Figlio d’arte, uno che ha fatto la gavetta, fino ad arrivare ad essere fra gli autori di alcuni dei più importanti appuntamenti televisivi nostrani, oltre che ad essersi tolto recentemente la soddisfazione di scrivere un libro (4-3-3) sull’altra sua grande passione: il calcio, con lusinghieri dati di vendita: L’autore che “esce” oggi su TvBlog è Giancarlo De Andreis. Partito da Carramba che sorpresa con Raffaella Carrà, evidentemente “la bionda” era nel suo destino professionale, visto che da anni è il braccio destro di Milly Carlucci a Ballando con le stelle. Ha lavorato anche per Ti lascio una canzone (altra bionda: Antonella Clerici), poi con Massimo Giletti, quindi a Miss Italia e tanto altro. Spazio e parola dunque a Giancarlo De Andreis.
Il mestiere più bello del mondo
Quando mi è stato proposto di scrivere le mie opinioni sulla tv ho accettato con piacere, ma subito dopo mi sono domandato: “e adesso che cosa gli racconto ”? Poi mi è stato detto che era sufficiente raccontare la mia visione della tv, che chiaramente non può prescindere dalla mia personale esperienza e così ho deciso di scrivere (quasi) tutto quello che penso…
Il ruolo dell’autore televisivo negli ultimi anni è stato un po’ svilito dando evidentemente al pubblico la percezione che non si tratti di un lavoro serio e professionale qual è. E pure come dice sempre un mio collega più “anziano”: è il lavoro più bello del mondo.
La principale qualità che deve avere un autore è quella di scrivere in un linguaggio che possa arrivare al pubblico ed essere ben indossato dai conduttori che alla fine sono quelli che ci mettono la faccia. Quando parlo di scrittura, evidentemente parlo di scrittura televisiva: non solo testi, ma situazioni, dinamiche, luci, suoni, ritmo, drammaturgia. Fondamentale è sapere a chi ti rivolgi. Ogni rete, ogni pubblico, ha una sensibilità e delle aspettative diverse.
Nell’intrattenimento che si rivolge al grande pubblico la creatività è importante, ma senza soldi non si va da nessuna parte, i programmi di maggior successo sono li a dimostrarlo, anche con i loro ritorni pubblicitari. Credo che esistano tanti esempi di buona tv e spesso sono quelli in cui i soldi investiti li vedi tutti.
I principali protagonisti sono i conduttori, che spesso sono anche gli autori principali, e le società di produzione che detengono i format che spesso sono l’assemblaggio o la rivisitazione di cose già esistenti, se non la volgare imitazione. Perciò un autore deve sapersi adattare alle caratteristiche del programma in cui è chiamato a lavorare. All’occorrenza bisogna trasformarsi in dei bravi artigiani che portano il loro piccolo contributo, adattando e confezionando. Altre volte è giusto battersi anche con determinazione, perché l’unico padrone è il programma e il pubblico a cui ti rivolgi. E poi perché se il programma funziona continui a lavorare, sennò vai a casa e aspetti che squilli il telefono.
Talvolta è possibile riuscire a scalfire la dittatura dei format, è accaduto con Ti lascio una canzone che ho avuto la fortuna di contribuire a far nascere. E’ stato un bel gioco di squadra nato da un’intuizione di Roberto Cenci, con cui ho avuto un rapporto molto schietto e diretto, che a me ha dato molto, (e chissà forse qualcosa anche a lui) così quando è andato via facendo altre scelte, ho lasciato anch’io, perché il nuovo corso privilegiava altre strade ed io ero affezionato alla nostra.
Una volta eravamo un Paese di santi, poeti e navigatori ora siamo un popolo di opinionisti, commissari tecnici e autori televisivi. Lo sport nazionale di giudicare tutto e tutti dal divano di casa propria va per la maggiore, ancor di più da quando sono esplosi i social network.
Quasi tutti quelli che seguono la tv ritengono di poter essere dei bravi autori, anche se non hanno mai messo piede in uno studio televisivo e avuto a che fare con le tante variabili che possono accadere nella costruzione o nella gestione di un programma.Durante il cast di Ballando ricevo segnalazioni da chiunque, amici, commercianti, portieri, vicini di casa, perché non invitate a ballare Monica Bellucci o Francesco Totti? E a George Clooney ci avete mai pensato? Una volta quando lanciammo la novità del ballerino per una notte, mi si avvicino un bravo tecnico della Rai tutto trafelato e mi disse: “ho avuto un’idea grandiosa, perché non invitate a ballare insieme Roberto Benigni e Nicoletta Braschi sulle note de La vita è bella”.
