tanto. Ma non è fondamentale. Ma se non ci metti altri ingredienti, la bellezza non ti fa andare avanti in questo lavoro. Alcune volte mi ha anche penalizzato… persone dello spettacolo che mi dicevano che se volevo fare l’attore avrei dovuto fare determinate cose. Io ovviamente ho sempre rifiutato questi compromessi. E poi per tanti ruoli non mi prendevano in considerazione perché ho un aspetto esteriore piacevole. Insomma, è un’arma a doppio taglio.