Home Notizie Fulvio Collovati: “Va di moda parlare male della Rai, ma i concorrenti non sono molto diversi”

Fulvio Collovati: “Va di moda parlare male della Rai, ma i concorrenti non sono molto diversi”

Fulvio Collovati ancora in difesa. L’ex centrale della Nazionale, protagonista discusso come commentatore tecnico ad Euro 2012, respinge le critiche piovutegli addosso durante la competizione, e difende a spada tratta l’operato di Raisport. Intervistato dal Corriere della Sera, Collovati spiega:“Il diritto di critica esiste, ci mancherebbe. Ma quello che dà fastidio sono i preconcetti che

pubblicato 4 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:40

Fulvio Collovati ancora in difesa. L’ex centrale della Nazionale, protagonista discusso come commentatore tecnico ad Euro 2012, respinge le critiche piovutegli addosso durante la competizione, e difende a spada tratta l’operato di Raisport. Intervistato dal Corriere della Sera, Collovati spiega:

“Il diritto di critica esiste, ci mancherebbe. Ma quello che dà fastidio sono i preconcetti che mi sembra ci siano ogni tanto. Collaboro con la Rai da quattordici anni, ho seguito tre Mondiali e quattro Europei, e sono convinto che la tv pubblica abbia sempre offerto ottimi prodotti. Penso si dovrebbe rispettare il lavoro di chi viene seguito da così tante persone”.

Secondo l’ex difensore milanista, insomma,

“adesso va di moda parlare male della Rai perché pare che tutto ciò che è nuovo sia obbligatoriamente meglio. Ma io se mi guardo in giro non noto grandi differenze, né nei ritmi della telecronaca, né nei giudizi tecnici”.

Foto | © TM News

Si parla anche del suo modo di affrontare le telecronache:

“Cerco di rendere le espressioni, certe sfumature, gli atteggiamenti in campo. Queste cose, però, non vengono mai evidenziate, mentre tutti sono pronti a giudicare e sembra solo che aspettino l’errore. Magari dici che una squadra sta giocando male, poi trova un gol con un tiro casuale e te lo rinfacciano immediatamente”.

Collovati, infine, torna sulla gaffe che ha commesso parlando fuori onda della Grecia come una squadra di m**da.

“Non avevo le cuffie, le avevo appoggiate sul tavolo, insomma non stavo lavorando. Mi scuso se ho utilizzato un’espressione volgare, quello non è il mio modo abituale di esprimermi. Volevo dire solo che avevo visto una brutta partita”.

Un modo piuttosto atipico, a dire la verità, per dire che si è trattato di una partita non bella. Della serie: quando la toppa è peggio del buco.