L’entusiasmo e anche l’ingenuità di chi ti propone cose irrealizzabili che comunque nel tempo proviamo a realizzare, la dice lunga su quanto la percezione all’esterno sia giustamente non aderente alla realtà, quando invece è qualche addetto ai lavori: giornalista, blogger, collega o personaggio televisivo a spararla grossa la questione “è più grave, ma non seria”, come diceva un Autore con la A maiuscola. Ho letto da qualche parte di un tizio che proponeva a Sanremo Fiorello in coppia con un altro big, non ricordo chi, come la soluzione geniale a cui nessuno aveva pensato! Come dire: “so come far vincere lo scudetto alla mia squadra del cuore: compriamo Messi e Cristiano Ronaldo! Come avete fatto a non pensarci!”
Alla fine questo è un lavoro che s’impara sul campo: più esperienze fai, più ti contamini con persone diverse da te, più sei pronto a navigare in qualsiasi mare: quello del grande intrattenimento, del format internazionale, del programma di nicchia o della serata estiva in cui sei l’unico autore.
Se faccio questo lavoro la colpa è di Raffaella Carrà (quindi prendetevela con lei), è stata lei ad incoraggiarmi un po’ di tempo fa quando ero un redattore di Carramba e a chiamarmi successivamente come autore in altre sue trasmissioni. La cura di ogni singolo aspetto, la sensibilità nel capire se dietro una storia c’è o meno cuore e verità sono cose che non s’insegnano, Raffaella le ha tutte. Ho provato a rubarle qualcosa. Il capostruttura di quel Carramba era Giampiero Raveggi, storico e autorevole dirigente Rai, collega di mio padre Paolo, altrettanto storico e autorevole (in realtà secondo lui molto di più). Quando mi presentavo molti pensavano: “questo lavora perché è il figlio di Paolo De Andreis”, ora che mio padre è andato in pensione e ha praticamente rotto i rapporti con tutti i vertici Rai che non smette di criticare ad ogni occasione, molti pensano “questo lavora malgrado sia il figlio di Paolo De Andreis”.
In realtà essere accostato a mio padre è motivo di grande orgoglio, e alla fine solo il campo dimostra veramente chi sei… Tornando a Raffaella per la sua tv ci vuole tecnica di scrittura, ma bisogna metterla al servizio del cuore. Io venivo dal mondo del giornalismo, era quella la mia passione e forse questo mi ha aiutato. Poi sulla mia strada ho trovato Milly Carlucci con cui lavoro ormai da otto anni. Ho messo quel cuore al servizio dei programmi che abbiamo fatto.
Lei è uno straordinario direttore artistico: creativo, perfezionista, amante del bello. Una stakanovista. La prima ad arrivare, l’ultima ad andare via. Una passione feroce, un’educazione e un rispetto rari. Per tutti. Ha formato una gran bella squadra. Ogni tanto la sua apparente perfezione rischia di offuscare la sua umanità e anche la capacità di non prendersi sul serio e di essere ironica. Quando a Miss Italia abbiamo fatto la quarta sorella, con lei che prendeva in giro se stessa o quando le abbiamo fatto qualche filmato a sorpresa, abbiamo raccontato un suo lato reale e inedito per il pubblico.
Con lei ho fatto programmi che ho nel cuore: su tutti 24milavoci che malgrado la collocazione non ideale e il basso budget era un bellissimo spettacolo, Notti sul ghiaccio (spero che entrambi si possano riprendere) e chiaramente Ballando con le Stelle: il suo capolavoro. Ultimamente Milly è stata a Londra in una conferenza con tutti i direttori artistici dei Ballando nel mondo. Ad un certo punto, qualcuno, credo la rappresentante norvegese, ha proposto tre innovazioni: il ballerino per una notte, il quinto giudice che cambia ogni puntata e una puntata speciale in cui si fa ballare il vip con un parente.
