Francesca De Andrè naufraga all’Isola dei Famosi 8. Parla Dori Ghezzi
Una De André nel più nazionalpopolare (e trash) dei reality show: il simbolo più dirompente del naufragio di un paese. Ma solo così L’Isola dei Famosi, a quanto pare, può risorgere dalle ceneri: messi in fuga gli intellettuali e i personaggi di rottura veri, ora non resta che attingere ai loro eredi per deturpare i
Una De André nel più nazionalpopolare (e trash) dei reality show: il simbolo più dirompente del naufragio di un paese. Ma solo così L’Isola dei Famosi, a quanto pare, può risorgere dalle ceneri: messi in fuga gli intellettuali e i personaggi di rottura veri, ora non resta che attingere ai loro eredi per deturpare i pochi nomi autorevoli della cultura italiana.
Fa così clamore più di tutte la presenza nel cast di Francesca De André, ventunenne nipote di Fabrizio e figlia di Cristiano (a sua volta concorrente smentito) e della spagnola Carmen De Cespedes. Come si può vedere dal suo sito ufficiale, la ragazza è una modella rampante, nata a Genova ma da lungo residente a Milano. Ha esperienze di vocalist, otto anni alle spalle di danza all’Accademia milanese e un diploma al Liceo Linguistico.
La sua partecipazione all’Isola fa già polemica, al punto che a occuparsene è persino Mario Luzzatto Fegiz sulle colonne del Corriere. Perplessità è, a quanto pare, la parola d’ordine del clan De Andrè, anche se Dori Ghezzi, pur delusa e fortemente in disaccordo, non intende proibire questa scelta. L’artista parla nella sua qualifica di massimo esponente della Fondazione De André, che tutela l’immagine del marito scomparso con totale apertura verso l’utilizzo del suo repertorio (il contrario di quanto accade con Lucio Battisti):
[Qui il cast al completo de L’Isola dei Famosi 8]
“Ho ereditato da mio padre la diffidenza verso certi programmi e all’apparire in genere. Non facciamo salti di gioia, ma Francesca è una ragazza intelligente, vuole mettersi alla prova: che lo faccia. Poi dipende da come uno si comporta nelle circostanze specifiche. Certo, probabilmente si tratta di una trappola. Sono chiamati lì per il loro nome, anzi il cognome che portano, non per quello che sono in realtà come persone. Secondo me poi Francesca non si rende conto della durezza dell’esperienza come la mancanza di cibo e di sigarette. Non capisco esattamente cosa vuol fare e forse non lo sa neanche lei. Ha 20 anni, un’età in cui è permesso sbagliare. Io posso dare dei consigli, non degli ordini. E in questo caso temo che mia nipote faccia un errore. Se lei ha talento ci sono altri modi per esprimerlo. D’altra parte, forse, questo mondo di oggi non offre a un giovane niente di meglio”.
E lo stesso Fegiz chiosa con “che amarezza”.