Fratelli di Crozza scatenato sulla Meloni family, ma ormai è il miglior telegiornale d’Italia
Nella prima puntata poco incisive le new entry Andrea Giambruno, Roberto Vannacci e Stefano Bandecchi rispetto ai classici.
Nella presentazione su Youtube del numero di Cose spiegate bene, una pubblicazione monografica della testata Il Post incentrata stavolta sul giornalismo, il vicedirettore Francesco Costa si chiedeva se Fratelli di Crozza con la sua satira rientrasse o meno nel settore dell’informazione.
Da sette stagioni in pianta stabile su NOVE, a tale quesito ci sentiamo ormai di rispondere affermativamente, fornendo ai telespettatori degli occhiali alternativi per leggere la realtà. Per esempio: in quale altro programma televisivo si racconta che l’Italia fino a giugno 2023 ha accolto 175mila rifugiati ucraini, mentre ci si pone l’emergenza per 125mila migranti dal Mediterraneo? Finora chi ha detto che dividendo 125mila migranti per gli 8mila comuni italiani, si tratterebbe solo di assegnare 15 persone a comune? Solo Maurizio Crozza, stasera.
Ma guai a tacciare il comico genovese di buonismo. Lo showman, l’unico rimasto insieme a Fiorello, stasera non ha fatto sconti a nessuno, scatenandosi in particolare sulla Meloni family. L’imitazione del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità e delle Foreste Francesco Lollobrigida, cognato della premier, non è stata irresistibile, ma la seguente battuta restituisce la pochezza del personaggio reale: “Se un ricco ha l’attico deve avere paura per il ladro, mentre se uno vive in periferia non ha paura perché il ladro è lui”. Spettacolare tuttavia la battuta nell’intro nel commentare la gaffe sui poveri che mangiavano meglio dei ricchi: “Fa sembrare Maria Antonietta una segretaria della Cgil”. Ancora più bella forse quella precedente: “Lollobrigida una conformazione del cervello particolare: da una parte l’emisfero di destra, dall’altra l’emisfero di estrema destra”.
FRATELLI DI CROZZA: DA PERFEZIONARE LE NEW ENTRY, MEGLIO L’USATO SICURO
Successivamente Crozza si avventa anche su Andrea Giambruno, compagno della premier nonché conduttore del Diario del Giorno del Tg4. Il comico è bravissimo nell’imitarne la prossemica, tuttavia non diverte fino in fondo il duetto con Pietro Senaldi (sempre Crozza, come in Diario del giorno) per un motivo molto semplice: i bersagli erano troppo vicini agli originali. Per la stessa ragione, mancano leggermente di mordente il generale Roberto Vannacci e il manesco sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Soprattutto quest’ultimo con la sua irascibilità finisce per risultare addirittura inquietante, come ammesso dallo stesso Crozza a fine performance.
Funziona ancora l’usato sicuro, rappresentato dalle iperboli di Vincenzo De Luca e dai malapropismi (una parola al posto di un’altra) di Flavio Briatore. Si chiude bene con l’autocompiacimento di Enrico Mentana nel Tg La7 che vorrei, anche se su alcune battute si avverte l’effetto Lercio.
Al netto di alcune imitazioni da migliorare, Fratelli di Crozza si conferma uno show di altissimo livello, in cui convivono pacificamente da anni satira e informazione.