Milly è stata zitta, ma la responsabile dei format della BBC è intervenuta. In Italia queste novità le hanno già apportate da tempo. Loro fanno uno show di tre ore e dopo la nostra- ha detto ridendo- fanno la migliore edizione di tutte. Poi l’hanno tenuta un’ora a spiegare come avevamo gestito il caso Anna Oxa…
La maggior parte delle mie esperienze sono con la cosiddetta tv generalista, che è in assoluto la più difficile. Cercare di piacere a molti è complicato e col tempo è diventata una vera e propria impresa. C’è una massima che gira su internet in questi giorni: “se volevo piacere a tutti nascevo nutella”. In effetti è così. E poi la diretta ti dà sempre una bella emozione, in questo credo che le squadre Rai siano ancora avanti a tutti e che la Ballandi si contraddistingua sempre per la qualità e la libertà d’azione che ti concede. Più facile coltivarsi “le nicchie” che in questa tv sempre più frammentata sono la maggioranza. Un programma come Bobo e Marco i re del ballo, andato in onda su Skyuno, mi ha dato grande soddisfazione e pure non so neanche che ascolti abbia fatto, così come Cosa farò da grande, una serie che ho scritto nel 2004, andata in onda su Raifutura.
Sky mi sembra un’oasi protetta: lavorano davvero bene e sono straordinari nella comunicazione. Si vede che investono nei loro prodotti, li proteggono e li sostengono con grande passione. Il modo di confezionare lo sport poi è straordinario, con giornalisti bravi e preparati ed immagini stupende… certo nel calcio c’è un eccesso di opinionisti juventini…ma sto divagando…Torniamo al ruolo degli autori.
Si dice spesso che non ci sono più gli autori di una volta. Io direi non c’è più l’Italia di una volta. Nella tv che rimpiangiamo c’erano Mina, Corrado e artisti immensi Sordi (il più grande di tutti), Gassman, Totò. Grandi artisti che non avevano paura di essere popolari.
Ora se vuoi scrivere delle cose mirate e anche un po’ cattive o hai la fortuna di lavorare con quel genio di Corrado Guzzanti o ti puoi sbizzarrire solo in teatro. Assieme al collega Luca Alcini ho scritto un monologo in tre atti per Tosca D’Aquino dal titolo Non Ho parole. Abbiamo vinto la menzione speciale al Premio Sipario 2012, una bella soddisfazione. Ci ha premiato Carla Fracci. Ho proprio il ballo nel destino.Prima c’era un canale solo, c’erano i soldi e c’era il tempo. Come dicevo prima, ora la tv ha mille canali e spesso segue le vie del format. Quasi sempre vediamo in onda dei franchising, più che degli adattamenti. Alla puntata X si arrabbia il giudice Y e via dicendo.
Per fortuna Ballando è un’isola felice, è diventato molto altro rispetto al format originale.
E’ un programma faticoso, ma anche molto divertente. Talvolta oltre all’autore fai il domatore di ego, stando bene attento a tenere a bada anche il tuo: il più pericoloso di tutti.La cosa che mi diverte di più è pensare alle musiche e a come riadattarle in uno stile di ballo. Paolo Belli e i suoi musicisti sono meravigliosi: abbiamo una grande sintonia. Quando gli chiedo di trasformare pezzi celebri in stili diversi, come per esempio Albachiara in un Paso Doble, Arrivederci Roma in un boogie woogie o L’ombelico del mondo in una samba anziché rincorrermi per tutto lo studio, mi accontentano arrangiando ed eseguendo versioni musicali sublimi.
Proporre programmi nuovi è il sogno di ogni autore, ma è difficile essere presi in considerazione, le grandi società devono smaltire il catalogo e i direttori di rete si fidano soprattutto dei dvd, anche se poi delle eccezioni non mancano.
Mi è anche capitato di proporre un formato e poi di vederlo in onda, realizzato da altri, c’è un produttore che…lasciamo stare il tempo è galantuomo.Assieme a Milly Carlucci abbiamo alcuni progetti fortissimi, abbiamo aperto un fronte con la BBC e con altre tv internazionali, se come credo qui non ci sarà spazio per le ragioni che ho detto, li realizzeremo li.
Chissà poi magari qualcuno li comprerà, uno è sul calcio la mia grande passione…A proposito se ogni tanto durante Ballando sentite qualche rumore o un forte boato non preoccupatevi…vuol dire che ha segnato la Roma.
Giancarlo De Andreis