Francesco Pannofino su Boris: «Speriamo di farlo ancora, dipende dagli autori»
L’attore, ospite al Giffoni Film Festival 2012, ha espresso il suo desiderio di indossare di nuovo i panni di René Ferretti.
Francesco Pannofino, ospite al Giffoni Film Festival 2012, ha parlato anche di Boris. E ha detto:
«Speriamo di farlo ancora, dipende dagli autori»
Nella serie, ambientata su un set televisivo dove viene girata la soap opera Gli occhi del cuore 2, Pannofino – recentemente volto di Nero Wolfe e conduttore del Concertone del Primo Maggio – interpretava il ruolo di Renato René Ferretti, regista della soap. Un regista frustrato, diciamo così, ben conscio della pochezza del proprio lavoro. Rimane celeberrima la sua
«Signori, io mi scuso con tutti voi, ma questa fiction è veramente tremenda»
La serie ironizzava pesantemente sul mondo della televisione e della fiction, appunto, con una serie di trovate che in parte potevano essere apprezzate veramente soltanto dagli addetti ai lavori, quelli che certe frasi pronunciate sul set, certe “richieste della rete”, certe assurdità le hanno affrontate veramente sul set. Anche se Pannofino ha “minimizzato” e ha detto che in realtà un giorno sul set è molto noioso e che nella serie sono state condensate tutte le idiosincrasie di quel mondo per ovvie esigenze narrative.
Per ora, il destino di Boris è rimasto confinato alle tre stagioni prodotte da Wilder per Fox International Channels Italy e alla trasposizione cinematografica, Boris – Il film.
Pannofino, nell’incontro con i ragazzi del Giffoni, ha parlato un po’ del suo Nero Wolfe, ha scherzato sulla sua – criticata – conduzione del Concertone e poi ha rimesso il destino della serie nelle mani degli autori e della possibilità di avere nuove storie che possano generare una nuova stagione di Boris.
Chissà, dunque, se prima o poi si potrà parlare di un Boris IV. O se è solo un desiderio dell’attore, che ha ammesso di essersi divertito molto a interpretare un regista e a prendere in giro questo ruolo. Verrebbe da chiedersi a quale dei suoi registi si sia ispirato per essere credibile – pur nella surrealtà della serie – ma forse la risposta sarebbe, semplicemente: a tutti.