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Frequenze tv – Cosa succede adesso? Asta e rischio ricorsi

Dopo che il governo Monti si è impegnato ad annullare il beauty contest e ad organizzare un’asta onerosa per l’assegnazione delle frequenze tv, ipotesi e rischio ricorsi.

pubblicato 17 Dicembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:06

Dunque, il governo archivierà il beauty contest per l’assegnazione delle frequenze televisive, che pure è stato scelto nella maggior parte dei paesi europei, come ha spiegato molto bene Gabriele Capasso ieri, raccontando anche che il vero vulnus nella situazione televisiva italiana è stato il primo mancato beauty contest, quello per cui nessuno protestò e dal quale, difficilmente, si potrà tornare indietro.

Ma adesso cosa succederà? I tre ordini del giorno approvati ieri impegnano l’esecutivo di Mario Monti a una gara onerosa per la vendita di queste frequenze. Così, all’orizzonte si delineano alcune ipotesi: la prima prevede la possibilità di un’asta riservata esclusivamente alle televisioni; la seconda invece prevede di allargare l’asta anche agli operatori telefonici; la terza, infine, potrebbe ampliare ancor di più l’insieme dei contendenti: televisioni, operatori telefonici e operatori stranieri.

L’obiettivo dovrebbe essere, comunque, far cassa. Ma anche non fare danni rispetto al pregresso.

Perché, secondo il Tg3, Tarek Ben Ammar ha fatto sapere che il suo gruppo – che era stato invitato al beauty contest -, è già pronto a fare ricorso qualora il governo provvedesse, effettivamente, a un’asta onerosa. E qui siamo pronti a scommettere che non sarà l’unico.

Insomma, la questione è ben lontana dall’essere risolta.

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