Fuorionda di Mattarella, parla Giovanni Grasso: “È stato un errore. Il Presidente ci ha riso su”
Il fuorionda del Presidente ha divertito gli italiani, ma soprattutto ha rinforzato l’immagine di “Mattarella uno di noi”: il consigliere per la Comunicazione del Quirinale spiega cosa è successo.
“Giovanni, non vado dal barbiere neanche io…”
Questa semplice frase del Presidente Sergio Mattarella, detta con un accenno di sorriso, la mano sui capelli a cercare di dominare un ciuffo troppo lungo, le scuse per l’interruzione hanno fatto il giro del web venerdì 27 marzo quando per errore è stato pubblicato sul profilo del Quirinale e inviato ai media un video sbagliato. Invece del videomessaggio registrato dal Presidente per incoraggiare gli italiani e far presente agli alleati europei la necessità di far presto per evitare un disastro economico, oltre alla strage pandemica, è stato diffuso un video non editato, o meglio gli errori di registrazione, quelli che nella serialità si chiamerebbero bloopers.
Nonostante sia stato online pochi secondi, il video si è propagato con una forza incredibile e ha portato con sé un’ondata di simpatia per l’umanità del Presidente, per la sua signorilità e per quella semplicità che lo ha fatto sentire vicino alla Nazione. Quella frase sul barbiere è stata forse quella più capace di legare gli italiani alle istituzioni, più delle conferenze stampa notturne e delle dirette Facebook, degli #hashtag e degli slogan. Nessun onda di rimprovero neanche verso l’ufficio comunicazione del Quirinale: chi ha imparato a conoscere il Consigliere per la Comuniczione in questi anni di crisi di Governo, di Consultazioni, di discorsi e di cronache giornalistiche ne conosce lo stile (e da fedele telespettatore di Propaganda Live sa anche quanto ci sia di suo nella celebre ‘vertenza della porta‘ della Sala Stampa e nella lettera inviata a Zoro). Parliamo di Giovanni Grasso, quel ‘Giovanni’ cui il Presidente si rivolge dietro le quinte e che ha rilasciato un’intervista ad Avvenire per raccontare cosa è successo venerdì. Nessuna strategia, nessuna ‘operazione simpatia’ (per la quale altri pagherebbero col sangue) ma “un errore banale, di quelli che capitano a tutti quando si traffica con gli allegati della posta elettronica” che fa fatto sì che venisse spedito il materiale grezzo e non quello editato.
Anche registrare un videomessaggio, del resto, in questo periodo è un’operazione complicata e realizzata “in condizioni di emergenza, con personale ridotto all’osso. E in una condizione emotiva particolare da parte di tutti” spiega Grasso, che racconta come Mattarella parli essenzialmente su “un testo di massima che gli fa da guida. E su quello aggiunge, toglie, ricama a braccio nel momento della registrazione. Un canovaccio essenziale quando il minutaggio è rigido, come quando si manda un video ai tg“.
La reazione al video da parte della gente è stata affettuosa e calorosa.
“All’inizio ha sorpreso anche me. Poi ci ho riflettuto: in questo periodo così difficile, forse i cittadini hanno un particolare bisogno di autenticità, di dare ai leader politici e istituzionali una dimensione in più, quella dell’umanità. «Mattarella uno di noi», è stato lo slogan più gettonato. E che, forse, spiega tutto”.
Nessuna conseguenza, ovviamente, per l’errore (“Sbagliare è umano. Non mi interessa trovare chi è stato, ma capire perché è successo in modo che non accada più” dice Grasso) e il Presidente l’ha presa “sportivamente, ridendoci su”.
I tempi sono difficili anche al Quirinale: oltre alle responsabilità del momento, c’è anche l’isolamento dalla famiglia:
“I familiari li sente, ma non li può incontrare. Figli e nipoti restano a casa. Le regole valgono per tutti”
dice Grasso. Ed è questo vissuto comune che avvicina, più dei proclami e degli slogan.