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Friends, 30 anni di un cult

N.B: Post ad alto contenuto nostalgico e ad altissimo tasso di ammirazione…

pubblicato 22 Settembre 2024 aggiornato 23 Settembre 2024 21:05

Friends festeggia oggi i suoi primi 30 anni. La sitcom, creata da Marta Kauffman e David Crane e prodotta con Kevin S. Bright (e con la guida di James Burrows), debuttò infatti il 22 settembre 1994 sulla NBC e da subito si rivelò come qualcosa di mai visto per formato, racconto, scrittura. Trent’anni dopo, una generazione intera è ancora lì, tra l’appartamento ad affitto bloccato di Monica Geller e il Central Perk: questi 30 anni si sentono, come ha dimostrato la (sempre sia benedetta) reunion di qualche anno fa, soprattutto per un certo modo raccontare temi che oggi non potrebbero essere rappresentati come allora, ma la freschezza di quella scrittura e la bravura del cast continua ad avere scarsissima concorrenza.

La serie per molti oggi è ‘datata’, ma come ogni ‘opera’ va saputa guardare nel contesto di riferimento. Se pensate che la prima tv andò in onda prima su Rai 3 e poi su Rai 2, sarà facile rendersi conto di come la tv sia cambiata negli ultimi 30 anni e come questa serie riesca ad avere qualcosa di ‘eterno’. Friends è ancora oggi quel che è perché è stato qualcosa di ‘unico’ allora. Così come il fenomeno Lost, che festeggia oggi i suoi primi 20 anni, non può essere capito appieno se non ricondotto a quell’epoca, a quel tipo di fruizione, a quell’attesa spasmodica del nuovo indizio, della nuova citazione, della nuova linea temporale, della sorpresa, alimentata dalla messa in onda lineare.

 

“Quando gli amici sono la tua famiglia”

La scomparsa di Matthew Perry, ormai quasi un anno fa, pesa molto sulle celebrazioni per questo trentennale: suona come la necessità di salutare un periodo della nostra vita, soprattutto quella dei telespettatori di allora, che hanno vissuto i loro vent’anni sorridendo di e con Ross, Rachel, Monica, Chandler, Joey e Phoebe. Tante altre generazioni, dopo quella, hanno visitato l’appartamento di Monica e il Central Perk e ognuno ci ha trovato qualcosa di sé: la buona scrittura fa questo. Intanto noi continuiamo a sorridere con i ‘Fab Six’ grazie allo streaming, che ci permette binge-watching infiniti (sia sempre lode all’on-demand!). Friends è come una macchina del tempo – con i suoi pro e i suoi contro – in cui rifugiarsi per sentirsi meno soli e meno maturi. Quei ragazzi raccontati nel periodo in cui “gli amici sono la tua famiglia” (come recitava il ‘semplice’ pitch, in realtà complicatissimo da portare in tv, come qualsiasi narrazione di ‘passaggio”) hanno fatto la storia di un genere e siamo ancora qui a festeggiarli.

Il series finale perfetto

Friends ha rivoluzionato un genere: il racconto di formazione trova la formula della sitcom, gli episodi chiusi lasciano spazio a una serialità pura che costruisce storie tra plot episodici e continuing stories capaci di attraversare un decennio. Torno, dunque, sulla scrittura di Friends – che resta, a mio avviso, insuperabile nel genere sitcom ‘young adult’ – per un’ulteriore lode: l’aver dato una chiusura narrativa a 10 anni di storylines, in primis a quella di Ross e Rachel. Non era scontato all’epoca, ancor meno lo è oggi. Eppure i telespettatori meritavano una chiusura consolatoria, ottimista, romantica, che fosse anche un nuovo inizio. Il finale di Friends è un nuovo inizio per tutti, così come l’arrivo improvviso di una Rachel vestita di bianco era stato il tornado che aveva sconvolto le vite dei 5 amici newyorkesi. Ross e Rachel hanno avuto la chiusura narrativa che meritavano, dall’inizio. O meglio, che i telespettatori meritavano. E resta un monito a tutti gli scrittori/produttori/editori di oggi.

Ross e Rachel Last Episode

Sappiate, inoltre, che non ci interessa come stanno i gemelli di Monica e Chandler, né se Joey vive con loro fuori città; sappiate che non vogliamo sapere dove vivono Rachel e Ross, né sapere se Mike e Phoebe stanno ancora ‘da fuori’ come due terrazzini. Ci va bene così. Speriamo solo che siano contenti, ma rivederli sarebbe cringe come una reunion di compagni di università. Lasciateli dove stanno.

