Fuoriclasse 2, una buona sceneggiatura non colma la difficoltà di raccontare i problemi della scuola. Littizzetto meno ironica ma onesta
Fuoriclasse 2 riesce ad intrattenere il pubblico, anche se il racconto della scuola italiana non è realistico. Luciana Littizzetto si allontana dal suo personaggio dissacrante ma non perde il suo stile
Portare la scuola in tv è una missione difficile: meglio, allora, concentrarsi su personaggi e dinamiche, anche se lo sfondo resta un po’ troppo lontano dalla realtà della situazione delle scuole italiane. “Fuoriclasse 2” sembra sapere di non potere arrivare a rappresentare la realtà, e si limita a prendere spunto per raccontare storie legate all’attualità ma prendendosi qualche libertà.
La fiction di Raiuno ha il pregio di farsi seguire senza essere lenta o banale: le scene, grazie anche ad una regia, di Riccardo Donna, che non si concede pause, riescono sempre a portare qualcosa nella trama, permettendo al pubblico di restare attento alle situazioni che coinvolgono i vari personaggi.
Una qualità che permette ai telespettatori di non annoiarsi, e non è roba da poco: bravi gli sceneggiatori che sono riusciti ad equilibrare le storie degli studenti e dei professori, rendendoli tutti incasinati tra problemi ed una scuola che sembra portare guai.
A proposito della scuola, è questo il limite della fiction: il contesto, per quanto prenda spunto da situazioni reali ambientate nelle nostre scuola (come il bullismo o le difficoltà di alcune famiglie), resta sempre edulcorato da una necessità di semplificazione che serve a facilitare il racconto ma non a sporcare la storia di elementi più realistici. Come in “Braccialetti rossi”, anche qui i protagonisti si muovono in uno sfondo che funziona meglio di quanto funzionerebbe nella realtà: il liceo dove lavorano i professori della fiction è una macchina troppo rodata per sembrare una vera scuola italiana, dove si possono fare esperimenti col microonde in classe e i professori portano gli studenti alle conferenze.
E poi i personaggi: si vede il lavoro degli autori per renderli tutti ugualmente problematici e divertenti, anche se la difficoltà di scrivere le storie degli adolescenti sottolinea il problema della fiction italiana di essere capace di raccontare i giovani senza cadere in qualche banalità.
Infine, Luciana Littizzetto: per interpretare Isa Passamaglia deve lasciare stare la sua verve comica e dissacrante, evitare le parolacce e diventare più prof. che pecora nera. Un cambiamento che disorienta ma da cui ne esce vincente: la seconda stagione di “Fuoriclasse” si può promuovere, anche se avrebbe potuto studiare di più.