Friends: torna a reti unificate la sitcom di culto
Friends è molto più che una commedia brillante e da questa settimana torna in pompa magna sulla tv generalista. Dopo aver monopolizzato il palinsesto di Fox, a furia di repliche tuttora in corso, va in onda tutta l’estate a reti unificate per l’annosa questione dei diritti Warner (in via di dismissione in Rai, che ha
Friends è molto più che una commedia brillante e da questa settimana torna in pompa magna sulla tv generalista. Dopo aver monopolizzato il palinsesto di Fox, a furia di repliche tuttora in corso, va in onda tutta l’estate a reti unificate per l’annosa questione dei diritti Warner (in via di dismissione in Rai, che ha perso la prelazione sulle prime stagioni ad appannaggio di Mediaset). Mentre Raidue ha iniziato a programmare “gli anni della maturità” sin da domenica (pessima scelta editoriale, iniziare nel weekend passando poi bruscamente dal preserale domenicale all’access settimanale), Italia 1 si gioca la carta del pilot da questa sera alle 19.05.
Beghe dei palinsesti a parte, Friends è la sitcom americana che ha rappresentato un’intera generazione, segnando tendenze, influenzando la comunicazione giovanile e inaugurando un nuovo lifestyle di ispirazione televisiva. Il suo segreto è sempre stato quello di suscitare invidia verso gli spensierati protagonisti mista a disdegno per la loro apparente mancanza di prospettive.
La comitiva formata dal romantico Ross (David Schwimmer), dal burlone Chandler (Matthew Perry), dal demenziale Joey (Matt LeBlanc), dalla viziata Rachel (Jennifer Aniston), dall’incontaminata Phoebe (Lisa Kudrow) e dall’insicura Monica (Courteney Cox) ha dato prova della propria inseparabilità nello storico Central Perk, locale di ritrovo nel cuore di Manhattan rimasto fulcro di tutte e dieci le stagioni. Nessuna defezione: a costo di sfiorare cachet stratosferici ognuno degli attori del cast è rimasto al suo posto, a interpretare dal 1994 al 2004 il proprio personaggio di culto. L’ultimo episodio, il 237esimo, ha riportato un’audience mondiale stimata a più di 100 milioni di spettatori.
Secondo il professor Steve Beverly, che ha studiato il fenomeno da esperto di comunicazione, Friends ha riportato un’ampia influenza persino sulla storia del costume americano. Il gruppo di sei, infatti, avrebbe riflesso un microcosmo di cosa i loro coetanei incontrano nelle loro vite quotidiane.
E i telespettatori si sono relazionati ai singoli personaggi perché desiderosi di una vita come la loro. Del loro appartamento cool a New York, con il biliardino incorporato e una mobilia chic-comfortable (le easy chairs) destinata a rivoluzionare il mercato del settore. Delle acconciature femminili trendy, specialmente il capello-spaghetto di Rachel copiato da milioni di donne. Della cappuccino-dipendenza che ha segnato il boom planetario della catena Starbucks. Ogni aspetto, anche il più trascurabile, ha finito per lanciare mode a non finire oltroceano.
Posto che la lingua originale è l’Americano Standard, distinto dall’accento tipicamente newyorkese, Friends è diventata la serie ideale per chi vuole confrontarsi con l’inglese e tutte le sue sfumature. Non a caso fa parte del programma di qualsiasi scuola del settore, che ne consiglia la visione per implementare la padronanza conversazionale. Chi l’avrebbe detto che un semplice divertissement televisivo si sarebbe tramutato in una fonte di spunti socioculturali e di studio accademico?
Friends, da questa sera dall’inizio su Italia 1 (e a seguire, qualche stagione dopo, su RaiDue).
Friends, torna la serie tv