E se poi qualcuno dovesse avere la brillante idea di fare un reboot per raccontare i 20enni della metà degli anni ’20, beh basterà chiamarli in modo diverso, far fare loro cose diverse, creare dinamiche diverse e usare un titolo diverso: in breve, fare un’altra cosa, totalmente diversa. Lo diciamo per voi.

Dieci episodi imperdibili

Per quanto possa apparirmi fuori da ogni grazia di Dio, c’è ancora qualcuno che non ha mai visto Friends. E allora proviamo a indicare 10 puntate da non perdere – una per stagione, con un criterio del tutto personale che costringe a fare scelte difficilissime – per capire cosa sia stato Friends e cosa sia ancora oggi in termini di scrittura e di interpretazione (e sì, l’Armadillo Natalizio non può mancare). Non è una classifica, non è una lista di episodi preferiti, ma un elenco di puntate che – a mio avviso – aiutano a capire scrittura autoriale e bravura attoriale.

1 – S1E7 – A lume di candela (The One with the Blackout)
La prima stagione è ad appena un terzo del suo svolgimento quando abbiamo il primo ‘twist’ nella storia di Ross e Rachel: lui sta per dichiararsi quando un gatto gli piomba addosso – dando a David Schwimmer la possibilità di mostrare le sue straordinarie doti di comicità fisica (tanto lodate dall’amico Matthew Perry nella reunion) – mentre gli altri sono in soggiorno a cantare in una notte di blackout. Un blackout che davvero segnò New York quando gli autori erano giovani e che fu di ispirazione alla scrittura dell’episodio (insomma, vivere per scrivere). E’ anche l’esempio di una scrittura di ‘stanza’, con tutti i protagonisti in azione nello stesso luogo (ad esclusione di Chandler che si ritrovò chiuso con una modella – guest star – in una banca…).

2 – S2E14 – Come due aragoste (The One with the Prom Video)

Qui la scelta è abbastanza ‘facile’, dal momento che si è optato per una delle puntate più amate, e celebrate, della serie: il ricorso alla VHS con gli esordi dell’amore non corrisposto di Ross per Rachel – messi in scena in maniera quasi grottesca con trucco, parrucco, ‘nasi’ e ‘costumi’ anni ’80 – resta uno dei momenti più comici della sit-com. Ma la puntata ha al suo interno anche due dinamiche importanti, come quelle tra Monica e i suoi genitori e il rapporto di amicizia tra Chandler e Joey. (PS. Chiediamo ancora la testa dei titolisti italiani. E ricordiamo ancora quando la sigla recitava AMICI…).

3 – S3E15  – Pausa di riflessione (The One Where Ross and Rachel Take a Break)

Anche qui la scelta è abbastanza obbligata, visto che questa puntata ha segnato la storia di Ross e Rachel per tutto il resto della sitcom, aprendo un quesito esistenziale che ancora oggi accompagna il ‘dibattito’ sulla serie: Ross e Rachel erano in pausa quando lui è stato con la commessa della copisteria? Una puntata, una situazione, un avvenimento che ha puntellato le successive 7 stagioni e che porta con sé quella che segue. (E sì, erano in pausa…)

4. S4E01 – Monica e la medusa (The One with the Jellyfish)

Uno dei migliori season opening della tv: la prima puntata della quarta stagione entra a gamba tesa nelle linee narrative di quasi tutti i protagonisti (da Phoebe alle prese con la madre alle dinamiche tra Chandler, Joey e Monica) per culminare nella seconda rottura tra Ross e Rachel. E la lettera di 18 pagine scritta da Rachel per Ross (“DAVANTI E DIETRO!”) restano un must.

5. S5E14 – Io so che tu sai che io lo so (The One Where Everybody Finds Out)

Altro must della serie (insieme alle puntate del Ringraziamento e del Natale, ricordiamolo) è la puntata in cui tutti scoprono della relazione, fino ad allora segreta, tra Chandler e Monica. Il gioco di equivoci, le provocazioni reciproche, la genuinità di Joey, la reazione di Phoebe (“OH MY GOD! MY EYES! MY EYES!”) donano alla puntata un’alchimia trascinante. E la scena di Phoebe e Rachel che cercano di distrarre Ross è praticamente un pezzo di slapstick.

