Frank Matano a Blogo: “Italia’s got talent? Punto sulla leggerezza. Devo tanto a Le Iene, sarebbe un onore condurle”
Frank Matano racconta Italia’s got talent, le sue esperienze televisive ed il web.
E’ inaspettatamente timido, Frank Matano. Lo vedi in tv, sul web o al cinema e sembra lo spaccone di turno. Invece dietro questa voglia di far ridere, c’è una persona timida e forse anche insicura. “Sai cosa c’è?”, mi confida. “Mi piace tanto far ridere. Quando entro in teatro per le registrazioni e scatta la prima risata, mi scordo di essere timido. Però, fino a quel momento, sono terrorizzato”.
Fai parte della giuria di Italia’s got talent per il secondo anno consecutivo (domani sera, mercoledì 11 maggio, su Tv8 andrà in onda la semifinale). Cos’è cambiato rispetto ad un anno fa?
“Mi sento più a mio agio. Lo scorso anno conoscevo Claudio ancora non benissimo, Nina e Luciana proprio per niente. Quest’anno siamo diventati davvero amici. Ho trovato il modo per stare più tranquillo: è molto più semplice fare un programma televisivo quando sei amico delle persone con cui lavori”.
Solitamente fra i giurati di trasmissioni televisive si creano momenti di tensione o litigio. Fra voi mai, siete quasi un unicum.
“Noi ci divertiamo. Ho una forma di rispetto così grande nei confronti delle persone che mi stanno accanto che forse non avrei neppure il coraggio di litigarci. Li tratto con rispetto. Loro, invece, si divertono talmente tanto che non si crea l’occasione per litigare”.
Sei stato definito un giudice cazzone.
“Sono così anche nella vita. La leggerezza ed il non prendersi troppo sul serio mi hanno aiutato nella vita, così cerco di portare questa mia filosofia in tutto quello che faccio”.
Eri partito come un outsider, ora sei uno dei giudici più amati. E’ cambiato qualcosa nella tua vita?
“Il pubblico che mi segue è diventato più trasversale. Italia’s got talent è un programma per famiglie, ora mi conoscono anche le mamme ed i papà. Questo programma è una delle cose più belle che mi siano capitate nella mia vita. Non so come sia successo, però sono contento di questo gradimento. Io provo ad essere me stesso anche se davanti alla telecamera, spesso, si tende ad indossare una maschera per tutelarsi”.
Com’è fare il giudice a 27 anni?
“Cerco di non pensare al ruolo. Non mi definisco un giudice perché è una parola che mi è molto lontana. Mi definisco uno spettatore entusiasta e partecipativo, dico la mia opinione. La figata della giuria del nostro programma sono i punti di vista sempre diversi, magari è interessante anche sentire quelli di un ragazzo di 27 anni”.
Il tuo Golder Buzzer è andato a Lucrezia, una comica di 11 anni.
“Lucrezia è uno dei talenti più incredibili che abbia mai visto. Ho provato un’invidia pazzesca nei suoi confronti. Io sono timido tutt’ora, quando avevo la sua età ero costantemente terrorizzato. Ho iniziato presto, a 18 anni, ma l’ho fatto nel salotto di casa mia. Non sarei mai stato in grado di salire su un palco così giovane. I bambini quando recitano hanno due reazioni: o fanno la pappardella a memoria o non vedono l’ora di arrivare fino alla fine per la vergogna. Lei, invece, aveva i tempi giusti: battuta, silenzio, faccia, chiusa. Una tecnica che per un’undicenne è fuori dal normale”.
Hai un debole per i bambini, ammettilo.
“Mi piace la loro spontaneità. Non si rendono conto delle cose che fanno. Portano verità. Spesso in tv non è facile essere veri”.
Fa impazzire la tua risata. E’ autentica?
“E’ la mia risata, non ci posso fare niente purtroppo. Pure mio papà ride così anche se la mia è ancora più squillante”.
Ultimamente si parla molto di influencer e webstar. Tu sei stato un antesignano.
“La definizione ‘influencer’ mi è strana. Io non influenzo nessuno a fare delle cose. Il mio unico obiettivo è far ridere. Molto spesso non ho neanche la presunzione di mandare un messaggio a chi guarda, voglio sono far passare cinque, dieci o trenta minuti di risate e magari far dimenticare le cose brutte della vita”.
Sei uno dei pochi che è riuscito a sdoganarsi dal web e fare il ‘salto’. A chi devi dire grazie?
“Ho avuto tanta fortuna. Devo tanto a Le Iene, lì ho imparato tutto quello che c’era da imparare. Ho capito cosa c’è alle base della comunicazione. Da molto giovane ho cominciato a capire come funzionavano le regole di questo mondo, è una fortuna che non tutti hanno”.
Quanto ha influito Facchinetti? Lui, probabilmente, è stato il primo a credere in te.
