Fuori i produttori – Laura Corbetta a TvBlog: La mia vita di frontiera da Boncompagni a YAM112003
Oggi per la nostra rubrica esce Laura Corbetta
La sua carriera nel mondo della comunicazione inizia nel marketing editoriale di Fininvest (poi Mediaset) dove lavora per 10 anni occupandosi di analisi dati, prodotto, scenari, strategia e promozione. In seguito si occupa di consulenza strategica, sviluppando ampie competenze in campo digitale. Lei è Laura Corbetta ed oggi è ospite e padrona di casa della nostra rubrica “Fuori i produttori“.
Nel 2004 fonda YAM112003 che, dopo 12 anni, rappresenta una delle realtà multi-canale più interessanti e dinamiche sul mercato italiano dei contenuti grazie anche al suo posizionamento internazionale. Dal 2006, YAM112003 è parte di Endemol Shine Group. Fra i programmi realizzati dalla società guidata da Laura Corbetta citiamo Top DJ, La ricetta perfetta, Mixologist, Di Fatto famiglie e Torta di Riso. Spazio dunque qui su TvBlog a Laura.
La Tv: Un “caso” della Vita
Milano, 30 luglio 2016
Non ho scelto di lavorare in tv, è stato un “caso” della vita.
Me lo ricordo ancora quel giorno. Era il 1990, fresca di laurea in Pedagogia all’Università di Lecce, un’amica da Milano mi chiama e mi dice che a Mediaset stanno cercando persone per la nascente Direzione Marketing di RTI (allora ancora Fininvest) guidata da Gianni Pilo.
Faccio il colloquio, mi prendono. Il giorno dopo mi presento a Milano 2 dove su una scrivania mi fanno trovare 30 dossier, tutte indagini di mercato. “Sono da leggere e sintetizzare in 10 regole chiave per il nuovo programma di mezzogiorno di Canale 5”.
Bene, mi dico, tra una settimana sarò disoccupata.
Non è andata così… Ventisei anni da quel giorno.
Il mio è sempre stato un lavoro di frontiera. Ho fatto tante cose nella mia carriera: ricerche di mercato, analisi dati, strategia e posizionamento, promozione… ho imparato tanto dalle persone e dalle situazioni… ho imparato che è meglio prevenire che curare.
Nel 1992, arriva Gianni Boncompagni a Mediaset per fare “Non è la Rai” su Canale 5. Io divento il suo consulente di prodotto (con uno stagista d’eccezione, Giancarlo Scheri, attuale direttore di Canale 5), creando un avamposto milanese nel cuore degli studi del Palatino di Roma.
Mi ricordo che Gianni impiegò un mese per studiare le luci e le posizioni delle camere in studio; più di dieci giorni per realizzare un promo dove Enrica Bonaccorti veniva fucilata. Ma dei contenuti del programma nemmeno l’ombra. All’inizio fu un mezzo fallimento.
Nelle stesse settimane, Eva Robin’s preparava “Prima Donna” per Italia 1.
Un mese per girare la sigla – una “giostra” di travestimenti – che andò in onda solo sulla prima puntata e poi fu cambiata. Il programma fu un flop, se non ricordo male fu chiuso dopo meno di una settimana. Carlo Freccero mi chiese di supportare Boncompagni nel calmare una Robin’s devastata dalla débâcle, spiegando che i numeri erano impietosi. Erano i tempi delle produzioni milionarie. Avevo 26 anni!L’esperienza Boncompagni mi segna… Prendo un’aspettativa e parto per tre mesi in barca a vela a fare un pezzo di giro del mondo. Al mio ritorno do le dimissioni…
Ma quando il caso si trasforma in destino è difficile sfuggirgli.
Pilo insiste per un mio rientro, firmo un contratto di consulenza per due anni.
Tutte le settimane faccio la spola tra Milano e Brindisi, dove torno a vivere.
Alla scadenza, decido di andarmene in Grecia e aprire un negozio di abbigliamento per il tempo libero. Dura 6 mesi e di nuovo torno a lavorare per il Marketing di RTI finché non vengo riassunta nel 1998 come vicedirettore sotto la direzione di Alberto Carullo.E’ stata una grande scuola quella di Mediaset. Anche dura: Pilo ci interrogava come se fossimo a scuola sui palinsesti delle reti e i dati di ascolto di tutti i programmi.
La sua direzione ha espresso tanti manager di primo piano (impossibile citarli tutti) e per me alcuni grandi amici: Ilaria Dallatana, ora direttore di Rai 2; Alberto Carullo, CEO di Bing Bang ed ex direttore di Telecinco, Betti Soldati, ufficio stampa di Maria De Filippi.