Più di venti anni dopo l’hanno rifatta. Ed è ancora magnifica.

6. S6E13 – Una visita inattesa (The One with Rachel’s Sister)

Partiamo col dire che la sesta stagione ci mette a dura prova: tra la prima puntata (in cui Ross e Rachel capiscono di essersi sposati ubriachi a Las Vegas), quella del Ringraziamento (con la presentazione di Chandler ai genitori di Monica e l’indimenticabile torta di Rachel) e il gran finale con la proposta di Monica a Chandler (la più romantica della storia della tv, DICIAMOLO!) non c’è che l’imbarazzo della scelta. Noi però abbiamo optato per l’arrivo della sorella minore, e viziatissima, di Rachel. Jill è una sorta di cartina al tornasole per lo sviluppo del personaggio di Rachel: quel che lei era, Jill è. Ed è anche la cartina al tornasole per il sentimento, mai sopito, di Rachel per Ross. Un incontro ‘allo specchio’ per Rachel di peso per il suo arco narrativo. In più c’è la presenza di Reese Whiterspoon, che 30 anni dopo quell’episodio co-produce proprio con Jennifer Aniston la pluripremiata The Morning Show. Si può dire che quello show è nato qui.

7. S7E14 – L’armadillo natalizio (The One with the Holiday Armadillo)

Qui non c’è storia: per quanto la settima stagione sia piena di momenti sostanziali, la puntata non potrà che essere quella dell’Armadillo Natalizio. Il tema ‘religioso’, scivolosissimo, viene qui trattato come tutto il resto, in maniera talmente ‘grottesca’ da disinnescare polemiche. Ross in versione Armadillo vs Chandler in versione Babbo Natale per il piccolo Ben è la fotografia dei due personaggi in quella fase della loro vita, con il progressivo riscatto di Chandler ormai avviato alla maturità e Ross ancora alle prese con le sue difficoltà da ‘adolescente’.

8. S8E09 – Il club segreto (The One with the Rumor)

Anche in questo caso una scelta obbligata, più che altro per rappresentare un’epoca. E’ la puntata con Brad Pitt guest star: all’epoca fidanzato di Jennifer Aniston, Pitt venne chiamato a interpretare un convinto ‘hater’ di Rachel. Lui, bullizzato a scuola per il suo aspetto fisico, aveva in Rachel l’incarnazione delle sue frustrazioni, tanto da fondare – con Ross – un club segreto, “Io odio Rachel”. Tra le l,oro iniziative, far girare la notizia che la ragazza fosse una ermafrodita. La comunità LGBTQ+ protestò, la rete si scusò. Anche questa è una testimonianza dell’epoca, nonché la manifestazione della progressiva attenzione per temi all’epoca trattati con superficialità nella serialità USA (noi siamo ancora lì…).

9. S9E22 – Soluzione cercasi (The one with the Donor)

I ragazzi stanno crescendo: tra matrimoni, figli e cambiamenti professionali, le loro vite stanno prendendo strade nuove, piene di responsabilità. Questo è forse uno degli appuntamenti in cui la ‘svolta’ si fa sentire forte. Chandler e Monica capiscono che il concepimento naturale è difficile e dopo aver valutato l’opzione di un donatore (con la partecipazione straordinaria di un John Stamos messo sotto ‘interrogatorio’ dalla coppia) scelgono il percorso dell’adozione, anzi della maternità surrogata. Un tema sociale, un argomento complesso che entra in una sitcom vista da milioni di telespettatori nel mondo. E che, 30 anni dopo, da noi è ancora tabù.

10. S10E18 – Arrivi e Partenze – Parte II [The Last one (Part II)]

E qui non possiamo che avere il series finale: i ragazzi che lasciano l’appartamento a fitto bloccato della nonna dei Geller appoggiando le chiavi sul ‘bancone’ d’ingresso e la battuta finale di Chandler sono la perfetta chiusura di un ciclo. E come dicevamo, proprio quella battuta di Chandler – cristallizzato nell’ultima risata strappata che per lui era vitale, come ha raccontato nella sua biografia e nella reunion – è anche l’inizio di una vita diversa per tutti, quella in cui gli amici restano nonostante ormai ciascuno di loro abbia una famiglia. O almeno si spera sia andata così.

Ma non ci interessa saperlo…