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Freedom – Oltre il Confine: Roberto Giacobbo, protagonista come sempre, sfida (quasi) le regole base della tv

Freedom – Oltre il Confine riparte con un Roberto Giacobbo sempre più protagonista: stile egoriferito e narrazione lenta.

20 Dicembre 2021 01:40

Dopo l’esperimento fallito di provare a riportare in vita Mistero con Mistery Land, rientrato ai box dopo solo una puntata, la divulgazione firmata da Italia 1 mette da parte l’ignoto e l’occulto per far spazio alla nuova edizione di Freedom – Oltre il Confine, il programma di Roberto Giacobbo giunto alla terza edizione.

Due ore e mezza di programma, quasi una rarità in un prime-time dove la prerogativa è sfidare i limiti dei telespettatori in preda al sonno, e pochi argomenti trattati, presentati in una veste che, indubbiamente, mette in risalto la personalità televisiva di Giacobbo più che il resto.

Per carità, gli argomenti sono interessanti e anche accessibili a chi è allergico di divulgazione in tv: l’incontro con Gerry McCambridge, il mentalista più famoso del mondo, o lo spazio finale dedicato al Christmas Blues, la tipica malinconia natalizia classificata come sindrome, oltre che facilmente comprensibili, risultano stimolanti e hanno reso anche questo primo appuntamento di Freedom, decisamente attuale e coerente col periodo.

Ogni puntata si apre e si chiude in modo circolare, con uno spazio fisso: la rubrica Un museo in 10 minuti in apertura e lo spazio dedicato alle sindromi più atipiche, appunto, in chiusura.

Nel mezzo, in due ore di programma, sono stati approfonditi solo due argomenti: in questa prima puntata, le Cave di Monteverde, che si trovano a Roma, a 35 metri di profondità, dove abbiamo visto un suggestivo lago sotterraneo e una cosiddetta Camera del Tempo, e la Rocchetta Mattei, che si trova a Bologna, il castello che fu la dimora del padre dell’elettromeopatia, Cesare Mattei.

Non vogliamo dire che Roberto Giacobbo stia sfidando le regole base della televisione, sarebbe una forzatura, anche perché, pure Giacobbo, come tanti altri volti televisivi, ha imparato a stuzzicare sapientemente il proprio pubblico, con tormentoni e situazioni che si ripetono.

In una televisione attuale, però, dove tutto è montaggio e post-produzione, Roberto Giacobbo si prende la scena e ci porta alla scoperta dei luoghi prefissati, dando vita ad una visita guidata quasi in tempo reale.

Nel suo piccolo, trattasi di una scelta che, comunque, manifesta una leggera audacia, presumibilmente figlia anche di un desiderio di dare vita ad un programma di divulgazione maggiormente egoriferito, che si rispecchi nel conduttore.

Non è propriamente un difetto perché questa scelta aiuta Freedom – Oltre il Confine a differenziarsi: i siparietti comici, gli aneddoti personali, i tempi di narrazione non proprio perfetti contribuiscono a creare un’atmosfera familiare che, con il tempo, porta risultati e affezione.

Poi, è sempre una questione (anche) di gusti: una narrazione lenta e offerta in queste modalità potrebbe anche risultare poco coinvolgente.

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