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Freedom House: un lettore ci scrive

Ricevo nella mailbox personale e pubblico: Ciao Ho visto che ti sei occupato del caso Freedom House… Ti segnalo il mio blog dove sto intrattenendo un interessante “dialogo” con quelli de Il Giornale. Se vuoi intervenire o dare il tuo apporto mi piacerebbe. Gabriele Chi mi scrive[…]

pubblicato 28 Novembre 2005 aggiornato 11 Febbraio 2021 07:35

Ricevo nella mailbox personale e pubblico:

Ciao

Ho visto che ti sei occupato del caso Freedom House… Ti segnalo il mio blog dove sto intrattenendo un interessante “dialogo” con quelli de Il Giornale.

Se vuoi intervenire o dare il tuo apporto mi piacerebbe.

Gabriele

Chi mi scrive è Gabriele Paradisi, titolare di un blog personale particolarmente accurato sul quale si è occupato, in modo esemplare e molto articolato, della ormai famigerata classifica americana sulla libertà di stampa (che vede l’Italia posizionata al poco onorevole 77° posto, quale paese “parzialmente libero”). Con la sua attività, Paradisi ha attirato l’attenzione dei giornalisti Paolo Guzzanti, Felice Manti e Salvo Mazzolini che, dal bunker de Il Giornale, in diverse occasioni hanno avuto modo di polemizzare circa il presunto motivo di tale, imbarazzante posizione: l’incriminazione del giornalista Lino Jannuzzi… senza la quale – secondo loro – l’Italia sarebbe stata elevata da FH nell’eccellenza della totale libertà di espressione (promozione che sarebbe poi avvenuta se solo FH avesse saputo che Jannuzzi è stato graziato). Non si menziona mai, negli interventi dei giornalisti, la questione “conflitto d’interessi”, più volte inserita nelle motivazioni del declassamento: anzi, tale pretestuosa contestazione verrebbe ricondotta al fatto che tra le fonti di valutazione di FH comparirebbe il quotidiano La Repubblica.

A nulla sono valse le reiterate contestazioni di Karin Karlaker, la responsabile di FH interpellata da Paradisi in merito. Tali contestazioni, mi avverte Paradisi, sono poi sfociate in uno statement ufficiale che qui riporto integralmente:

From: FREEDOM HOUSE [mailto:pressrelease@freedomhouse.org]

Sent: Monday, November 21, 2005 6:11 PM

To: pressrelease@freedomhouse.org

Subject: FREEDOM HOUSE STATEMENT ON ITALY’S PRESS FREEDOM RATING

PRESS RELEASE

FOR IMMEDIATE RELEASE

CONTACT: Sarah Repucci

212-514-8040 x23

FREEDOM HOUSE STATEMENT ON ITALY’S PRESS FREEDOM RATING

NEW YORK, November 21, 2005 — Recent debate in Italy surrounding the country’s classification in Freedom House’s annual survey of media freedom, Freedom of the Press, has led to incorrect characterizations in Italian media about the nature of the rating.

In 2004, Freedom House downgraded Italy from “Free” to “Partly Free” status (based on events in 2003). That status was maintained in the 2005 study (based on events in 2004).

In an October 26, 2005 interview with Karin Karlekar, the survey’s managing editor, Italy’s Il Giornale newspaper incorrectly suggested that the sole reason for Italy’s “Partly Free” rating was due to legal action brought against two Italian journalists, Massimiliano Mellili and Lino Jannuzzi, in 2004. The full Il Giornale article is available here:

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=38324&START=0

Freedom House wishes to clarify that, as stated in the 2004 survey introduction and country report for Italy, there are two primary reasons for Italy’s initial downgrade and continuing “Partly Free” categorization.

These are:

– Concentration of ownership, particularly over the broadcast media, which has come about due to the fact that Prime Minister Berlusconi and his family have extensive business interests in the media, including their ownership of Italy’s three largest private television stations and the Il Giornale newspaper itself. This creates a conflict of interest for the Prime Minister, acting both as a media entrepreneur and head of government.

– An environment of excessive political control over media outlets’ coverage and an increase in misuse of this power by members of the government, particularly over the public broadcasting network RAI (in 2003 the RAI board resigned in protest over government interference).

It was also noted that Italy also features an insufficient legal and institutional framework to fully protect press freedom — the libel cases against journalists being just one example of this.

While the Italian government has passed two laws in 2004 (the Frattini law and Gasparri law) intended to address both the monopolization of television media and the conflict of interest that exists when a legislator maintains private holdings at odds with his or her public duty, neither piece of legislation presents a sufficient challenge to the Berlusconi family’s control of the television industry.

Freedom of the Press, first published in 1980, assesses the degree of print, broadcast, and Internet freedom in every country in the world. It assigns each country a numerical score from 0 to 100 that determines a category rating of Free, Partly Free, or Not Free. Ratings are determined by examining three broad categories: the legal environment in which media operate, political influences on reporting and access to information, and economic pressures on content and the dissemination of news.

Freedom of the Press 2005 is available online at:

http://freedomhouse.org/research/pressurvey.htm

Come vedete, la faccenda sembra essere particolarmente complessa. Paradisi mi chiede di diffondere le informazioni al pubblico più vasto possibile, sperando in questo modo di stimolare un dibattito articolato e puntuale: una cosa che faccio molto volentieri, rimandando tutti alle singole pagine del suo blog (dove potrete rintracciare le parti analitiche del dibattito).

Lo ringrazio nuovamente per il prezioso contributo.