Tutta gente accomunata dalla passione per le sfide. E quella che stavamo affrontando era epocale: l’avvento della tv commerciale in Italia.
Di “incontri” che hanno segnato il mio cammino ce ne sono stati tanti. Carlo Freccero, Giorgio Gori, Paolo Vasile, Mario Brugola, Maurizio Costanzo, Piersilvio Berlusconi… insomma tanti professionisti, ciascuno dei quali mi ha lasciato qualcosa…
Il duemila, è l’anno degli addii.
In testa mi frulla un’idea: il futuro della televisione si gioca sulla centralità del contenuto che, sempre di più, deve poter vivere multi-canale: tv, digitale, live.
E’ un’intuizione, qualcosa che si è sedimentata dentro di me nel tempo, frutto di studio, esperienze, e che improvvisamente scintilla come un lampo.
Scommetto. Mi metto in gioco: nel 2000, apro WEP, la mia prima società; nel 2002, mi occupo del lancio satellitare di Gay TV; nel 2003, inizio a studiare cosa sta accadendo nel mondo della telefonia mobile.
I contenuti cominciano a viaggiare in rete. La tv “scende” dal trono.
Nel 2004 nasce YAM112003. La società viene creata da un gruppo di professionisti ma soprattutto di amici, un’esperienza dura ma, al tempo stesso, esaltante.
Due anni dopo arriva Endemol che acquisisce la maggioranza delle quote.
Cresciamo rapidamente, lavorando soprattutto sul digitale, su quelli che allora si chiamavano “new media”.Ebbene sì, lo confesso. Non sono un produttore. Sono un imprenditore, un amministratore delegato.
Quando guardo YAM112003 è come guardarmi allo specchio. 12 anni di vita, di persone, di corse, cadute e di traguardi raggiunti.
Dei primi anni – tra il 2007 e il 2010 – le soddisfazioni più grandi sono state: “Turné” per Wind, “Bonsai Tv” per l’IPTV di Telecom; il “Quasi Tg” con Rocco Tanica per Vodafone. Progetti “pazzeschi” per la complessità tecnologica, la divergenza creativa, il coinvolgimento di team giovanissimi e di manager coraggiosi e visionari.
Grazie a quel lavoro, ci affacciamo al 2010 – in un momento in cui la tv inizia a ridurre drasticamente i budget di produzione – avendo sviluppato un’alta qualità creativa e una struttura di produzione in grado di lavorare low cost.
Un manager come Alberto Rossini – allora direttore dei canali tv di RCS ed oggi, forse non a caso, Head of Content della nostra company – ci dà fiducia facendoci produrre in un colpo solo: “Missione Seduzione”, “Giardinieri in affitto” e “Cambio cuoco” per Lei TV.
La TV torna ad aver un ruolo importante nel nostro business. Oggi lavoriamo con tutti i principali broadcaster del mercato italiano, con una forte specializzazione nella produzione di programmi originali e nel branded content.
Ci piace osare. Come quando abbiamo deciso di fare “Di fatto famiglie”.
Anche qui il caso ha giocato la sua parte: avevamo l’idea, poi abbiamo avuto la fortuna di conoscere una coppia di ragazzi che avevano avuto tre bambine. Ci hanno invitato a seguire il loro battesimo alla presenza di un sacerdote straordinario, della donatrice e della ragazza che le ha portate alla vita.
Siamo andati a girare senza aver ancora venduto il progetto.A Discovery è piaciuto. Abbiamo cercato altre storie e realizzato due puntate speciali per Real Time. Quando è andato in onda a gennaio 2016, in Parlamento si discuteva la legge Cirinnà. Discovery ha avuto il coraggio “politico” di fare una campagna di comunicazione: Real Time, Real Love – a sostegno delle famiglie arcobaleno. Quando su Twitter sono comparsi i cinguettii della stessa Cirinnà, di Luciana Littizzetto, Alessandro Cattelan e tantissimi altri famosi ho capito che avevamo colto nel segno.
Il caso, il destino, l’intuizione, il rischio. Senza dimenticare mai che il futuro è nelle nostre mani e che il futuro è già qui. E la tv? Lunga vita al piccolo schermo, l’importante è che impari a riflettere con più attenzione e coraggio sul suo posizionamento e il suo ruolo. In un mercato dei media in continuo divenire, sempre più interconnesso, verticale e personalizzato.
Buona fortuna, TV.
Laura Corbetta
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