Fuga per la libertà – L’aviatore
Va in onda questa sera alle 21.10 (si spera) su Canale5 Fuga per la libertà – L’aviatore (gallery), film per la tv tratto da The Rabbi, the Priest and the Aviator: a story of rescue in Genoa, storia contenuta nel romanzo storico Benevolence and betrayal, di Alexander Stille. Protagonista assoluto, Sergio Castellitto, mentre la regia
Va in onda questa sera alle 21.10 (si spera) su Canale5 Fuga per la libertà – L’aviatore (gallery), film per la tv tratto da The Rabbi, the Priest and the Aviator: a story of rescue in Genoa, storia contenuta nel romanzo storico Benevolence and betrayal, di Alexander Stille. Protagonista assoluto, Sergio Castellitto, mentre la regia è affidata all’ottimo Carlo Carlei. Prodotto da Angelo Rizzoli.
Genova, autunno 1943. Massimo Teglio (Sergio Castellitto), provetto pilota ben inserito nella buona società genovese, amico di personaggi importanti come Italo Balbo, accetta, suo malgrado, di portare con un idrovolante delle medicine a Milano per salvare un generale nazista. Quando il colonnello Feuerbach (Hristo Shopov), comandante delle truppe tedesche a Genova, scopre che Massimo è ebreo, ordina al gerarca fascista Osvaldo Farina (Marco Giallini) di arrestarlo e consegnarglielo.
Osvaldo, amico di vecchia data di Massimo, riesce per un po’ a coprire il pilota ebreo, ma quando le persecuzioni naziste entrano nel vivo il cerchio attorno a lui e alla sua famiglia inizia a stringersi. Sfuggito al blitz nazista alla sinagoga, Massimo assiste impotente alla cattura del Rabbino di Genova Riccardo Pacifici (Matt Pratesi) e dopo qualche giorno viene a sapere che anche la sorella Margherita (Carlotta Natoli) è stata presa dai nazisti.
Massimo mette in salvo la figlia Nicoletta (Rosabel Laurenti) e corre in Arcivescovado a chiedere aiuto a Don Repetto (Christo Jivkov), un prete che già si era distinto nel prestare soccorso agli ebrei in difficoltà. Don Repetto è aiutato nella sua missione anche da Virginia (Anna Valle), giovane catechista della sua parrocchia, amica da tempo sia di Massimo Teglio che di Osvaldo Farina.
L’aviatore scopre dove si trova la sorella ma non riesce a fermare il treno che porta il Rabbino Pacifici, gli ebrei della sinagoga e Margherita verso il loro tragico destino nei campi di sterminio. Distrutto per la tragedia personale che lo ha colpito, Massimo decide di impegnarsi in prima persona nel salvataggio di altri ebrei e assume la direzione della Delasem, la Delegazione Assistenza Emigranti Ebrei che riprende clandestinamente le sua attività grazie all’aiuto di Don Repetto e della Curia genovese.
In un alternarsi di colpi di scena, Massimo, ricercato dai nazisti e dai fascisti, si ritrova con una taglia di un milione di lire sulla testa e si appresta così a compiere il disperato tentativo di salvataggio di un gruppo di ebrei in pericolo.
Dice il regista de L’aviatore, Carlo Carlei:
Ho sempre voluto fare un film sulle laceranti contraddizioni dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Cercavo una storia di forte impatto emotivo che potesse dar vita a un’opera originale e personale, diversa da ciò che si era visto finora sull’argomento. Una storia da raccontare con stile visionario e iperrealista che consentisse agli spettatori di imbarcarsi in una ideale macchina del tempo e di sperimentare emozionalmente in prima persona alcuni tra gli eventi più tragici della nostra storia.
E ancora:
Leggendo il racconto di Alexander Stille “Il rabbino, il prete e l’aviatore”, sono rimasto colpito dalla capacità con la quale molti ebrei italiani hanno saputo organizzarsi e lottare per la salvezza di se stessi e del proprio popolo negli anni terribili della guerra. Ed è proprio da questa scintilla di speranza che volevo partire. In quell’enorme tragedia e nell’assurdità banale del male mi è sembrato importante concentrarmi in particolare sulle vicende personali di Massimo Teglio […]
Nel film, basato su fatti e personaggi realmente esistiti, il regista ha voluto mescolare i toni del thriller e del cinema noir americano degli anni cinquanta. Sullo sfondo c’è un’Italia allo sbando, stretta al Nord nella morsa dell’occupazione tedesca e alla mercè del servilismo fascista. In primo piano, ci sono gli Italiani che non vogliono abbassare la testa, gente semplice e per bene, eroi cattolici ed ebrei, uomini capaci di lottare che hanno sposato la causa della solidarietà, pagando anche con la propria vita il loro coraggio, a causa di una guerra folle e assurda.