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Fuori gli Autori – Enrico Vaime a TvBlog: Mi faccia una proposta, anzi una “propostina”

Per “Fuori gli Autori” oggi esce su TvBlog Enrico Vaime

di Hit
pubblicato 28 Settembre 2014 aggiornato 21 Gennaio 2021 17:16

Oggi termina la lunga cavalcata di questa prima serie di “Fuori gli Autori” e si chiude, così come si era aperta lo scorso 28 luglio, con un decano della nostra televisione. Alla prima puntata è stato Ugo Porcelli ad aprire le danze, oggi le chiude Enrico Vaime. In occasione dell’epilogo di “Fuori gli Autori“, ospitiamo dunque a TvBlog una istituzione della categoria di autore televisivo. Nato qualche anno fa a Perugia, Vaime, laureato in giurisprudenza, approda in televisione negli anni sessanta, collaborando a molti programmi televisivi dell’epoca. Fra gli altri citiamo Canzonissima, Quelli della domenica e Tante scuse. Appare anche in video, lo abbiamo visto in Rai e anche a La7, mentre attualmente lo stiamo vedendo nel sabato notte di Rai1 con Maurizio Costanzo in S’è fatta notte. Signore e Signori ecco a voi oggi per “Fuori gli Autori” Enrico Vaime.

Mi faccia una proposta, anzi una “propostina”

“Mi faccia una proposta”. Anzi, la dizione esatta e tranquillizzante era “Mi faccia una propostina”. La “pro postina” che un aspirante autore indirizzava (o consegnava personalmente al responsabile) consisteva in una pagina o poco più, ricca di generiche suggestioni, che avrebbe dovuto –se non convincere, che sarebbe stato eccessivo- almeno incuriosire il possibile committente. Erano gli anni sessanta, quando iniziai la mia avventura professionale di autore radiotelevisivo, avendo già sperimentato avventure autorali di teatro.

Si trattava, per superare le prime barriere burocratiche, di suggerire possibili programmi che garantissero (sarebbe meglio dire “promettessero”) delle novità accessibili ad un pubblico non ancora evoluto, si pensava. Forse (erano ipotesi, certo) ancora legato a schemi e suggestioni facilmente accettabili da un ipotetica maggioranza. Le due paginette della “propostina” (si giocava al ribasso nelle intenzioni che dovevano promettere evasione, non almeno sulla carta, rivoluzioni di gusti e scelte) rivelavano di solito intenzioni di svago e sano coinvolgimento (ecco perché, nelle “propostine” degli anni sessanta, si suggerivano giochi a premi, concorsi, gare fra rivalità accertate) quelle delle tradizioni definite “popolari”: scapoli-ammogliati, giovani-vecchi e altre categorie facilmente riconoscibili.

Anche legate a vecchi vezzi della società civile, fino ad arrivare alle rivalità geografiche o generazionali. La “pro postina” di un ipotetico programma popolare, doveva offrire –sfruttandolo- quello spirito competitivo che ha già influenzato il sale di quasi tutte le iniziative di una collettività che vuole isolarsi in maniera ludica, riferendosi ai sensi di appartenenza che avevano come simbolo pregnante il campanile, i campanili. Si era in piena provincia culturale. Si aveva fiducia nelle “gare”, si puntava sulla competitività: in mezzo a quelle iniziative che costituivano la griglia della “pro postina” -il varietà- in quel genere ibrido e mai del tutto chiarito, fatto di facili allusioni, battute divertenti, piccoli scherzi di un paese, quale era il nostro in quegli anni lontani, culturalmente depresso e ancora scosso dai danni di una guerra che ci aveva cambiati.

Allora: nella “propostina” dovevano trovare posto le lecite rivalità della nostra provincia, la disposizione alla battuta umoristica, ed il gusto della parodia (a volte involontaria), la gara. Nasceva, ibrido come tanti altri generi di spettacolo, il varietà radiotelevisivo: un tentativo non si sa quanto ingenuo, di compattare una platea non ancora del tutto conosciuta. Poi i tempi sono cambiati. Non dico “evoluti”, ma cambiati. Il genere ha acquisito alcuni ingredienti che hanno ampliato la platea. Gli autori, portatori sani e timidi di “propostine”, venivano chiamati in corsa, a programma già impostato. Una volta erano due o tre per programma. Adesso sono decine.

Preoccupati di esserci ed impauriti, passateci questa considerazione amarognola, di essere confusi con i figuranti; tesi nella difesa della battuta suggerita o poco più e che, fra i tanti padri, finisce per perdersi. Come questi “portatori sani di propostine” in via di estinzione.

Enrico Vaime

Ringraziamenti e saluti

A chiusura di questa lunga serie di “Fuori gli Autori”, permettetemi di ringraziare dal profondo del cuore tutti i 19 protagonisti di questa splendida cavalcata estiva, fra alcuni degli autori più rappresentativi della televisione italiana. Ringrazio anche quelli che hanno deciso di attendere “il turno successivo”, li aspetto tutti, non credano di essersela cavata cosi. Attendo anche quelli che mi hanno detto di no (c’è sempre una seconda serie per cambiare idea).

Ringrazio i lettori che hanno avuto la bontà di seguirci in questa avventura, che ha voluto dare spazio e visibilità ad una categoria che spazio e visibilità spesso non ha, ma che senza la quale tutto ciò che vedete in onda, in onda non ci potrebbe andare, sia nel bene che nel male. La rubrica tornerà, sempre da queste colonne molto presto, magari diversa, magari uguale, il tempo ce lo dirà. Intanto grazie ancora a tutti gli Autori che hanno deciso di “uscire” qui su TvBlog e a presto!

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