“Facchinetti mi ha fatto conoscere un sacco di realtà fighissime. A 19 anni mi ha fatto fare il mio primo colloquio, era con Sky per il programma Sky Scherzando. Tutt’ora lavoriamo insieme, è una persona meravigliosa e generosa. Tante persone, soprattutto i figli d’arte, si cullano ed adagiano sugli allori, lui invece ha voglia di fare ed è contagioso”.
Facchinetti è stato tirato in causa anche nell’imitazione di Maurizio Crozza. Venivi descritto come quello che fa puzzette, si ‘ciuccia il dito’ e fa scherzi solo per soldi. Ti sei offeso?
“Non mi sono offeso per niente. Io sono patito del Comedy Roast americano, lì si prendono tutti in giro e mi piace tantissimo. Le persone pensavano che io me la sarei presa, ma come faccio ad offendermi per un’imitazione di Crozza? E’ uno dei comici più bravi che abbiamo in Italia. Devo fare solo un bell’inchino”.
Torniamo all’esperienza de Le Iene.
“E’ stata la mia piccola, grande, scuola. Sette anni fa sono entrato in quella redazione ed è stato come entrare in un’autostrada a piedi. Non capivo niente: tutti andavano più veloce di me, avano più idee e sapevano cosa fare. Lì tutti fanno tutto. Ho imparato un sacco di cose”.
Era stato fatto il tuo nome per la conduzione de Le Iene al fianco di Belen Rodriguez. C’erano stati effettivamente dei contatti?
“No. Sai che c’è? Ho un rapporto meraviglioso con la squadra de Le Iene, tutt’ora vado a trovare Davide Parenti e mi sento con Max Ferrigno. Forse qualcuno, ricordandomi come ‘ex Iena’, ha tirato le somme e ha creduto che io potessi condurle”.
Avresti accettato?
“Sarebbe stato un grandissimo onore, una figata. Sono arrivato lì sette anni fa, c’ho lavorato un sacco e ho fatto ogni tipo di servizio. Arrivare a presentarle significherebbe chiudere un cerchio perfetto del mio percorso”.
E poi, fra le tue prime esperienze in tv, c’è stato Ti lascio una canzone su Rai 1.
“Ero molto giovane, forse avevo 20 anni. Anche quella è stata una grande esperienza formativa. Era un grande show in prima serata su Rai 1, una cosa enorme”.
Antonella Clerici ti aveva definito: “Il nuovo Fiorello”. Aveva esagerato?
“Antonella è stata molto generosa (ride, ndr). La ringrazio sempre, mi ha permesso di conoscere i meccanismi di una macchina da guerra. Ho avuto tante piccole fortune che mi hanno formato”.
Hai lavorato anche all’ultima edizione di Scherzi a parte. Si era parlato di una nuova edizione ma non si è visto più nulla. Hai fatto altri scherzi?
“Non ho più fatto scherzi. Forse è il lavoro più difficile da fare in televisione. Ci vuole un mese e mezzo per fare uno scherzo, quasi come un film: venti giorni di organizzazione, una settimana per concordarsi con il complice, la realizzazione. E poi cosa succede? O non ti danno la liberatoria o non riesce lo scherzo. E’ una macchina molto grande da mettere in piedi, ci vogliono persone che fanno solo quello”.
Il linguaggio del web è completamente diverso rispetto a quello televisivo. Hai detto che sul web c’è maggiore libertà. Ti sei mai dovuto censurare?
“Mai, mai. Sul web io creo l’idea, monto il video e lo distribuisco: effettivamente sono liberissimo. C’è da capire che in un programma televisivo ci lavorano anche cento persone, non posso fare quel che voglio anche se ogni mia idea proposta ad autori televisivi è sempre stata accolta con grande entusiasmo”.
Lamentecontorta esiste ancora? Il web è passato in secondo piano?
“Il web è la casa dove vivo, non deve mai passare in secondo piano e non lo lascerò mai. Ho ancora un canale su Youtube. Non sto facendo più scherzi telefonici, è vero. Un giorno, forse, riprenderò a farli. Ne ho fatti a migliaia, ora mi sto concentrando su altro: ho realizzato la web-series Il Mago Matano per Facebook, sto sperimentando nuovi progetti”.
Gli influencer, quindi. Ti risulta l’esistenza di un “tariffario” per commentare i programmi televisivi?
“In generale non commento molto su Twitter o Facebook. Ho un percorso strano sul web. Lo uso, ma non ne sono dipendente. Non so tante cose. Ci sono dei diciottenni che ne sanno una più del diavolo: sanno come funzionano i meccanismi, i numeri, le statistiche”.
In tv, invece, cosa ti piacerebbe fare?
“Mi affascina la stand-up. Fra un mesetto andrò a Los Angeles, vorrei imparare a fare stand-up comiche in inglese. Ho quasi 27 anni, voglio essere stimolato e provare qualcosa di diverso”.
Rifarai Italia’s got talent?
“Io penso proprio di sì, ne sarei onorato. Deve decidere Sky”.