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Francia, 12 concorrenti del reality L’île de la tentation vincono la causa di lavoro: TF1 condannata al risarcimento

E’ un vero e proprio coup de théâtre: la Corte di Versailles ha condannato TF1 a pagare una indennità di 13mila euro a ciascuno dei 12 partecipanti al reality L’île de la tentation, nella stagione 2002-2003. La causa di lavoro è stata iniziata nel 2003 quando uno dei concorrenti sottopose all’avvocato Jérémie Assous il suo

di marina
pubblicato 12 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:12


E’ un vero e proprio coup de théâtre: la Corte di Versailles ha condannato TF1 a pagare una indennità di 13mila euro a ciascuno dei 12 partecipanti al reality L’île de la tentation, nella stagione 2002-2003.

La causa di lavoro è stata iniziata nel 2003 quando uno dei concorrenti sottopose all’avvocato Jérémie Assous il suo contratto per farlo valutare. Assous si rese conto che era, secondo il suo punto di vista, irregolare e decise di portare in tribunale la vertenza. All’avvocato Assous si sono rivolti anche altri concorrenti che hanno richiesto che la loro partecipazione partecipazione fosse riconosciuta come un contratto di lavoro subordinato a tutti gli effetti. E il tribunale ha dato loro ragione riconosendo la natura del rapporto di lavoro. Ha commentato così Jérémie Assous l’avvocato che ha rappresentato i concorrenti:

Non hanno ottenuto le somme richieste perché nel frattempo il ricorso è andato in prescrizione. Ma non escludo che per nuovi casi possa ottenere somme molto più alte. I concorrenti non vivono certamente una situazione paradisiaca. Gli viene confiscato il cellulare, il pc, il passaporto e lavorano anche tra le 3 e le 7 del mattino.

I giudici di Versailles hanno considerato che i candidati hanno lavorato anche 20 ore al giorno e che dalla produzione sono stati obbligati a seguire una serie di dettami tra i quali la rinuncia ai loro effetti perdonali e tante indicazioni, tre le quali, ad esempio, sul come (s)vestirsi.

Nel 2008 (in basso il video) uno degli appelli. La richiesta è di integrare il gettone di presenza percepito per la loro partecipazione al programma con un vero e proprio salario che computi, sulla base di un regolare orario di lavoro subordinato, straordinari, ferie, malattie e assegni familiari. Insomma, chi entra in una location di un reality viene equiparato a chi entra in un ufficio con un contratto di tempo determinato. Le richieste per ogni partecipante vanno così dai 400mila ai 100mila euro, cifre che tengono conto anche delle eventuali sanzioni per aver sfruttato lavoratori di fatto al nero.

Appena ieri vi raccontavo della nascita di un Collettivo di difesa delle vittime dei reality e oggi ecco a sorpresa la notizia della sentenza emessa dal tribunale di Versailles che riconosce che partecipare a un reality costuisce un vero e proprio mestiere e come tale va regolamentato. La sentenza, inutile dirlo, costituirà un interessante precedente. TF1 ha già annunciato che non resterà con le mani in mano e che presenterà ricorso alla Corte di Cassazione. Intanto, un altro di centinaio di ricorsi è stato presentato e le prime sentenze saranno emesse nel gennaio 2011.


Télé-réalité : le procès de la décennie
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Via | RTL, Le Parisien, Le Point